mercoledì 5 marzo 2014

VIVISEZIONE VERGOGNA SOLO UMANA

[...] La Confraternita della vivisezione si cela dietro termini scientifici, altisonanti e, soprattutto, rassicuranti. Solo chi tenta di frugarle sotto le vesti si accorge che la sua vera identità è protetta da un inviolabile cordone sanitario, una ferrea cintura di castità.

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La confraternita della vivisezione

La vivisezione è una pratica "insostituibile". Per chi? La vivisezione è una pratica insostituibile non per la scienza medica, ma per l'industria farmaceutica, perché dà regolarmente responsi ambigui e inconcludenti che quindi possono essere interpretati come evidenza a favore o contro qualsiasi tesi, al contrario di quanto succederebbe per metodi di valutazione realmente scientifici. Si tratta, per dirla in breve, di un oracolo i cui unici interpreti sono proprio i rappresentanti dell'industria chimico-farmaceutica. Le normative attuali prevedono infatti che sia questa a dover eseguire le prove su animali e persone e a doverle documentare agli organi sanitari pertinenti al momento della domanda di approvazione di un farmaco, di un additivo o di un cosmetico. Che esista un'organizzazione centrale che dà direttive alla "Confraternita della vivisezione" nei vari paesi sul modo di neutralizzare e infiltrare i movimenti antivivisezionisti (AV), è cosa certa, perché argomentazioni e fraseologie identiche appaiono simultaneamente, in varie lingue e in continenti diversi, in discorsi e tesi che difendono la vivisezione.
Anche in campo opposto si scoprono sorprendenti analogie in discorsi e articoli scientificamente inconsistenti di antiche leghe, sedicenti AV, secondo le quali l'abolizione di tutti gli esperimenti sugli animali è vicina a venire, ma bisogna star buoni e avere ancora pochi anni di pazienza prima che la situazione possa cambiare.

Il numero di semplici mortali che capiscono senza particolare studio, ma solo per intuito, che è assurdo pretendere di scoprire i "segreti" della salute (che segreti non sono mai stati) torturando animali di specie diverse è così ingente che avrebbe spazzato via da tempo questa pratica, se non esistessero, oltre al già nominato Kombinat, alcune leghe AV organizzare in tutto il mondo.

Lo studio della storia della vivisezione e dell'AV ci ha insegnato che all'inizio tutte le leghe antivivisezioniste esistenti venivano fondate da individui sinceramente decisi ad abolire, con tutti i mezzi, questa pratica stupida e crudele; ma quando una nuova lega cominciava ad avere successo, a crescere pericolosamente, non riusciva più a proteggersi dall'infiltrazione delle strapotenti forze avversarie. Per dirla in breve, se una lega AV non è infiltrata, vuol dire che non ha mai rappresentato un pericolo per il Kombinat.

Dove si trovi la sede direttiva di questa organizzazione centrale rimane un mistero. Stranamente, non si suppone che sia a Washington D.C., come i più si aspetterebbero, ma piuttosto a Londra, sede dell'ICI (Imperial Chemical Industries), o a Zurigo, la capitale delle banche, dove la Hoffman-La Roche ha stabilito un suo centro di sofisticati apparecchi di "ricerca" (leggi tortura) largamente usati dai laboratori di vivisezione di tutto il mondo, prodotti dalla ditta Kontron di Zurigo. E a Zurigo la multinazionale americana Dow Chemicals, l'unica produttrice mondiale del defoliante napalm, ha una filiale europea, oltre a una sua banca privata:
la Dow Banking Corporation, situata al Limmatquai n.4.

Ho potuto accertarmi che al suddetto ingresso civico figurava ancora la Dow Banking quando l'edizione originale di questo libro, che avevo scritto in inglese, venne distribuita per la prima volta nel luglio 1982. Ma dopo che il mio editore di Monaco, Franz Hirthammer, lo ebbe pubblicato in versione tedesca e divenne disponibile anche in molte librerie svizzere, ogni riferimento all'esistenza di una Dow Banking a Zurigo sparì, persino dall'elenco telefonico di Zurigo. La Kontron, accusata nel libro di fabbricare "strumenti di tortura", preferì rifugiarsi nell'anonimato. Tanto sapeva bene dove contattare i propri clienti.

Tra gli apparecchi "scientifici" che essa produce campeggiano anche moderne, silenziosissime versioni del Noble-Collip Drum, il tamburo rotante descritto per la prima volta in Imperatrice Nuda come la «centrifuga cilindrica di ferro galvanizzato con protuberanze interne per produrre shock traumatico sperimentale in animali non anestetizzati, perlopiù gatti e ratti».
La Confraternita della vivisezione si cela dietro termini scientifici, altisonanti e, soprattutto, rassicuranti. Solo chi tenta di frugarle sotto le vesti si accorge che la sua vera identità è protetta da un inviolabile cordone sanitario, una ferrea cintura di castità. A mantenere integra questa rispettabilità ci pensa la sua folta lobby di collaboratori.

Al pubblico la Confraternita appare inoffensiva, come una signora cortese «che non ucciderebbe una mosca». Non dà altro che informazioni guidate, ai curiosi e alla stampa. In segreto, corrompe politici e giornalisti e sorveglia le leghe AV, assicurandosi che tra i soci vi sia sempre qualcuno di assoluta fiducia che possa fungere da informatore sulla strategia che l'associazione intende svolgere o sulle azioni che va organizzando.

Egualmente, fornisce ai suoi collaboratori "linee guida" o consigli confidenziali. Ho avuto modo di vedere alcuni documenti e note fatti a questo scopo, perlopiù ciclostilati o in fotocopia. Forniscono argomentazioni che i membri possono utilizzare in articoli o nelle discussioni o nei dibattiti pubblici; fanno sapere che in Europa continentale, ad esempio (on the Continent significa, in inglese, nell'Europa senza Gran Bretagna), non è indispensabile spacciarsi per vegetariani per convincere gli altri della propria fede AV, ma nel Regno Unito e in buona parte del Commonwealth invece sì. Tanto che molti vivisettori inglesi si dichiararono rigidissimi vegetariani o perfino vegani (la frangia radicale, che rinuncia a qualsiasi prodotto di origine animale, anche uova, latticini, miele, indumenti di lana, scarpe, cinture e borse di cuoio), per dare a intendere che se praticano la vivisezione, oppure la condonano senza praticarla, come fa il prof. Peter Singer, è solo perché la ricerca medica non può proprio farne a meno.
Ai neofiti danno pure consigli su come il perfetto AV dovrebbe comportarsi e perfino vestirsi in occorrenze pubbliche: «Dal momento che i vostri contestatori saranno spesso dei giovanissimi e come tali facilmente eccitabili, magari d'aspetto scarmigliato, vi conviene accentuare il contrasto, curando al massimo la vostra apparenza (mai senza cravatta), però senza ombra di lusso (niente Gucci). Siate sempre cortesi col vostro avversario, per quanto aggressivo egli possa essere nei vostri confronti. Consentitegli sempre di terminare la frase prima di rispondergli, e non perdete mai, mai, mai la calma! É il modo migliore per fargli perdere la sua».
Un'altra importante direttiva per quelli che sono riusciti a infiltrarsi: «Voi potete e dovete attaccare i vivisettori in ogni modo possibile per convincere gli AV della vostra assoluta buona fede e dedizione alla causa. Potete criticarli per motivi umanitari, morali, etici e intellettuali. Ma mai, mai per motivi medici. Questo è l'unico, assoluto tabù».
In Italia, dove apparve per la prima volta nel gennaio 1976, Imperatrice nuda ottenne ad un tempo l'entusiastico consenso di tutta la stampa, ma l'ostilità palese dell'unica lega AV esistente a quell'epoca in Italia, l'Unione Antivivisezionista Italiana (UAI). Questa era stata fondata vari anni addietro dal chirurgo bolognese Gennaro Ciaburri, ma quando questo coraggioso medico morì, quasi novantenne, nel 1970, la sua UAI non tardò a divenire appannaggio di un gruppo di avvocati legati alla grande industria, che ne trasferirono la sede nel proprio studio legale di Milano.
Vi comandava una certa avvocatessa Carla Ceccon, con un marito avvocato e un cugino notaio. Per prima cosa, la segretaria cercò di vietare alle varie sezioni della UAI sparse in Italia le manifestazioni che avevano organizzato, senza chiederle il permesso, per festeggiare l'uscita di Imperatrice nuda. L'avvocatessa allora annunciò lo scioglimento delle sezioni "ribelli", a cominciare da quelle di Firenze e di Roma.
Ma gliene incolse. I presidenti delle sezioni decisero tutti di piantare in asso la UAI e di fondare in proprio nuove leghe. Così nacquero, nell'arco di pochi mesi dopo l'apparizione di Imperatrice nuda, le nuove leghe italiane: la LAN di Firenze del commerciante Luigi Maroschi, il più attivo di tutti, seguito a Roma dalla LAV dell'architetto Alberto Pontillo e dalla LAI del veterinario Luigi Parrelli. Molto più tardi venne fondata a Milano la LEAL (Lega Antivivisezionista Lombarda) dal mio amico Kim Buti, di origine inglese.
Anche la campagna di raccolta firme che queste lanciarono contro la vivisezione fu prontamente rinnegata dalla vecchia UAI, che così accelerò la propria disintegrazione.



[…]

Continua …

(tratto da pag. 41-45):

Dall'Autore di IMPERATRICE NUDA, Hans Ruesch: LA FIGLIA DELL'IMPERATRICE _ La grande industria della malattia.
Stampa Alternativa
A cura e con un saggio di Marco Mamone Capria

Vedi la descrizione dell'album: http://www.facebook.com/media/set/?set=a.483595725051612.1073741836.469925656418619&type=1

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