domenica 11 agosto 2013

germania

Immigrazione, accuse tedesche all'Italia: "Paga i profughi perché vengano da noi" Secondo il ministero dell'Interno, centinaia di cittadini africani avrebbero ricevuto soldi e un permesso Schengen per proseguire il viaggio verso la Germania e lasciare la Penisola. Le autorità: "Qui non hanno alcuna possibilità di vedersi riconoscere diritti, a differenza che in Italia" dal nostro corrispondente ANDREA TARQUINI Lo leggo dopo Immigrazione, accuse tedesche all'Italia: "Paga i profughi perché vengano da noi" TAG Profughi, Rifugiati, germania, italia, Rapporti bilaterali italo tedeschi BERLINO - Gravissime accuse delle autorità tedesche all'Italia. Centinaia di migranti africani arrivati in Italia dove avevano ottenuto lo stato di rifugiati (o esuli), cioè non di illegali, sarebbero stati 'spediti' dalle autorità italiane in Germania. O meglio, a ciascuno di loro, secondo le accuse tedesche, sono stati pagati 500 euro ed è stato concesso un permesso di soggiorno valido per tre mesi per tutta l'area di Schengen (quella gran parte dell'Unione europea al cui interno una volta entrati si viaggia senza essere tenuti a passare controlli di confine) a condizione che si trasferissero altrove. Molti di loro sarebbero stati invitati più o meno chiaramente a recarsi in Germania. Il problema è serio. Soprattutto per gli esuli, i quali in Germania non hanno diritto a sussidi o altre misure di appoggio e sostegno. Sono cittadini di paesi africani classificati come democratici (Nigeria, Togo, Ghana, dove tornando rischierebbero la miseria ma non repressioni), ma ottennero lo status di rifugiati in quanto, trovandosi da anni come emigrati per lavoro in Libia, fuggirono dalla Libia allo scoppio della guerra civile tra regime di Gheddafi e ribelli. Provenienti da zone di guerra. Fuggirono spesso con mezzi di fortuna, pericolosi viaggi in mare. In Italia appunto furono classificati rifugiati perché venivano da una zona di guerra, la Libia. Ma non sono rifugiati o esuli dal paese di nascita. "Non hanno diritti legali qui in Germania, sarebbe irresponsabile dare loro false speranze", dichiara il ministro degli Affari sociali della città-Stato di Amburgo, Detlef Scheele. "Le uniche alternative per loro sono andare dove possono avere diritto di residenza legale e lavorare, come per esempio in Italia, o il loro paese solo se nel frattempo là la situazione è cambiata". Malumori nei rapporti italo-tedeschi. E' un pasticciaccio che minaccia di pesare e creare malumori nei rapporti bilaterali italotedeschi, sullo sfondo delle generali tensioni tra tutti i governi dell'eurozona su austerità, occupazione, salvataggio della moneta unica. Il ministero dell'Interno federale, tra l'altro, non è chiaro che ruolo abbia voluto giocare: secondo l'agenzia di stampa tedesca Dpa, aveva scritto circolari riservate ai responsabili degli uffici stranieri (cioè per gli extracomunitari) dei 16 Stati della Repubblica federale (Bundeslaender), avvertendoli appunto in modo confidenziale che l'Italia stava pagando fino a 500 euro a testa a ogni rifugiato, più il visto Schengen, alla condizione che in cambio la persona del caso partisse dal territorio italiano alla volta di un altro Stato europeo membro dello spazio di Schengen. Il destino dei paesi del Sud Europa. La polemica, non nuova, rischia oltre l'incidente diplomatico di riaprire anche lo scontro sugli sbarchi nel Mediterraneo. I paesi del sud Europa, infatti, rappresentano la principale via d'accesso al Vecchio Continente per i migranti in fuga da situazioni di guerra e fame non solo dall'Africa, ma anche dal Medio Oriente e dall'Asia. L'Italia, proprio per questo, ha sempre sollecitato l'Unione a considerare quello dei profughi un problema della comunità europea, ricordando inoltre che molti dei migranti che arrivano in Italia hanno già come meta altri Paesi dell'Unione dove esistono comunità di connazionali radicate. (28 maggio 2013)

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