Cadaveri buoni da mangiare
Proviamo ad immaginare le parti anatomiche di un corpo umano; immaginiamo che il cuore, il fegato, la milza, il rene, il polmone, il cervello, gli intestini, alcune costole, alcuni muscoli, siano stati levati in obitorio ad una persona deceduta e messi in un recipiente.
E ora immaginiamo gli stessi organi prelevati dal cadavere di un animale, per esempio un maiale, e messi in un altro recipiente vicino al primo.
Queste misere parti risultano, ad occhio profano, identiche, indistinguibili. Ebbene, pensare di cucinare e mangiare le prime farebbe vomitare, inorridire qualunque buona massaia o qualunque essere umano dotato di sensibilità e di senso estetico; invece, per le stesse massaie o per gli stessi cuochi, cucinare e mangiare le seconde viene considerata una prelibatezza da leccarsi le dita.
Eccetto i cannibali, chi se la sentirebbe di cucinare e mangiare la coscia, il petto, il piede, la faccia, i testicoli, la milza, il pancreas o qualunque altra parte del corpo di un essere umano?
Solo l’idea certo sconvolge ogni persona normale, mentre è considerato un piatto prelibato se ad essere cucinate sono le identiche parti anatomiche di un qualunque animale ritenuto commestibile.
E ora immaginiamo gli stessi organi prelevati dal cadavere di un animale, per esempio un maiale, e messi in un altro recipiente vicino al primo.
Queste misere parti risultano, ad occhio profano, identiche, indistinguibili. Ebbene, pensare di cucinare e mangiare le prime farebbe vomitare, inorridire qualunque buona massaia o qualunque essere umano dotato di sensibilità e di senso estetico; invece, per le stesse massaie o per gli stessi cuochi, cucinare e mangiare le seconde viene considerata una prelibatezza da leccarsi le dita.
Eccetto i cannibali, chi se la sentirebbe di cucinare e mangiare la coscia, il petto, il piede, la faccia, i testicoli, la milza, il pancreas o qualunque altra parte del corpo di un essere umano?
Solo l’idea certo sconvolge ogni persona normale, mentre è considerato un piatto prelibato se ad essere cucinate sono le identiche parti anatomiche di un qualunque animale ritenuto commestibile.
Chi utilizzerebbe per il proprio pasto un recipiente in cui c’è stato del sangue umano e messi a giacere i resti di un’operazione chirurgica?
Invece, per la stragrande maggioranza delle massaie o dei cuochi è considerato normale usare recipienti in cui sono stati utilizzati resti di un cadavere di animale.
Chi mangerebbe un uovo uscito dalla vagina di una donna? Sfido chiunque a superare questa ipotetica prova.
Mentre è considerato normale utilizzare, a profusione, uova uscite dall’utero di un animale, tra l’altro ritenuto il meno dotato sotto l’aspetto cerebrale, estetico, spirituale.
Come può succedere tutto questo?
Perché l’essere umano si è abituato a convivere con ciò che è raccapricciante, stomachevole, disgustoso e contro la sua stessa natura di essere emotivamente sviluppato?
Perché l’essere umano, per sua natura frugivoro, ritiene normale mangiare un animale mentre considera crudele quando animali carnivori agiscono allo stesso modo e pur non avendo gli attributi anatomici degli animali predatori si comporta come tali?
Come ha potuto arrivare a considerare buoni da mangiare dei pezzi di cadaveri sanguinolenti ed in via di putrefazione?
Come può un essere umano mettere nel suo stomaco lo stomaco cucinato di un animale? Nel suo intestino l’intestino di un animale? Il piede o la gamba di un animale?
Che differenza c’è tra gli occhi, le orecchie o la lingua di un essere umano e gli occhi, le orecchie e la lingua di un animale da considerarli cose da mangiare?
Oggi che necessità c’è di pasti cadaverici?
Come può risollevarsi un’umanità decaduta e capace di giustificare con il piacere della gola comportamenti aberranti?
Invece, per la stragrande maggioranza delle massaie o dei cuochi è considerato normale usare recipienti in cui sono stati utilizzati resti di un cadavere di animale.
Chi mangerebbe un uovo uscito dalla vagina di una donna? Sfido chiunque a superare questa ipotetica prova.
Mentre è considerato normale utilizzare, a profusione, uova uscite dall’utero di un animale, tra l’altro ritenuto il meno dotato sotto l’aspetto cerebrale, estetico, spirituale.
Come può succedere tutto questo?
Perché l’essere umano si è abituato a convivere con ciò che è raccapricciante, stomachevole, disgustoso e contro la sua stessa natura di essere emotivamente sviluppato?
Perché l’essere umano, per sua natura frugivoro, ritiene normale mangiare un animale mentre considera crudele quando animali carnivori agiscono allo stesso modo e pur non avendo gli attributi anatomici degli animali predatori si comporta come tali?
Come ha potuto arrivare a considerare buoni da mangiare dei pezzi di cadaveri sanguinolenti ed in via di putrefazione?
Come può un essere umano mettere nel suo stomaco lo stomaco cucinato di un animale? Nel suo intestino l’intestino di un animale? Il piede o la gamba di un animale?
Che differenza c’è tra gli occhi, le orecchie o la lingua di un essere umano e gli occhi, le orecchie e la lingua di un animale da considerarli cose da mangiare?
Oggi che necessità c’è di pasti cadaverici?
Come può risollevarsi un’umanità decaduta e capace di giustificare con il piacere della gola comportamenti aberranti?
di Franco Libero Manco
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