domenica 16 marzo 2014

NOI NON SIAMO NE ASSASSINI NE CARNIVORI. BASTA QUESTO PLAGIO UMANO

Nell'accusa di essere estremisti o intolleranti verso le scelte altrui spesso si cela l'avvilente tentativo di giustificare se stessi quando l'accusa suscita sensi di colpa.

Se fosse un nostro parente ad essere violentato o ucciso e cucinato per il piacere del palato di qualcuno, certo non saremmo così indulgenti e propensi ad invocare rispetto per le scelte degli altri.

Ribellarsi contro lo schiavismo, la tortura o la pena di morte degli umani, lottare contro gli oppressori, non è considerato estremismo ideologico. Quindi il problema si pone solo perché le vittime sono ANIMALI, considerati cose a disposizione dell'uomo.

Quando in ballo è la vita e la sofferenza degli altri, essere vegetariani non è una scelta come un'altra: la scelta è tra VITA e la MORTE, tra giustizia e la sopraffazione, tra l'amore e il disprezzo, tra la civiltà e la barbarie.

Essere vegetariani oppure mangiatori di animali non è affatto la stessa cosa. Sono due realtà agli antipodi: l'una è per la vita, l'altra per il piacere del palato ad ogni costo.

Dobbiamo essere accorti, misurati per non urtare la suscettibilità di coloro che non dimostrano sensibilità verso il dolore e la vita dei più deboli e indifesi?

Noi siamo la voce di coloro che non hanno voce. Se io considero criminale chi avesse deciso di ridurre a te lo stipendio tu non mi accuseresti di estremismo; ma se dico che è ingiusta e crudele una persona che fa a pezzi una creatura, fatta come noi, tu non mi accusi di essere estremista.

E' questione di saggezza e sensibilità.
Nessuna espressione è sufficientemente estremista per denunciare il danno fisico, mentale, morale, spirituale, economico, sociale, ambientale dell'uso di sterminare innocenti ANIMALI.

Franco Libero Manco

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