sabato 3 agosto 2013
legge hartz
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09/05/2013
Per chi vuol sapere cos'è veramente la legge Hartz
Ci rincoglioniscono con la Germania come modello per far ripartire l'economia.Bene, leggete cari operai come si fa:bisogna creare centinaia di migliaia di posti di lavoro in regola, a 500 euro al mese.Per questo i migranti sono una risorsa e bisogna farli entrate tutti .Con Laura Boldrini e Cecile Kyenge,non ci saranno problemi a meno che il popolo si ribelli sul serio...
da LA FABBRICA DELL'UOMO INDEBITATO-Maurizio Lazzarato (Derive Approdi)
Da dieci anni la Germania porta avanti politiche di flessibilizzazione e di precarizzazione del mercato del lavoro e di rigidi tagli allo Stato sociale.Al parlamento europeo,Daniel Cohn-Bendit ha chiesto ad Angela Merkel: "Com'è possibile che un paese ricco come la Germania abbia il 20% di poveri?".L'ex sessantottino è un grosso ingenuo o soffre di amnesia? Meglio dire un cinico ipocrita,visto che è stato il governo "rosso-verde" di Schroder ad aver introdotto,tra il 2000 e il 2005,la gran parte delle leggi all'origine della situazione attuale:quelle di un "pieno impiego precario" che hanno trasformato disoccupati e "inattivi" in una massa impressionante di working poors.Servono un minimo di storia e qualche dato per scovare le miserie del modello tedesco che la troika (Europa,Fmi,Bce) sta imponendo a tutti i paesi europei.
Tra il 1999 e il 2005 il governo "rosso-verde" ha portato avanti,appoggiandosi allo slogan "Fordern und fordern" (promuovere ed esigere),quattro riforme dell'assistenza alla disoccupazione e del mercato del lavoro,l'una piu catastrofica dell'altra (legge Hatz).
Nel gennaio 2003 la legge Hartz II ha introdotto i contratti "mini-job" ,una sorta di contratto di lavoro al nero legalizzato (sollevano i datori di lavoro dalle contribuzioni sociali e non garantiscono gli assunti ne copertura per la disoccupazione nè pensione),e i contratti "mini-job" (salario tra i 400 e gli 800 euro),spingendo tutti a farsi imprenditori della propria miseria.
Nel gennaio 2004,la legge Hartz III ristruttura le agenzie per l'impiego nazionali e federali,con l'obiettivo di intensificare il controllo dei comportamenti e della vita e l'accompagnamento individuale dei lavoratori poveri.Una volta pronti i dispositivi di governo dei lavoratori poveri,il governo rosso-verde approva una serie sbalorditiva di leggi per "produrli".La legge Hartz IV,entra in vigore il primo gennaio 2005,prevede:
-Riduzione della durata delle indennità,da tre anni a un anno;irrigidimento delle condizioni di accesso e obbligo di accettare qualunque lavoro proposto.Per avere diritto al sussidio di disoccupazione occorre essere stati assunti per almeno dodici mesi nel corso dei due anni precedenti la perdita dell'impiego.Dopo un anno di sussidio,il disoccupato percepisce l'aiuto sociale (l'equivalente di un reddito di solidarietà) pari a un importo di 359 euro a persona,rivalutato a 374 euro.Una relazione dell'agenzia federale per l'impiego indica che un lavoratore su quattro che perde il proprio impiego riceve direttamente l'aiuto sociale (Arbeitslosengeld II:AG II) e non l'indennità di disoccupazione (ALG I).La ragione sta nella tipologia di impiego che il lavoratore ha appena perso:precario o mal pagato.
-Riduzione delle indennità versate ai disoccupati di lunga durata che rifiutino di accettare lavori sottoqualificati.
-I disoccupati devono accettare impieghi a un salario di 1 euro l'ora (addizionale al sussidio disoccupazione che percepiscono).
-Possibilità di ridurre gli indennizzi dei disoccupati che hanno dei risparmi e dunque possibilità di accesso ai conti bancari degli "assistiti".Possibilità di valutare lo standart dell'alloggio dell'"assistito" e di richiedere,se necessario ,un trasferimento.
I beneficiari dell'aiuto sociale Hartz IV sono stimati in 6,6 milioni,di cui 1,7 milioni di bambini.I restanti 4,9 milioni di adulti sono in realtà dei working poors impiegati per meno di 15 ore settimanali.Nel maggio 2011, le statistiche ufficiali ormai dichiaravano cinque milioni di contratti mini-job,con un aumento del 47,7% ,preceduti solo dal boom dell'interinale (+134%).Si tratta di forme di contratto molto diffuse anche tra i pensionati:660.000 di loro cumulano le pensioni a un mini-job.Una parte importante della popolazione,il 21,7%,nel 2010 è assunta part-time.
L'istituto di statistica tedesco ha misurato l'aumento della precarietà e delle forme che essa assume:tra il 1999 e il 2009,tutte le forme di lavoro atipico sono cresciute almeno del 20%.Le piu colpite sono le famiglie monoparentali (le donne) e gli anziani.Nella cornice del pieno impiego precario,il tasso di disoccupazione ufficiale esibito come un segno del "miracolo economico tedesco" non significa granchè! L'esercito di working poors in continua espansione non è formato unicamente da precari,ma anche da lavoratori con un contratto a durata indeterminata.Nell'agosto 2010,una relazione dell'istituto del lavoro dell'università di Duisburg-Essen ha infatti stabilito che oltre 6,55 milioni di persone in Germania ricevono meno di 10 euro lordi all'ora, con un aumento di 2,26 milioni in dieci anni.Per la maggior parte sono vecchi disoccupati che il sistema Hartz è riuscito ad "attivare": quelli con meno di 25 anni,gli stranieri e le donne (69% del totale).D'altra parte, due milioni di occupati guadagnano meno di 6 euro all'ora nell'oltre-Reno,mentre nell'ex Repubblica democratica tedesca sono in molti a tirare avanti con meno di quattro euro all'ora ,cioè 720 euro al mese a tempo pieno.Risultato: i working poors rappresentano il 20% degli occupati tedeschi.
Durante la crisi finanziaria,il governo è ricorso massicciamente alla disoccupazione parziale,che consente all'impresa di versare solo il 60% alla normale retribuzione e di pagare solo la metà delle contribuzioni sociali.Altro risultato della svolta iniziata da Schroder:rispetto al Pil,dal 2002 la quota dei salari è scesa del 5% oltre-Reno.I cambiamenti voluti dai "rosso-verdi" sono significativi:dopo anni di proliferazione caotica e selvaggia della precarietà,di sotto impieghi e sotto-salari,era venuto il momento di introdurre una regolazione e una razionalizzazione della povertà e della precarietà,costituendo un "vero" e "coerente" mercato del lavoro di "pezzenti" ,che spingerà alla flessibilità e all'adeguatamento alla regione economica anche i meglio occupati.E' la popolazione nel suo complesso ,precari,working poors,lavoratori qualificati,a diventare fluttuante,disponibile alla flessibilità permanente.Le diverse componenti della "forza lavoro" sociale sono ormai una semplice variabile di aggiustamento della congiuntura economica.
Il programma "rosso-verde" si è guadagnato il nome che porta: "Agenda 2010";perchè dieci anni dopo la prima legge Hartz i risultati sono,fuori di metafora,micidiali.In Germania,l'aspettativa di vita dei piu poveri, di coloro che arrivano solo al 75% del reddito medio,diminuisce.Per le persone a basso reddito,stando alle cifre ufficiali,è scesa da una media di 77,5 anni nel 2001 a 75,5 nel 2011.Nei Lander dell'Est del paese è ancora peggio: l'aspettativa media di vita è scesa da 77,9 a 74,1 anni.
La Germania è il primo paese europeo a seguire gli Stati Uniti sulla strada del progresso liberista.Ancora due decenni di sforzi per "salvare il sistema pensionistico" e la morte coinciderà con l'età della pensione.Anche la guerra interna ha i suoi "bombardamenti chirurgici" mirati.Nell'ex Germania dell'Est l'aspettativa di vita arriva a 66 anni,appena un anno prima del diritto alla pensione.Mors tua,vita mea! Ma poco importa:l'economia è sana,le "agenzie" danno giudizi positivi,i creditori si abbuffano e l'aspettativa di vita della parte piu ricca della popolazione continuerà ad aumentare.
Serve una breve disgressione su Peter Hartz,promotore delle leggi sul regime di disoccupazione e della riforma degli aiuti sociali;perchè la sua condanna a due anni di prigione con condizionale e al pagamento di una multa di 576.000 euro è un esempio della "corruzione" consustanziale al modello neoliberista.Pter Hartz ex responsabile delle risorse umane di Volkswagen e grande moralizzatore degli Anspruchdenker,dei "profittatori del sistema",ha ammesso di aver versato a Klaus Volkert,sindacalista dell'IG Metall ed ex presidente del consiglio di fabbrica del costruttore di automobili tedesco,diverse mazzette,per pagare prostitute e viaggi esotici.Klaus Volkert,invece ,è stato portato in giudizio per incitamento all'abuso di fiducia,esattamente come l'ex direttore del personale,Klaus-Joachim Gebauer,accusato di complicità.
Fare della povertà e della precarizzazione una variabile strategica della flessibilità del mercato del lavoro è quanto,dietro il ricatto del debito,sta avvenendo in Italia,Portogallo,Grecia, Spagna,Inghilterra e Irlanda.La Francia si è impegnata su questo terreno con l'arrivo al potere di Sarkozy,anche se qui i risultati non sono così eclatanti come in Germania.Grazie ancora una volta a un uomo di centro-sinistra,Martin Hirsch,assunto dal presidente di destra in occasione della sia apertura a "sinistra",in Frania verrà sperimentata la trasformazione dell'aiuto sociale (Reddito minimo di inserimento-Rmi-, a 454 euro a persona) in arma di produzione di working poors (Reddito di solidarietà attiva-Rsa).E' con le tecnologie di governo dei poveri che si testano dispositivi di potere e di controllo che in un secondo tempo verranno estesi all'insieme della società,cosa che non sembrano interessare ne la sinistra nè i sindacati.Il Reddito di solidarietà attiva comporta il superamento dei dualismi fordisti (disoccupazione/diritto all'assistenza sociale, legge/contratto) e organizza la loro sovrapposizione e il loro concatenamento grazie alla figura del working poor.Fissa in maniera stabile lo statuto di un lavoratore/assistito che permette di accumulare salario di attività e reddito di "solidarietà".Questa confusione tra "salariato" e "assistito",tra lavoro,disoccupazione e assistenza sociale,tra diritto del lavoro e diritto al Welfare,è la condizione della costruzione di un mercato del lavoro secondario, che ha per norma il sotto-impiego e l'istituzione di politiche di piena attività,intesa come un'attività per tutti,indipendentemente dalla durata e dalla qualità dell'impiego.
Anche la riforma del mercato del lavoro che il "governo tecnico" italiano si sta apprestando ad approvare s'ispira direttamente al modello tedesco.Il ministro delle Politiche sociali Fornero,in una lettera alla "Stampa" del 4 marzo lo dice a chiare lettere.La traduzione della realtà tedesca nella Nuova Lingua con la quale si esprime la "governance",è un capolavoro di ipocrisia e di falsità:
"L'esempio piu recente di una riforma complessiva del mercato del lavoro e degli stumenti di protezione sociale,prescindendo dal percorso recentemente avviato dalla Spagna ,è offerto dagli interventi realizzati in Germania all'inizio del decennio scorso quandi il Paese era ritenuto il "malato d'Europa",incapace di crescere e di superare l'urto della riunificazione.Le riforme tedesche hanno interessato tutti gli aspetti del mercato del lavoro e del Welfare:miglioramento degli strumenti diistruzione profesionalizzati e facilitazione del passaggio tra scuola e lavoro; sostegno alla partecipazione al mercato del lavoro e all'occupazione,anche parziale,delle fasce piu svantaggiate;rafforzamento del legame tra il godimento di particolari trattamenti e l'effettiva azione di riaquilificazione e di ricerca di lavoro;potenziamento dell'attività dei centri per l'impiego;l'introduzione di maggiore flessibilità,sia con nuove tipologie contrattuali sia negli spazi della contrattazione tra impresa e lavoratore".
Dietro il ricatto del debito,lo Stato intende portare a termine quel passaggio,inaugurato negli anni Ottanta,dal Welfare (diritti e servizi sociali) al Workfare (subordinazione delle politiche sociali alla disponibilità e alla flessibilità del pieno impiego precario).La svolta autoritaria del neoliberismo sta per farla finita col "modello sociale europeo",perchè,come afferma Mario Draghi,non possiamo piu permetterci di "pagare la gente che non lavora".
A ogni cambiamento di fae economica-politica ritroviamo sempre lo Stato e la sua amministrazione al comando delle operazioni.Proprio come ha favorito e spinto le politiche neoliberiste del credito negli anni Ottanta e Novanta ,è allo Stato che spetta l'organizzazione della loro continuità nelle nuove forme autoritarie e repressive del rimborso del debito e della figura dell'uomo indebitato.Cade così un'altra illusione della sinistra,quella che oppone alla logica della proprietà privata del mercato la logica di un "pubblico" statale.Non c'è nè autonomia del politico,nè neutralità dello Stato.Le sue amministrazioni agiscono in profondità sull'economia,la "società" e le soggettività,come la costruzione del mercato del lavoro dimostra in modo paradigmatico.
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