giovedì 18 luglio 2013

l'incapacità di sentire

E’ l’incapacità di sentirsi liberi che ci rende schiavi!


C’è questa convinzione che è porzione portante dell’attuale paradigma che vede tutti gli esseri umani e gli altri occupanti del pianeta terra (animati e inanimati) come unità separate tra loro e separati ognuno dalla terra stessa. E allo stesso tempo vede la Natura, da cui noi tutti deriviamo, evolvere attraverso il conflitto e la competizione dove il più forte è quello destinato a sopravvivere e a svilupparsi influenzando tutta l’evoluzione della specie.
Questa visione fortemente legata al concetto meccanicistico della realtà è quella che ha determinato e alimentato gli scontri e le guerre dei secoli passati ed anche l’attuale “crisi” planetaria che stiamo vivendo.
Nonostante le recenti scoperte scientifiche abbiano ormai decretato la falsità di questi concetti, l’essere umano non  riesce e liberarsene veramente e continuiamo la nostra permanenza sul pianeta condizionati da convinzioni che ormai, anche da un punto di vista scientifico, sono false e obsolete. I nostri giornali, i nostri mass-media e, quello che è più grave, i nostri programmi didattici e i libri di testo, sono ancora  completamente impregnati e saldamente ancorati ad un paradigma evidentemente fasullo, basato sulla necessità del conflitto, della competizione e dello scontro (a partire dalla teoria evoluzionistica del caro vecchio buon Darwin), più o meno aperto e più o meno alla luce del sole.
La convinzione invece di tutti coloro che hanno abbracciato il nuovo paradigma, o che cercano di farlo, è che la crisi di proporzioni titaniche che tutto il pianeta sta affrontando, dipenda proprio dal perdurare della visione meccanicistica competitiva del “mors tua vita mea” , visione che ha determinato per altro situazioni che vanno dalle crociate, alla crisi atomica, passando per tutte le guerre e i conflitti del pianeta.
La crisi nella quale siamo attualmente immersi e a cui sto facendo riferimento, ovviamente non è solo quella economica, sull’altare della quale tanti posti di lavoro per non parlare di vite umane, sono stati sacrificati, ma è una questione decisamente più ampia, cha abbraccia l’ecologia con i cambiamenti climatici, la scarsità di acqua e di cibo, il campo energetico con la domanda sempre meno sostenibile di fonti energetiche, il campo della salute con l’insorgere di nuove malattie e una medicina tradizionale sempre più settoriale e parcellizzata, fino alla sovrappopolazione e al divario sempre più insostenibile tra ricchi e poveri.
“Il sistema e’ perfetto cosí com’è. L’unico che deve cambiare sei tu! Esci dal tumultuoso torrente degli eventi e prendine il controllo. Sii domatore di fiumi. Nell’ accusare il sistema del tuo fallimento lo stai idolatrando, gli stai assegnando i poteri di un Dio, ti inginocchi ai suoi piedi, ti pieghi al suo volere, ne diventi schiavo. In altre parole stai facendo il suo gioco, ne sei complice. Dare la colpa per quanto ti accade a qualcuno che non sei tu, significa trasferire la Forza da te a lui. (…) Il Sistema è perfetto, così come l’universo è perfetto. La responsabilità di uscire dal Sistema è solo tua, si trova interamente nelle tue mani, non in quelle del Sistema. Ma se vuoi essere libero devi esserlo rispetto ai tuoi stessi meccanismi interiori, non rispetto a qualcuno che si trova là fuori. Là fuori ci sono solo le tue proiezioni, i tuoi sogni, i tuoi incubi. Se sei infelice a causa del Sistema, allora il Sistema è più forte di te e se è più forte di te non puoi vincerlo. Abbandona la descrizione rovesciata del mondo che viene inculcata sin da tenere età nei cuccioli appartenenti alle masse del pianeta. La causa è all’interno e l’effetto è all’esterno, non viceversa.  Non stai male perchè il mondo è brutto, ma il mondo sembra brutto perchè tu stai male. Il Sistema di cui sei schiavo vuole fortemente che tu continui a lamentarti di lui e se tu iniziassi a combatterlo sarebbe ancora più contento. Nel lamentarti gli riconosci potere. La lamentela è la preghiera che gli rivolgi tutti i giorni. Nel lamentarti lo stai pregando come si prega un idolo. ”Divieni re e un regno ti sarà dato.”
Salvatore Brizzi
Non ne usciremo se non attraverso un immediato e drastico cambio di paradigma, attraverso il quale dovremo cominciare a cambiare il modo di vedere noi stessi e di conseguenza la nostra realtà. E questo è un cambiamento interiore che ognuno deve e ha la possibilità di fare individualmente. Inutile chiedere aiuto a destra e a sinistra… devo attivarmi io, nessuno lo può fare per me! Nessuno! Non possiamo più nasconderci dietro la scusa  che io cittadino medio del XXI secolo non ho l’opportunità di determinare un’economia sostenibile, piuttosto che di diffondere tecnologie salvavita, piuttosto che operare interventi biosostenibili per la salvaguardia del pianeta, piuttosto che fare pulizia di imbroglioni e farabutti al governo, o piuttosto che intervenire su un sistema equo di tassazione e di distribuzione della ricchezza.

Non è questo di cui mi devo occupare. Io non sono incazzata perché sono governata da incompetenti e ladri, sono governata da incompetenti e ladri perché sono incazzata! Questa è la verità! Quindi io devo occuparmi di me stessa e per prima cosa smettere di essere incazzata con il sistema! Io devo e posso intervenire su me stessa e sulla mia visione del mondo, non sul mondo! Quando avrò profondamente modificato la mia visione e la mia prospettiva, allora vedrò che l’economia sostenibile e la rinascita del pianeta avverranno di conseguenza, senza grandi sforzi da parte di nessuno (nemmeno quello di occuparmi con tutte le mi forze di raggiungere la massa critica, ancora una volta la “massa critica” saraà ragginuta, quando io sarò sveglia, non un attimo prima, ma nemmeno un attimo dopo, se quella è la strada migliore) senza bisogno di dichiarare “illegali” stati, governi, banche ecc… dichiarazioni e operazioni che hanno come primo effetto quello di alimentare la conflittualità tra il cittadino (me) e le strutture che “dovrebbero” essere al mio servizio . Ma se non lo sono, ribadisco, non è dichiarando la loro illegalità (conflitto), che risolverò il problema, non è passando il pettine sullo specchio che potrò sistemarmi la frangia!
Noi dobbiamo solo accettare nel nostro cuore e quindi viverlo come ovvio e normale il fatto che la competizione non fa parte dello stato naturale dell’essere. L’uomo è nato per collaborare non per competere, semplicemente perché io e te siamo la stessa cosa! E siamo la stessa cosa con gli altri e con tutto il pianeta che abitiamo (compresi i nostri governanti), tanto per limitarci ai confini terreni, per cui il conflitto, la competizione non hanno semplicemente ragione di essere, perché analizzati da questo punto di vista, sono sempre contrasti interiori tra una parte di me e un’altra parte di me!  Anche la scienza sta facendo venire a galla queste profonde verità, l’ignoranza delle quali ci ha condotto sull’orlo dl baratro.
La chiave per affrontare le crisi che minacciano la nostra sopravvivenza si trova nel costruire rapporti basati sull’aiuto reciproco e la cooperazione nell’adattarci ai cambiamenti invece di puntare il dito assegnando colpe e rendendo difficili queste alleanze vitali.
Gregg Braden
e con questo si intende ovviamente non prendersela nemmeno con banche, assicurazioni, governi, multinazionali ecc…
La competizione violenta e la guerra (ma anche la rivoluzione pacifica o cruenta che sia) sono la manifestazione contraria rispetto all’istinto naturale dell’essere umano. E anche questa è una verità confermata da più di 400 studi scientifici. L’essere umano è naturalmente portato alla cooperazione e alla collaborazione, non alla competizione. La competizione e il conflitto sono comportamenti inadatti, che ci costano molto maggiore sforzo rispetto al comportamento inverso di serena collaborazione. E l’essere umano ha a disposizione tutti gli strumenti utili e necessari per tornare all’origine e quindi per andare incontro alla propria Reale Identità, verso la salvezza dell’umanità e i “debellamento” definitivo di ogni crisi presente e futura.
Le crisi sono portatrici di evoluzione
Bruce Lipton
Non a caso nella cultura orientale il concetto di crisi e il concetto di opportunità sono equiparabili e questo momento storico di profonda crisi mondiale porta con sé la possibilità inedita di affrontare finalmente un’evoluzione consapevole.
Nella fisica quantistica possiamo leggere una nuova versione delle antiche filosofie spirituali consapevoli dell’esistenza di un Universo in cui Tutto è energia interconnessa.
Le nostre menti consapevoli hanno potenzialmente la capacità di cambiare gli abitanti del pianeta terra partendo da noi stessi e con essi il pianeta stesso e guarirlo. Oggi abbiamo la possibilità di recuperare le antiche saggezze con una consapevolezza nuova e attraverso quelle ataviche conoscenze in alleanza, con le prove scientifiche di oggi  possiamo direzionare la nostra attenzione alla cura collaborativa di noi stessi e della nostra terra.
La nostra evoluzione dipende dalla nostra capacità immediata di cambiare paradigma e con esso quindi modificare tutte quelle convinzioni che ci mantengono in questo impasse. Accettare la nostra responsabilità circa la situazione in cui ci troviamo significa permetterci di utilizzare il nostro potere per modificarla anche radicalmente, e questo può avvenire in tempi rapidissimi se ci mettiamo nella giusta prospettiva e ci permettiamo di agire, indipendentemente da quello che farano gli altri e indipendentemente da quanti altri faranno ciò che faccio io!
Tutto il potere viene da dentro (ma da dentro di me, non da dentro gli altri!)

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