giovedì 1 agosto 2013

dittatura

NOI ABBIAMO IL CAVALIERE, L'AMERICA HA BRADLEY MANNING.

Il soldato che per ragioni di coscienza ha rivelato al mondo delle notizie vere si prenderà comunque più di un secolo di galera. E i grandi media, dopo averlo usato, lo hanno abbandonato. Con pochissime eccezioni: di cui 'l'Espresso' vuole far parte (e anche noi... ndp)
Manning ha già trascorso tre anni e tre mesi in carcere in attesa del processo, undici mesi dei quali trascorsi in condizioni che l'inviato dell'Onu contro la tortura, Juan Mendez, non ha esitato a definite "crudeli e inumane".

Se Bradley Manning, invece di agire secondo coscienza, avesse ucciso e torturato, se fosse volato in giro per il mondo per mettere a segno le extraordinary rendition, oggi non rischierebbe 136 anni. Se avesse obbedito e fosse stato zitto, se si fosse fatto la sua carriera nell'intelligence, senza colpi di testa, oggi sarebbe uomo libero come l'aria, come lo sono tutti gli agenti della Cia e delle agenzie di intelligence che hanno eseguito gli ordini. Libero come è Robert Seldon Lady, ex capo centro della Cia a Milano, fatto rientrare in fretta e in furia negli Stati Uniti da Panama per evitare l'estradizione in Italia, dove è stato condannato in via definitiva per la rendition di Abu Omar.

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/manning-morira-in-carcere/2212157
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