sabato 2 novembre 2013

E VAIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII

La pazienza è finita: «L’8 dicembre bloccheremo l’Italia». I Forconi alleati con il Nord


forconi
di LEONARDO FACCO
Dopo un primo abboccamento in quel di Latina, oggi è la giornata ufficiale per dare fuoco alle polveri. A Verona, si sono incontrati i rappresentanti di gruppi e movimenti che han scelto di dire basta con le chiacchiere, le lamentele, le petizioni: vogliono passare all’azione.
“Ci siamo ritrovati – racconta Mariano Ferro, leader dei “Forconi” siciliani – per far nascere un coordinamento che farà partire la ribellione, la rivolta capito? Dopo l’esperienza fatta in Sicilia, evitando di ricadere in alcuni errori di inesperienza commessi, siamo giunti alla conclusione che la rivolta è l’unica strada percorribile, non c’è altra alternativa”. Rivolta? In che senso? “L’8 dicembre prossimo, alle 22 in punto – spiega Ferro – bloccheremo l’Italia, dalla Sicilia fin su a Pordenone”.
Bloccare le strade potrebbe creare qualche disagio però, non crede? “Può darsi che creeremo qualche disagio alla popolazione, ma l’unica arma che abbiamo è il popolo che, come accaduto in Sicilia, è sceso con noi per le strade e ci ha sostenuto. Bene, oggi, faremo di più, molto di più. Nel dettaglio dell’azione che porteremo a termine ci stiamo ragionando, ne daremo notizia nei giorni prossimi. Ci diranno che non è legale? Beh, quello che sta facendo lo Stato italiano a tutti noi le pare legale? Qui c’è gente che si uccide, non ce la fa ad andare avanti, gli viene pignorata la casa dopo 50 anni di lavoro, viene massacrata di tasse, le pare regolare tutto questo”?
Stanno lavorando ad un volantino, che sarà divulgato ufficialmente quando sarà pronto (quello in foto è solo una bozza). Il coordinamento avrà un responsabile che si occuperà di comunicazione. Già oggi, però, le idee sono chiarissime: “Noi contiamo con il sostegno della gente – ribadisce Mariano Ferro – , di chi lavora e produce, studia, della gente comune, di chi non ce la fa più per mille motivi legati alle pretese di questo Stato vergognoso, di questo modello di Europa burocratica. L’8 dicembre sarà solo l’inizio e non si tornerà più indietro”.
E quali sono le vostre richieste, cosa volete? Cosa direte a chi l’8 dicembre vi si presenterà scortato dalle Forze dell’ordine? “Lo diremo solo quando saranno in ginocchio – afferma il leader dei Forconi – non iniziamo questa rivolta, perché di rivolta si tratta, glielo ripeto, per ottenere un tozzo di pane. Mancano 35 giorni alla data prescelta, il coordinamento si allargherà anche ad altri soggetti, rigorosamente apartitici, nessuna bandiera di forze politiche o sindacato è ammessa. Questo paese così com’è non va. Adesso, la pazienza è finita, finita”.

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