Il peschereccio russo Oleg Naydenov affonda per un incendio. Lancia della Guardia Civil raccoglie una tartaruga ricoperta di nafta. La zona è un paradiso per i delfini. Corsa contro il tempo per scongiurare lo scempio sulle coste dell’arcipelago
AFP
Il peschereccio russo Oleg Naydenov nel momento in cui ha preso fuoco
16/04/2015
GIAN ANTONIO ORIGHI
MADRID
«Questa è una catastrofe, gli animali si stanno già avvelenando con il combustibile». Non potrebbe essere più drammatico l’allarme lanciato stamani da giornale “Canarias 7” ad un giorno e mezzo dall’inabissamento del peschereccio russo Oleg Naydenov, a 23 km a sud di Maspalomas (Las Palmas de Gran Canarias ), con nelle stive 1.409 tonnellate di nafta. La marea nera, monitorata da un aereo e da due rimorchiatori di Salvamento Maritímo (il Guardacoste spagnolo), ha già raggiunto una estensione di 12 km.
Le correnti marine spingono il carburante, già solidificato per la freddezza della acque atlantiche, verso sud, in mare aperto, ma stando alla previsioni, domani potrebbero cambiare e spingere la marea nera verso Tenerife, una delle 7 isole principali delle Canarie, che vivono di turismo. Ieri una lancia della Guardia Civil ha raccolto una tartaruga ricoperta di nafta (la zona dove la nave è colata a picco è ricchissima di pesci e un paradiso per i delfini) che riusciva a stento a galleggiare.
Ecco l’immagine che sta facendo il giro del mondo:
«È un disastro che colpirà tutta la fauna della zona, specialmente i puffini (uccelli che pescano con il loro lungo becco), che moriranno subito», lamenta il biologo marino Pascual Calabuig. A Las Palmas è arrivata la ministra dello Sviluppo, Ana Pastor, per coordinare il da farsi. Nel tratto di mare dell’incidente è stato spedito un robot sottomarino per esaminare la chiglia della Naydenov, che giace sul fondo marino a 2.400 metri di profondità e che in passato era stato denunciato dal Senegal per la sua illegale pesca a strascico. La nave era stata portata al largo dopo che si era incendiata sabato scorso nel porto dell’isola e i pompieri non erano riusciti a spegnere le fiamme originatesi nella sala macchine.
Greenpeace denuncia che il peschereccio è stato rimorchiato in un’area protetta «di altissimo valore ecologico». E il fantasma del Prestige, la petroliera colata a picco che inondò di nafta la Galizia nel 2002, torna come un incubo. Come le polemiche per non aver un protocollo che consenta di disporre di zone ad hoc, nei porti, per far fronte alle emergenze.
La “macchia” di petrolio vista dall’alto
Nessun commento:
Posta un commento