venerdì 20 marzo 2015

PETIZIONI FIRMIAMO

martedì 23 ottobre 2007

Petizioni a rischio privacy?

Lo teme chi ha notato la dichiarazione sulla privacy del sito Firmiamo.it, sul quale sono state raccolte migliaia di firme legate a numerose diverse petizioni online. Il sito risponde a PI: non c'è da preoccuparsi
Roma - Da una decina di giorni o poco più, da quando ha ospitato una petizione che ha goduto di una certa copertura mediatica, qualcuno ha iniziato a storcere il naso suFirmiamo.it, sito dedicato all'"hosting" di petizioni e raccolta firme online, sulla scia di quanto già prodotto da siti noti come petitions online. Il motivo? Le politiche del sito sul trattamento dei dati di chi firma una petizione. E ieri un messaggio circolato in rete sollevava nuova attenzione sulla policy relativa alla privacy del sito italiano. Il timore di qualcuno è che chi firma una petizione, lasciando i propri dati, possa non essere consapevole del modo in cui si dichiara che verranno trattati. Ma è davvero così?

Nella policy si afferma, tra le altre cose, che l'utente autorizza "al trattamento dei miei dati per ricevere informazioni promozionali mediante posta, telefono, posta elettronica, sms, mms, effettuare analisi statistiche, sondaggi d'opinione da parte di società esterne" (...) "L'utente riconosce a Speakage Srl e/o a società ad essa collegate e/o ai suoi aventi causa il diritto di conservare, riprodurre, diffondere e cancellare la firma e il materiale trasmesso. L'utente dichiara e garantisce il pacifico godimento di tutti i diritti relativi a quanto inviato. Pertanto con l'invio dei testi e delle informazioni, l'utente cede e trasferisce a titolo gratuito e definitivo, senza limiti di spazio e di tempo, tutti i diritti di sfruttamento economico e commerciale relativi a quanto scritto (...)".

Va detto che le clausole potenzialmente più controverse della policy, come quella sull'uso dei dati per le informazioni pubblicitarie, sono ripetute ulteriormente sotto la policy stessa, e all'utente viene richiesto esplicitamente di contrassegnarle e, se non lo fa, un avvertimento chiarisce che per usare il servizio è necessario accettare la policy:
"DEVI CLICCARE SU ACCETTO IN ENTRAMBE LE CLAUSOLE SE VUOI POTER FIRMARE. Il decreto legge d.lgs. n. 196/2003 prevede che tu debba dare il consenso al trattamento dati per le finalità e con le modalità indicate nell'impegno di riservatezza. Se non accetti le clausole non potremo archiviare i tuoi dati e perciò non potremo accettare la tua firma in quanto contiene i tuoi dati personali che non ci autorizzi a trattare ed archiviare"
Punto Informatico ha girato le perplessità emerse in rete ai gestori del servizio, che intendono rassicurare gli utenti.
Da Marco di Firmiamo.it è infatti giunta questa risposta: "Siamo in fase di startup e l'avvocato che ci segue per l'Italia ci ha consigliato un disclaimer così ampio per evitare di avere problemi in futuro in quanto presto i petizionieri potranno comunicare con i propri firmatari attraverso il sito e potrebbero inviare qualunque tipo di materiale. Non abbiamo intenzione di inviare alcun tipo di pubblicità, è solo un modo per tutelarci ed evitare problemi in futuro. Abbiamo aperto da poco e abbiamo inserito quel disclaimer per tutelarci (e tutelare) provvisoriamente, presto lo rivedremo alla luce delle reali esigenze di un sito come questo".

È naturalmente legittimo chiedere al sito, come dicono di voler fare alcuni, di cambiare la propria policy. Forse lo strumento più adatto potrebbe essere proprio una petizione. Il punto sarà decidere, semmai, su quale hoster aprirla. 

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