Con la seconda guerra mondiale gli Stati Uniti hanno sviluppato una apparato militare gigantesco che praticamente è poi diventato, negli anni della guerra fredda, l’industria più fiorente e importante del paese. Gli Stati Uniti sono infatti uno stato militare retto da un imperatore sedicente democratico che agisce per conto di industriali e militari. Il ruolo di gendarme del mondo è un ruolo assai gravoso da un punto di vista bellico perché richiede uno sforzo economico notevole e un esercito potentissimo e tecnologicamente avanzato. Con la fine della guerra fredda e la caduta dell’Unione Sovietica gli Stati Uniti si sono ritrovati vincitori, ma è stata una vittoria di Pirro perché, con la fine del nemico storico, finiva anche il motivo di tenere in piedi un apparato militare che in teoria non aveva più ragione d’essere. Vi immaginate un mondo senza più il nemico e tutte le forze armate statunitensi che, dall’Europa e dalle altre zone del mondo dove erano dislocate per confrontarsi con i comunisti, devono tornare a casa? E cosa fa l’industria bellica e tutto quello che ci gira attorno? Si ferma o quasi? Sarebbe stata una catastrofe economica e occupazionale. Urgeva assolutamente trovare un nuovo nemico e guarda caso “stranamente” ecco pronta su di un vassoio d’argento l’invasione del Kuwait da parte di Saddam Hussein e di conseguenza la guerra dell’occidente contro l’Iraq con a capo gli Stati Uniti. Kuwait e Iraq che diventano il campo di battaglia dove gli americani traslocano molte delle loro truppe disoccupate e fanno una bella vetrina della loro potenza ergendosi ancora a paladini della libertà contro i nuovi cattivi di turno. Con Saddam Hussein iniziava la fabbricazione di un nuovo nemico su cui concentrare e giustificare un apparato bellico che se dovesse per qualche motivo rendersi inutile, porterebbe al collasso l’intera nazione statunitense in pochi minuti. Altro che Lehman Brothers…
E così, passo dopo passo, aggressione dopo aggressione, si arriva fino alle Torri Gemelle, altro capolavoro dell’intelligence, dove la potenza più forte del mondo in grado di individuare ed eliminare una mosca in qualsiasi zona della terra, in qualsiasi momento, lascia volare fuori rotta indisturbati enormi aerei di linea fino a schiantarsi su grattacieli e addirittura sul Pentagono, senza intervenire minimamente. Una cosa così inverosimile e assurda che, solo grazie al martellamento e ad una propaganda curata fin nei minimi particolari, è stata trasformata in cosa normale e concepibile. E, guarda caso, anche in quella occasione riecco la guerra come risposta e ancora il nemico cattivo e spietato da combattere in tutti i modi. Si iniziava quindi a formare sempre di più il profilo di un nemico in grado di ricalcare quello sovietico o comunista in generale, un nemico minaccioso e molto forte che poteva colpire ovunque in qualsiasi momento, anche in casa nostra. Ma per convincere l’opinione pubblica e per sostituire i mangiatori di bambini comunisti, c’era bisogno di azioni eclatanti, bisognava essere colpiti al cuore e si sa che le persone si indignano solo quando gli schizzi di sangue gli arrivano addosso; delle migliaia, anche milioni di persone che muoiono, anche a causa nostra, in Africa o in altri continenti, si sa, ci interessa poco o nulla, ma se i morti sono i tuoi e te li trovi davanti casa con tanto di reporter al seguito, allora cambia tutto…
Ecco quindi il terrorismo internazionale sotto forma del feroce Saladino, ottimo rimpiazzo del comunismo, il migliore; gli ingredienti per una lotta di lunghissima durata e per la quale mai abbassare la guardia, ci sono tutti.
Guerra di civiltà, noi superiori “ariani” democratici e “loro” tribali, rappresentati spesso come bestie, responsabili di ogni nefandezza, come se la nostra civiltà che è stata in grado di esportare distruzione e morte ovunque e che adesso con il suo Way of life ha dichiarato guerra al mondo intero distruggendo l’ambiente e ogni forma vivente, potesse permettersi di insegnare qualcosa dall’alto della montagna di cadaveri su cui siede! Guerra di religione, dalla nostra parte il cristianesimo e il cattolicesimo in particolare, che tanta importanza hanno avuto nella lotta contro i comunisti e che ora si ergono a baluardo contro gli infedeli. I terroristi poi possono essere ovunque e si stanno infiltrando in ogni nostro paese, quindi non saremo più sicuri, dovremo guardarci le spalle continuamente dal diverso, dal possibile assassino. E poi la ciliegina sulla torta: c’è addirittura uno Stato, che in quanto tale identifica sempre meglio la forza di una minaccia. Ecco quindi lo Stato Islamico con le minacciose bandiere nere, che ci manda continuamente filmati di gente sgozzata e monumenti distrutti, in un misto di orrore e disprezzo totale per la cultura, punti assai sensibili per noi civili occidentali che abbiamo distrutto e continuiamo a distruggere ogni tipo di cultura diversa dalla nostra.
Quindi alla fine, gli Stati Uniti ce l’hanno fatta, a forza di vender loro armi, di dar loro tutto l‘appoggio possibile, di allearsi con loro quando faceva comodo (basti pensare a quando armavano i talebani che erano l’alleato contro i sovietici quando serviva), di fare enormi affari con i ricchissimi e dittatoriali stati islamici, si è arrivati alla situazione attuale. Il nuovo nemico, più o meno artificiale perché costruito da chi ha interesse a costruirlo e a manovrarlo a suo piacimento, che ci minaccia tutti e dal quale bisogna assolutamente difendersi, pena la distruzione della nostra civiltà superiore. Il mondo occidentale non potrà che avere bisogno e richiedere la protezione ancora una volta del gendarme americano che continuerà prontamente a portare la democrazia di sangue, sofferenza e morte ovunque sia di suo interesse. Un gruppo Hard Core tedesco, gli Erosion, già all’inizio degli anni ‘90 cantava in maniera critica e apocalittica che saremmo arrivati alla guerra con l’Islam che è esattamente quello che adesso pazzi di ogni risma vogliono assolutamente per la riconquista di un simbolico santo sepolcro in una riedizione di moderne crociate.
Dal terrorismo ovviamente ci guadagna sempre chi vuole la restrizione di ogni libertà, chi vuole la paura al potere; il terrorismo stesso non può che essere parente stretto di chi invoca ora guerre sante, perché hanno entrambi lo stesso interesse ed entrambi fanno il gioco l’uno dell’altro, facile pensare che ci sia dietro molta puzza di bruciato.
Di fronte a morti e feriti per le strade delle nostre capitali, in effetti si fa fatica a dire di guardare bene alla situazione, di vedere effettivamente chi c’è dietro a chi arma i terroristi, a chi poteva fermarli e non l’ha fatto e perchè. Ma fino a lì meglio non spingersi, meglio non farsi troppe domande, si potrebbero scoprire cosa inquietanti, scomode, meglio affermare come sempre che è tutta dietrologia, come se fare ragionamenti razionali e conoscere la storia e la geopolitica internazionale da un punto di vista indipendente e non prezzolato, sia una cosa vietata e da non fare assolutamente.
Lo stesso quotidiano Repubblica, recentemente in un articolo a firma di Lucio Caracciolo, si chiedeva se agli Stati interessasse veramente, oppure no, sconfiggere un nemico simile, per tutta una serie di motivi, tra i quali anche alcuni qui riportati. E se ci arrivano pure a Repubblica, vuol dire che è proprio il segreto di Pulcinella.
Il nemico, per chi vive di guerra, è semplicemente indispensabile e se non c’è lo si crea, lo si costruisce letteralmente o gli si danno tutte le condizioni affinchè possa prosperare; meglio non sconfiggerlo mai definitivamente, meglio fare in modo che comunque covi dalle braci per poi riattizzarlo ad ogni momento utile, fargli ammazzare un po’ di gente qui e lì, permettergli di fare attentati eclatanti (una delle accuse maggiori sulla questione delle Torri Gemelle fu proprio che chi doveva intervenire o comunque evitare l’accaduto, di cui tra l’altro si era perfettamente al corrente, fece esattamente il contrario in una sequela di incredibili “misteri” sul perché non si agì). Come se fosse credibile che nessuno sappia nulla tra servizi segreti e simili, con gli apparati tecnologici sempre più sofisticati e finanziamenti stratosferici con migliaia di persone che ogni giorno controllano tutto e tutti. Gente che non fa altro che considerare tutti gli scenari possibili e immaginabili e che sa che l’esistenza di un nemico gli fornisce da mangiare ogni giorno. Ma secondo voi, tutte queste persone, compresi tutti coloro che sono impiegati nelle forze militari/industriali statunitensi, se non avessero più nemico, se ne andrebbero a casa felici e finalmente vivrebbero in pace? Immaginate se a Marchionne finisse il petrolio domani mattina; come minimo si suiciderebbe, non penserebbe certo che sarebbe una salvezza per sé, per i suoi parenti e per il pianeta.
Quindi ora le destre prenderanno sempre più potere, gli Stati di polizia saranno ancora più restrittivi, le frontiere ancora più blindate, ogni immigrato sarà additato come un potenziale terrorista e il mondo si avvierà verso la pazzia collettiva e le guerre sante dove i Brancaleone odierni renderanno il Brancaleone originale un sommo saggio al loro confronto. Peccato però che con Gassman, Villaggio e compagnia si rideva, qui non ci sarà niente da ridere perché come al solito le persone moriranno a turno da una parte e dall’altra sull’altare dell’indispensabile nemico, buono per tutte le stagioni e adatto a tutte le esigenze. L’importante è che la pace non regni mai sovrana, ma che ci siano solo la morte e la distruzione; e così sia.
Una soluzione c’è ed è la più semplice e sensata: costruire una società globale di pace basata sulla giustizia sociale, dove ognuno possa avere da vivere dignitosamente ovunque sia, senza paura di essere ucciso o bombardato, dove si smetta finalmente di sfruttare persone e ambiente per la logica del profitto sempre e comunque. Questa è la risposta, altre risposte sono solo la barbarie.