sabato 31 agosto 2013
La Bundesbank
La Bundesbank si schiera a favore del bail-in: la crisi bancaria è imminente
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29 agosto 2013 (MoviSol) - In quella che viene vista come una svolta, la Bundesbank ha appoggiato pubblicamente la direttiva UE per i salvataggi bancari tramite bail-in (prelievo forzoso). In un discorso a Salisburgo il 18 agosto, il membro del consiglio della banca centrale tedesca Andreas Dombret ha chiesto la rapida approvazione della Autorità Unica di Risoluzione Bancaria. "Credo fermamente – ha detto Dombret - che dobbiamo affidare ad una nuova istituzione europea i poteri di risoluzione così come descritti nella direttiva [approvata dall'Ecofin il 27 giugno]. Deve diventare un ente forte e indipendente con pieni poteri decisionali".
Come ha osservato la Deutsche Wirtschafts Nachrichten, "Finora la Bundesbank si era tenuta riservata su questo tema. Se ora osa uscire allo scoperto bisogna concludere che qualche banca sta bruciando. Dopo le elezioni politiche, i risparmiatori si troveranno coinvolti nel rischio delle banche più rapidamente di quanto desiderino".
Dombret si è lamentato della lentezza dei singoli paesi membri della UE, che non hanno ancora incorporato il sistema del bail-in nelle legislazioni nazionali. "Perciò deve essere data la massima urgenza agli sforzi di applicazione in tutte le giurisdizioni. Potremmo pagare caro ogni ritardo. In poche parole, non possiamo accettare alcuna scusa per deviare dai tempi di applicazione".
Da dove viene tutta questa fretta? La DWN ci aiuta ancora a trovare una risposta: "Uno sguardo ai bilanci delle banche chiarisce la cosa. Le passività delle banche dell'Eurozona ammontano al 250% della performance economica totale. Le passività sono superiori ai cosiddetti attivi. Solo i debiti delle banche spagnole ammontano al 350% del PIL, ovvero circa 3,3 mila miliardi di euro. I bilanci delle banche indicano rischi per un multiplo dei debiti pubblici. Essi ammontano in totale a 9,3 mila miliardi".
Il signor Dombret, che prima di passare alla Bundesbank ha lavorato presso Rothschild, JP Morgan e Bank of America, ha anche voluto attaccare le proposte di ripristinare la legge Glass-Steagall, ovvero la separazione delle banche commerciali da quelle speculative.
Spiegando bene di che si tratta, Dombret ha dichiarato: "L'idea è di creare una categoria di banche piuttosto tradizionali, i cui clienti sarebbero protetti dalla garanzia sui depositi. Dall'altra parte, le banche impegnate nelle attività più rischiose e volatili non potrebbero fare affidamento sui depositi e né verrebbero salvate a spese dei contribuenti. In aggiunta, la separazione potrebbe semplificare le strutture del gruppo, facilitando la gestione del rischio e la sorveglianza, come pure la liquidazione se ce ne fosse bisogno".
Dopo aver dimostrato di conoscere bene la materia, Dombret scarta l'opzione: "Però, se i confini tra le varie attività bancarie sono fluidi è difficile tracciare una linea chiara di demarcazione. Di conseguenza, gli interventi strutturali nei modelli di business delle banche devono essere vagliati con cura".
Insomma, l'ex trader divenuto banchiere centrale Dombret pensa che separare le banche sia "difficile". Eh, certo, togliere i soldi ai risparmiatori è più facile.
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