giovedì 17 settembre 2015

Rolando Dubini

Gianni Viola ha condiviso la foto di Rolando Dubini.
8 h
Rolando DubiniaLa RUSSIA di Putin (con Lambrenedetto)
TUTTO QUELLO CHE AVRESTE VOLUTO SAPERE SUL "FENOMENO" DIEGO FUSARO (OTTIMO PRATICANTE DI PNL) E VI HANNO SEMPRE NASCOSTO ACCURATAMENTE
FUSARO DIEGO: MARXISTA IMMAGINARIO, REAZIONARIO NELLA REALTA', INGANNA L'ASCOLTATORE CON LA SUA SUADENTE VERITA' ROSSOBRUNA. NON FATEVI INGANNARE, NON SOSTIENE PUTIN, MA PROMUOVE L'ESTREMA DESTRA ITALIANA STRUMENTALIZZANDO LA FIGURA DEL PRESIDENTE RUSSO PUTIN
PREMESSA
Fusaro è un suadente parlatore che unisce banalità ripetitive a concetti velenosi.
Maschera con abilità il suo vero pensiero, ma chi come me ha avuto modo di discuterci anni fa, gli contestavo la sua passione per il razzista nazifascista Julius Evola, è facile decifrare gli inganni che da buon camaleonte rossobruno distribuisce a destra e manca.
Si pavoneggia citando Marx ma FUSARO NON E' MARXISTA, o meglio è un marxista immaginario perchè rifiuta il criterio interpretativo della lotta di classe tra proletariato e borghesia come motore della storia, definisce, col suo tipico stile retorico e privo di contenuto, il capitalismo come “meccanismo autoreferenziale” nel quale al centro non vi è la borghesia, ma la tendenza alla autoriproduzione e all'accrescimento (di cosa non è chiaro, per chi non si sa).
Dice di non essere fascista ma ama il razzista nazifascista Julius Evola, le cui opere sono tradotte in russo da colui che si dichiara espressamente fascista rosso, Dugin.
Fusaro da una interpretazione della globalizzazione, dell'imperialismo e dell'occidentalismo e del ruolo della Russia che sotto l'apparenza battagliera, pseudomarxista e falsamente alternativa nel profondo si basa sui tre elementi fondamentali del pensiero fascista e mussoliniano tradizionale: DIO (ma feroce e impietoso con i diversi, gli immigrati, i gays), PATRIA (nel senso del nazionalismo aggressivo e deteriore che odia le culture diverse dalla propria), FAMIGLIA (come organismo naturale quasi militare e a dominio maschile).
Distorcendo i valori tradizionali sostituisce alla contraddizione imperialismo-antimperialismo e capitale-lavoro la contraddizione culturale (solo sua e di chi la pensa come lui) tra occidente ed eurasia, tra America e Russia (e non ha caso omette di parlare della Cina, guidata dal Partito Comunista).
Inoltre rifiuta e ignora, perchè non la conosce l'analisi della situazione economica, la crisi capitalista di sovraproduzione, e il ruolo fondamentale dei conflitti sociali ed economici. Tutte cose che per lui non esistono. Per lui esiste solo la geopolitica, pure sempre più rilevante.
E spesso frequenta conferenze organizzate da gruppuscoli fascisti italiani (L'Intellettuale Dissidente, Casa Pound ecc.), o con intellettuali fascisti italiani e stranieri (come De Benoist).
Non fatevi ingannare, è un rossobruno, ovvero un fascista mascherato da finto (perchè inefficace e controproducente) oppositore dell'imperialismo.
E' un propagandista di valori fascisti informa mascherata. E' un camaleonte che fa danni e vi porta verso l'estrema destra neofascista.
Viva Lenin e viva pure i Beatles !!! autori questi ultimi della fantastica canzone Back in Ussr.
Qui vedete Paul McCartney a Mosca, nella Piazza Rossa, presente Putin, canta Back in Ussr. Evidentemente Putin ama la buona cultura musicale occidentale.
https://www.youtube.com/watch?v=tw0kJf_15QE
SU FUSARO di Jacopo E. Milani
Negli articoli della rivista online Lo Spiffero critica la lotta all’omofobia, concretizzatasi con una proposta di legge per rendere giuridicamente valida una forma di matrimonio omosessuale che, a suo dire, attenta allo status della famiglia tradizionale, baluardo dei vincoli etici che frenano i disvalori del libero mercato. Allo stesso modo contesta la lotta per la laicità dello Stato, perché combattendo la metafisica religiosa in ragione della scienza vista come unica conoscenza valida, essa finisce per contrastare l’unica forza etica in grado di contrapporsi allo strapotere dell’economia, e produce un rafforzamento dell’individualismo a scapito del senso di comunità.
Non vengono tralasciati due temi fondamentali, derivanti da decenni di lotta politica: l’antifascismo, che Fusaro considera inutile in assenza del regime mussoliniano e che, come lo speculare anticomunismo, è stato funzionale a bloccare il dibattito politico in schieramenti di destra e di sinistra tra loro intercambiabili per programma politico e strategie; e la lotta politica a Silvio Berlusconi, affiancata dalla difesa del leader in senso garantista, altrettanto funzionale sia a bloccare l’elettorato sui due partiti politici maggiori, con il pretesto del voto utile, sia a promuovere una lotta politica non più in conflitto con il sistema ma in difesa delle sue forme e leggi, di cui la sinistra, un tempo contrapposizione, ne è divenuta forza custode e più pienamente rappresentativa
… Secondo Fusaro, … occorre una strategia di uscita dall’Unione europea e dal sistema valutario dell’euro, da entrambi considerato il principale strumento con cui il grande Capitale, specialmente finanziario, riesce a controllare le politiche dei Paesi per piegarle ai propri interessi, e a scindere la cittadinanza da qualsiasi senso di comunità che possa coinvolgerla nella partecipazione democratica. Per questo, la lotta all’Unione europea e all’euro trova un complemento nella ricostituzione di Stati nazione, con pieno controllo sull’economia interna e in cui la comunità nazionale possa essere ricostituita come ente concreto, in un’idea di comunità viva prima di tutto dal punto di vista culturale, nella quale i cittadini possano essere parti attive e attore storico, e non più consumatori alienati funzionali agli interessi del capitalismo.
Le critiche poste alla sinistra riformista odierna, che non lotta per questo tipo di obiettivi e viene dunque accusata di essere finta opposizione funzionale alla globalizzazione, unite all’ambizione di rifondare i vecchi Stati nazione e a un concetto di comunità culturale, oltre che una posizione antagonista rispetto all’imperialismo americano, trovano simpatie nell’ambito dell’estrema destra e dei nuovi populismi
… L’approccio di Preve … al di là della destra e della sinistra, che trova molte simpatie tra militanti populisti e nazionalisti, come la Lega Nord, è stato criticato dagli intellettuali dell’area progressista o di sinistra in quanto ‘rossobruno’, ossia ibrido tra propaganda di sinistra e contenuti di destra, utile per diffondere idee neofasciste tra la militanza e l’area di sinistra.
Realtà rossobrune esistono da sempre nella storia dell’estrema destra, Aleksandr Dugin e Claudio Mutti, per esempio, che sono stati interlocutori di Preve, attraverso il progetto Eurasia e l’organizzazione del Campo Antimperialista in occasione delle guerre in Libia e in Siria, uniscono una lotta all’imperialismo americano a un progetto federativo paneuropeo basato sulla collaborazione in senso protezionista, sia dal punto di vista economico, sia dal punto di vista di politica interna, mirato alla ‘difesa delle tradizioni’ in luogo della difesa della purezza etnica.
Esistono poi i casi del movimento Stato e Potenza di Stefano Bonilauri, che al pari coniuga politiche nazionaliste a un programma di tipo stalinista filorusso e filocinese, e del movimento Comunismo e Comunità di Maurizio Neri, che si riferisce direttamente alle tesi di Preve o dell’intellettuale francese Alain Soral, che con il suo movimento Égalité et Réconciliation cerca appunto di unire tesi socialiste e patriottismo in un endorsement innovativo al Front National.
… È pur vero tuttavia che lascia perplessi una lettura di Marx che, per purificarne il pensiero, esclude la ripresa di tutto un precedente portato illuminista e socialista da cui Marx, come sostiene anche Hobsbawm, ha preso spunto per criticare i contemporanei.
Inoltre, parlare di sovranità nazionale e fondare su una lotta comunitaria la propria proposta, senza specificare su quale tipo di comunità e su quali valori si fonda questa lotta, e allo stesso tempo non valutare l’ipotesi di una comunità fondata su liberté, égalité, fraternité e sui diritti dell’uomo, significa lasciare un vuoto importante che altri possono riempire con elementi di estrema destra. Jacopo E. Milani
FUSARO E LA GRECIA: PRIMA TSIPRAS E' QUASI UN GENIO POI UN TRADITORE
PRIMA
Intervista a Fusaro
Che idea si è fatto delle ultime mosse di Tsipras?
«Bisogna capire bene la sua strategia che si valuterà sul lungo periodo, per ora sta andando meglio delle aspettative che personalmente avevo riposto in lui. Sta giocando con grande astuzia, lui non afferma mai che vuole uscire dall’Europa e dell’euro ma sta creando la situazione per poi dire: “Sono loro che mi costringono a uscire”, mi pare che un po’ alla volta si vada in quella direzione».
Quindi secondo lei alla fine la Grecia uscirà dall’Ue?
«Si arriverà a questo, se non ora tra qualche mese, la situazione della Grecia ormai è ingestibile. Sicuramente faranno di tutto per impedirlo, per non farla diventare un esempio per gli altri popoli e per mettergli i bastoni tra le ruote. Viene meno il dogma dell’euro, i greci hanno fatto una ferma opposizione su questo».
Che idea si è fatto delle ultime mosse di Tsipras?
«Bisogna capire bene la sua strategia che si valuterà sul lungo periodo, per ora sta andando meglio delle aspettative che personalmente avevo riposto in lui. Sta giocando con grande astuzia, lui non afferma mai che vuole uscire dall’Europa e dell’euro ma sta creando la situazione per poi dire: “Sono loro che mi costringono a uscire”, mi pare che un po’ alla volta si vada in quella direzione».
Quindi secondo lei alla fine la Grecia uscirà dall’Ue?
«Si arriverà a questo, se non ora tra qualche mese, la situazione della Grecia ormai è ingestibile. Sicuramente faranno di tutto per impedirlo, per non farla diventare un esempio per gli altri popoli e per mettergli i bastoni tra le ruote. Viene meno il dogma dell’euro, i greci hanno fatto una ferma opposizione su questo».
http://www.intelligonews.it/…/grecia-il-filosofo-fusaro-ora…
DOPO
Spiace doverlo ammettere, ma Tsipras si è confermato esattamente per come l'avevo inteso in origine. Senza se e senza ma.Tsipras: la sinistra che sta con l’euro; la sinistra che sta col capitale e con i padroni; la sinistra che ha tradito Marx e i lavoratori. Tsipras ha abbassato di 100 euro (!) le pensioni minime, non dimenticatelo
https://www.facebook.com/fusaro.diego/posts/10207785751187688?fref=nf
IL SESSO MATTO DI DIEGO FUSARO
Sor­prende, dovrebbe sor­pren­dere, ma in realtà fini­sce col non sor­pren­dere per nulla, in que­sta epoca in cui è il main­stream media­tico a sta­bi­lire chi può pon­ti­fi­care dall’«alto» delle luci della ribalta (a pre­scin­dere dalla coe­renza e serietà delle affer­ma­zioni), che sia uno stu­dioso che si pro­clama allievo di Hegel, Marx e Gram­sci a uti­liz­zare il nome di que­sti (e poco più) per dif­fon­dere un mes­sag­gio volto a con­dan­nare filo­so­fi­ca­mente il diritto alla libertà ses­suale (e al rico­no­sci­mento giu­ri­dico) di quelle per­sone che non si rico­no­scono nella “nor­male” pra­tica ete­ro­ses­suale, o che per le più sva­riate ragioni non for­mano una fami­glia “tradizionale”.
Certo, Diego Fusaro (sto par­lando di lui, ma sem­bra che pro­duca epi­goni), sta­volta dal suo Blog per «il Fatto Quo­ti­diano» (http://www.ilfattoquotidiano.it/…/di-family-day-e-…/1799898/), si salva sem­pre aggiun­gendo quell’aggettivo («indi­pen­dente») al suo pro­cla­marsi allievo dei sud­detti maestri.
La qual cosa, a conti fatti, gli con­sente di usare la loro ter­mi­no­lo­gia e le loro frasi come se fos­sero degli afo­ri­smi rin­trac­ciati nei baci Peru­gina, per poi pie­garli vio­len­te­mente alla sua pro­pria convinzione.
Certo, Hegel par­lava della «fami­glia» come primo momento dell’«eticità» (cioè della vita pub­blica). Ma anche uno stu­dente di filo­so­fia al primo anno sa che i «primi momenti» in Hegel sono i meno rile­vanti, quelli desti­nati a essere supe­rati da momenti più alti e com­pleti. Nel caso di Hegel la fami­glia deve essere supe­rata da una «società civile» in cui si eser­citi la piena libertà indi­vi­duale, non­ché da uno Stato che non si lascia rego­lare da dogmi ideo­lo­gici e men che mai reli­giosi nell’esecuzione del pro­prio governo e nella pro­mul­ga­zione delle leggi.
Certo, Marx par­lava dell’emancipazione umana da un regime inna­tu­rale e sfrut­ta­tore come quello capi­ta­li­sta. Ma è lo stesso Marx che con­si­de­rava la «fami­glia» come un ele­mento fon­da­tivo di quello stesso sistema capi­ta­li­stico, tanto da defi­nirla un micro­co­smo in cui si repli­ca­vano gli stessi rap­porti di forza e di sfrut­ta­mento (a danno della donna) tipici del macro­co­smo della società capitalista.
… ce lo ritro­viamo a rei­te­rare abili e sem­pre uguali mes­sag­gini da social net­work sulla fami­glia «tra­di­zio­nale», sulla teo­ria gen­der che vuole abo­lire la distin­zione fra uomini e donne, sul «capi­ta­li­smo asso­luto» (sic!) che ha biso­gno di indi­vi­dui ato­miz­zati e per que­sto decide di distrug­gere l’istituzione famiglia.
Il tutto, con scarso senso del ridi­colo ...
… Quale sedi­cente intel­let­tuale rivo­lu­zio­na­rio, sacer­dote dell’«emancipazione umana» può appog­giare posi­zioni cul­tu­rali e poli­ti­che che si pro­pon­gono la limi­ta­zione della libertà di alcuni indi­vi­dui di vivere libe­ra­mente la pro­pria ses­sua­lità e vedersi rico­no­sciuti i diritti civili che spet­tano a ogni cit­ta­dino, a pre­scin­dere dalle pro­prie idee e dai pro­pri gusti?
Gay, lesbi­che, tan­sgen­der, per­fino i sin­gle, sono quindi tutti dei virus sociali che com­plot­tano, in stretta alleanza col capi­ta­li­smo, per distrug­gere la fami­glia e le isti­tu­zioni «tra­di­zio­nali», o piut­to­sto dei cit­ta­dini che pagano le tasse e vogliono vedersi rico­no­sciuti deter­mi­nati diritti poli­tici e sociali? I cit­ta­dini, ci inse­gnava quell’Hegel citato a spro­po­sito da Fusaro, non pos­sono essere rico­no­sciuti, giu­di­cati e quindi discri­mi­nati rispetto al loro essere pec­ca­tori agli occhi di una morale specifica.
http://ilmanifesto.info/…/il-sesso-matto-di-diego-fusaro-f…/
APPROFONDIMENTO
Fusaro puo' “pubblicare libri con i più prestigiosi editori, dirigere una collana di testi filosofici, andare in televisione a tuonare contro il capitalismo e l’ideologia gender, partecipare a convegni col fior fiore degliintellettuali infrequentabili, condurre un programma su Radio Padania, rilasciare alla stampa russa intervistea sostegno di Vladimir Putin, fare dei selfie con Marione Adinolfi e infine essere definito “filosofo dagli occhi azzurri che conquista le donne con le citazioni”. “
“... a leggere e ascoltare certe esternazioni di Fusaro si può avere l’impressione di avere a che fare con un idiot savant che ripete meccanicamente degli slogan “.
Stupefazione, anche, per come Fusaro sia riuscito a non far pesare la sua progressiva radicalizzazione politica sul credito che gli prestano editori come Il Mulino, Bompiani e Feltrinelli. Così, come se nulla fosse, uno storico editore della sinistra italiana ha potuto affidare una monografia su Antonio Gramsci al promotore di un Fronte Nazionale Italiano. Nessuno sembra voler fare caso al fatto che il Gramsci di Fusaro, anti-scientifico e nazionalista, sia una filiazione diretta del gramscismo di destra teorizzato negli anni Settanta da Alain De Benoist. Un Gramsci fascista se teniamo fede alla definizione che De Benoist fornisce del fascismo come, appunto, “variante del socialismo avversa al materialismo e all’internazionalismo”.
Com’è potuta accadere questa cosa che chiamiamo Diego Fusaro? Alle fondamenta dell’edificio c’è una rapida carriera accademica, sostenuta dall’impressionante socievolezza del giovane Fusaro con alcuni grandi vecchi della filosofia italiana, a cominciare da Giovanni Reale e Gianni Vattimo. E poi l’incontro col pensiero di Costanzo Preve, studioso di Marx che teorizzò il superamento della dicotomia destra-sinistra, caldeggiando la nascita di un fronte comune — “rossobruno” come dicono alcuni, o “eurasiatico” come dicono altri — contro il capitalismo. Per questo motivo, alla fine della sua vita Preve si trovò a pubblicare i suoi libri per editori di estrema destra (Edizioni all’insegna del Veltro, Settimo Sigillo…) accanto a Julius Evola, Corneliu Codreanu e Robert Faurisson.
È da Preve che Fusaro prende le sue idee principali, ma è soltanto traducendole in un sistema di frasi a effetto che il giovane filosofo trova la ricetta adatta per bucare lo schermo. La sua strategia “nazionale-popolare”, programmaticamente gramsciana, si pone come obiettivo di “creare un nuovo senso comune” tenendo conto dei “semplici” (bontà sua) al fine di creare un “fronte trasversale” contro il “capitalismo trionfante”. Tutto questo, tuttavia, senza mai definire chiaramente le caratteristiche del suo progetto politico radicale.
… per sua stessa ammissione si considera più vicino al programma di CasaPound che a quello di Tsipras. Marxista, Fusaro? Questo proprio no, a meno di considerare marxista chiunque abbia il vezzo di citare Marx, e ultimamente sono tanti e insospettabili, da Alain De Benoist a Marine le Pen: Fusaro stesso si definisce “allievo indipendente di Marx e Hegel”, come già Preve prima di lui, ma il suo immaginario politico assomiglia quello del socialismo controrivoluzionario otto-novecentesco che culmina nel circolo Proudhon. Pare di avere a che fare con un caso particolarmente acuto di “marxismo immaginario”, per citare Raymond Aron…
… allora diciamo che Fusaro è indubbiamente un ‪#‎sovranista‬ e approssimativamente un ‪#‎lepenista‬.
… Malgrado la giovane età, Diego Fusaro è già fatto maestro nell’arte in cui eccellono i più celebrati filosofi contemporanei: quella di riuscire a trattare qualsiasi problematica dicendo sempre le stesse quattro cose, assumendo inoltre un linguaggio e un’espressività che il pubblico riconoscerà come professorale. A differenza di altri filosofi universitari ai quali viene rimproverato di esprimersi in un idioletto indecifrabile — ad esempio usando paroloni come “idioletto” — Fusaro parla e scrive in maniera relativamente chiara e persino pedagogica, anche se non immune da una certa tragicomica pesantezza.
La chiacchiera fusariana consiste nel montaggio semi-aleatorio di un pugno di moduli argomentativi preconfezionati, di formule declamatorie (“lo dico nel modo più radicale possibile”) e di citazioni ricorrenti (“cretinismo economico”, “epoca della compiuta peccaminosità”, eccetera). Come già segnalato sopra, molti elementi del suo discorso sono presi di peso dai libri di Costanzo Preve. Il risultato non è diverso da quello che si potrebbe ottenere con un generatore automatico e la quantità di testi generabile in questo modo è potenzialmente infinita, come testimonia la prolificità del giovane filosofo. Avventurarsi nella visione della sua gigantesca videografia su YouTube significa fare i conti con un universo di slogan ripetitivo e autoreferenziale. E per ciò stesso, incredibilmente efficace.
Talvolta il meccanismo s’inceppa e produce delle affascinanti anomalie, dei loop e dei glitch nel tessuto logico. Ecco un esempio gustoso della lingua fusariana, del suo modo di “occupare lo spazio” dicendo poco o nulla, tratto da un intervento al Festival della Politica di Mestre nel 2014:
Io credo che si tratti oggi più che mai di lavorare filosoficamente a partire da una critica delle ideologie che porti all’attenzione la critica del potere come necessariamente basata sulla critica delle ideologie.
Questa frase non passerebbe il test di Turing, celebre esperimento mentale che serve a distinguere l’intelligenza umana da quella artificiale.
La carriera accademica di Fusaro segue il ritmo delle numerose pubblicazioni scientifiche, come il recente Fichte e l’anarchia del commercio. Si tratta di una lettura de Lo Stato commerciale Chiuso di Johann Gottlieb Fichte, testo feticcio della nuova destra ripubblicato nel 2009 per le Edizioni di Ar da Franco Freda, già fondatore del primo Fronte Nazionale italiano. Più che un vero saggio di storia delle idee, il libro di Fusaro è un capolavoro nell’arte di allungare il brodo: due o tre occorrenze per ogni singola citazione da Fichte; la tesi del libro parafrasata decine di volte cambiando l’ordine delle parole ma senza mai riuscire a darle maggiore profondità; grappoli di frasi identiche una dietro l’altra. Se vi siete mai chiesti come sia possibile realizzare un libro di 274 pagine con il materiale che serve a riempirne tutt’al più una cinquantina, un indizio tiene in questa semplice citazione dal testo (pp. 96-97):
L’aporia può essere superata continuando a concentrare l’attenzione sul mondo storico a contatto con il quale la Wissenschaftslehre come System der Freiheit si è venuta costituendo. È nostra convinzione che l’aporia possa essere superata continuando a concentrare l’attenzione sul mondo storico a contatto con il quale la Wissenschaftslehre è sorta.
Se non fosse chiaro, Fusaro sta dicendo che l’aporia si può superare concentrando l’attenzione sul mondo storico dalla quale è sorta la Wissenschaftslehre, che poi è un altro modo di affermare che si potrà superare l’aporia concentrandosi sul mondo storico a contatto della quale la Wissenschaftslehre si è costituita. La cosa più interessante è che comunque Fusaro non ci dirà assolutamente nulla di rilevante su questo benedetto contesto storico. Contrariamente a quello che ribadisce spesso, il nostro è incapace di storicizzare i testi: la sua tesi su Fichte infatti, molto simile alla sua tesi su Gramsci, è che… bisogna uscire dall’Euro! Per un’introduzione più pertinente all’opera di Fichte nel suo contesto, si preferirà leggere l’ottimo The Closed Commercial State: Perpetual Peace and Commercial Society from Rousseau to Fichte di Isaac Nakhimovsky.
Tra il 2005 e oggi Fusaro ha pubblicato più di dieci monografie. La maggior parte sembrano libri composti secondo le buone regole della scrittura filosofica universitaria e indicano una frequentazione approfondita delle fonti. Bentornato Marx! Rinascita di un pensiero rivoluzionario, per fare un esempio, svolge in maniera indubbiamente scorrevole il compito di difendere la sua tesi. Tesi piuttosto contestabile, va detto, che ancora una volta è esattamente la stessa di Preve: secondo Preve-Fusaro, della tradizione marxista si deve lasciar perdere l’elaborazione economica e invece concentrarsi sul lascito puramente filosofico. L’economia è, in generale, la bestia nera di Fusaro, che diffida da ogni confronto con la realtà empirica poiché potrebbe scoraggiare l’ottimismo della volontà.
È un libro che parla molto di alienazione, di feticismo, di sfruttamento, e assolutamente mai di composizione organica del capitale, di caduta tendenziale del saggio di profitto o semplicemente di teoria delle crisi. Il Marx di Fusaro sta qui semplicemente per dirci che il capitalismo è una cosa ingiusta, da abbattere a ogni costo, e non ci dice nulla sugli elementi che condannano il sistema a una perenne instabilità. Questo Marx è un Dickens che parla come un hegeliano. Appiattendo il pensiero di Marx sull’idealismo tedesco, Fusaro può facilmente liberarsi di tutto ciò che nel pensatore di Treviri appartiene alla tradizione del marxismo novecentesco e tornare alla fonte di un socialismo pre-scientifico, pronto per convergere con nazionalismo e comunitarismo. E d’altra parte, questo suo lavoro sull’attualità del pensiero di Marx — fermo circa ad Althusser — astrae totalmente dai più recenti dibattiti.
Il pubblico di Fusaro è fatto di chi, non avendo avuto modo di sentire altrove certe idee, si convince che queste siano originali e controcorrente. Si convince quindi che esista una dittatura del “pensiero unico” semplicemente perché si abbevera egli stesso alle fonti della cultura dominante e non riesce a concepire che magari è la sua concezione di destra e di sinistra ad essere caricaturale. Ogni volta che legge un trafiletto su ... la teoria del gender, marginalissima moda intellettuale ..., invece di farsi una bella risata lo prende come indizio di un progetto mondialista che minaccia direttamente il suo uccello. Questa non è critica dell’ideologia, e nemmeno dialettica conservatrice: è retorica populista, buona solo per arringare le folle.
Non avevamo certo bisogno di Fusaro per aprirci gli occhi sulle contraddizioni della sinistra e del capitalismo, eppure eccolo qui. Qualcuno lo applaude per avere scoperto l’acqua calda e lui la butta giù a secchiate su facili capri espiatori, nella più nobile tradizione di un “socialismo degli imbecilli” (cit. August Bebel) incapace di vedere all’opera le forze dell’economia dietro i comportamenti degli individui. Nel frattempo, la stampa, l’editoria e l’accademia continuano a fare come se fosse tutto normalissimo: d’altra parte questo ragazzo va in televisione, non lasciamocelo scappare! Altrimenti chi se lo compra un libro su Gramsci?
http://www.minimaetmoralia.it/…/che-cosa-abbiamo-fatto-per…/
FUSARO PROPONE IL FRONTE NAZIONALE ITALIANO (tipico concetto fascista)
“è ora di fare un fronte nazionale italiano ('il nuovo Principe') per salvare il Paese dalla dittatura europea!”
https://twitter.com/diegofusaro/status/499094669473882112

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