Tutti parlano di libertà. In tutto il mondo, persone diverse, di razze e paesi diversi, lottano per la libertà. Ma che cos'è la libertà? Diciamo di vivere in un paese libero. Ma siamo davvero liberi? Siamo liberi di essere ciò che siamo realmente? La risposta è no. La vera libertà è quella dello spirito umano, la libertà di essere ciò che siamo veramente. Cosa ci impedisce di essere liberi? Diamo la colpa al governo, al clima, ai genitori alla religione, a Dio. Ma siamo soltanto noi stessi a impedirci di essere liberi. A volte ci sposiamo e diciamo di aver perso la nostra libertà. Poi divorziamo e non siamo liberi neppure allora. Cosa ci blocca? Perché non possiamo essere noi stessi? Abbiamo ricordi di un passato lontano, in cui eravamo liberi, ma abbiamo dimenticato il significato della libertà.
Se guardiamo un bambino di due o tre anni, ci troviamo davanti a un essere umano libero. Perché è libero? Perché fa tutto quello che vuole. E' senza regole, selvaggio, come un fiore, un albero o un animale non addomesticato. Se guardiamo bene i bambini piccoli, scopriamo che quasi sempre sorridono e si divertono. Esplorano il mondo, non temono di giocare. Hanno paura se si fanno male, se hanno fame, se alcuni dei loro bisogni non vengono soddisfatti, ma non si preoccupano del passato né del futuro e vivono solo nel momento presente. I bambini piccoli non temono di esprimere ciò che sentono. Se percepiscono amore, si sciolgono in quell'amore. Non hanno paura di amare.
Questa è la descrizione di un essere umano normale. Da bambini non abbiamo paura del futuro e non ci vergogniamo del passato. La nostra tendenza naturale è quella di goderci la vita, giocare, esplorare, essere felici e amare. Ma cosa accade con l'adulto? Perché siamo così diversi? Perché non siamo più selvaggi? Dal punto di vista della Vittima, possiamo dire che ci è accaduto qualcosa di spiacevole e dal punto di vista del guerriero possiamo dire che quello che ci è accaduto è normale. E' successo che il Libro della Legge, il Giudice e la Vittima governano la nostra vita. Non siamo più liberi, perché il Giudice, la Vittima e il sistema di credenze non ci permettono di essere ciò che siamo realmente. Una volta che la nostra mente è stata programmata con tutta quella spazzatura, non siamo più felici. Questa catena di addestramento, da persona a persona, da una generazione all'altra, è perfettamente normale nella nostra società. Non dovete incolpare i vostri genitori per avervi insegnato a essere come loro. Cosa potevano insegnarvi, se non ciò che sapevano? Hanno fatto del loro meglio e se vi hanno maltrattato è stato a causa del loro addomesticamento, delle loro paure, delle loro credenze. Non avevano nessun controllo sulla programmazione che avevano ricevuto, quindi non potevano comportarsi in modo diverso. Non biasimate i genitori, né chiunque altro vi abbia trattato male, compresi voi stessi. Ma è tempo di mettere fine ai maltrattamenti. E' tempo di liberarvi dalla tirannia del giudice, cambiando le basi dei vostri accordi. E' tempo di liberarvi dal ruolo di Vittima. Il vostro vero essere è ancora un bambino che non è mai cresciuto. A volte viene fuori quando vi divertite, quando giocate, dipingete o scrivete poesie, suonate il piano o vi esprimete in qualunque altro modo. Quelli sono i momenti più belli della vita, quando il vostro vero essere esce allo scoperto e siete come bambini a cui non importa del passato e del futuro. Ma c'è qualcosa che cambia tutto: le responsabilità.
Il Giudice dice: "Aspetta un attimo, tu sei responsabile, hai delle cose da fare, devi lavorare, devi andare a scuola, devi guadagnarti da vivere". Ci vengono in mente tutte le nostre responsabilità, il nostro volto cambia e diventiamo di nuovo seri. Se osservate i bambini quando giocano a fare gli adulti, vedrete cambiare il loro viso. "Giochiamo all'avvocato e al cliente", dicono e improvvisamente la loro espressione si fa molto seria. Se andiamo in tribunale, quelle sono le facce che vediamo. Quello è ciò che siamo. Siamo ancora bambini, ma abbiamo perso la libertà. La libertà che cerchiamo è quella di essere noi stessi, di poterci esprimere. Ma se diamo un'occhiata alla nostra vita, vedremo che la maggior parte delle volte agiamo per compiacere gli altri, per essere accettati da loro, anziché vivere per compiacere noi stessi. Questa è la fine che ha fatto la nostra libertà. Nella nostra società e in tutte le società del mondo, novecentonovantanove persone su mille sono completamente addomesticate. La cosa peggiore è che molti di noi non si rendono neppure conto di non essere liberi.
Qualcosa in un angolo della mente sussurra che non siamo liberi, ma non capiamo di cosa si tratti. Il problema è che quasi tutti vivono senza scoprire mai che la loro mente è controllata dal Giudice e dalla Vittima e quindi non hanno la possibilità di liberarsi. Il primo passo verso la libertà è la consapevolezza. Dobbiamo conoscere il problema, per poterlo risolvere. La consapevolezza è sempre il primo passo, perché senza di essa non si può cambiare nulla. Se non siete consapevoli che la vostra mente è piena di ferite e di veleni emozionali, non potete iniziare a curarla e continuerete a soffrire. Non c'è ragione di soffrire. La consapevolezza può spingervi a ribellarvi, a dire: "Basta!" Potete cercare un modo di guarire e trasformare il vostro sogno personale. Il sogno del pianeta è solo un sogno non è reale. Se cominciate a sfidare le vostre credenze, scoprirete che la maggior parte di esse, quelle che vi hanno portato a vivere nella mente ferita, non sono neppure vere. Scoprirete che avete sofferto tanti anni per niente. Perché? Perché il sistema di credenze che vi è stato instillato nella mente è basato sulla menzogna. Per questo è importante controllare il vostro sogno. Per questo i Toltechi sono diventati maestri del sogno. La vita di ciascuno è la manifestazione del proprio sogno. E' un'arte. Potete cambiare vita in qualunque momento, se il sogno non vi piace. I maestri del sogno creano vite che sono dei capolavori. Controllano il sogno facendo delle scelte. Ogni cosa ha delle conseguenze e un maestro del sogno è consapevole delle conseguenze.
Essere un Tolteco è un modo di vivere in cui non ci sono capi né seguaci, in cui una persona ha la sua verità e la vive. Un Tolteco diventa saggio, selvaggio e di nuovo libero. Ci sono tre arti che possono guidarvi a diventare Toltechi.
LA PRIMA È LA PADRONANZA DELLA CONSAPEVOLEZZA, che significa essere consapevoli di chi siamo veramente, con tutte le possibilità che questo comporta.
LA SECONDA È LA PADRONANZA DELLA TRASFORMAZIONE: come cambiare, come liberarci dall'addomesticamento.
LA TERZA È LA PADRONANZA DELL'INTENTO. Dal punto di vista tolteco, l'intento è quella parte della vita che rende possibile la trasformazione dell'energia. E' l'essere vivente che racchiude tutta l'energia, senza interruzione, è ciò che chiamiamo "Dio". L'intento è la vita stessa, è amore incondizionato. La padronanza dell'Intento, quindi è la Padronanza dell'Amore.
Nella via tolteca verso la libertà, esiste una mappa per rompere le catene dell'addomesticamento. I Toltechi paragonano il Giudice, la Vittima e il sistema di credenze a un parassita che invade la mente umana. Dal loro punto di vista, gli esseri umani addomesticati sono malati, perché c'è un parassita che controlla la loro mente, cibandosi delle emozioni negative nate dalla paura.
Un parassita è un essere vivente che vive a spese di altri esseri viventi, succhiando la loro energia senza offrire nulla in cambio e danneggiando a poco a poco l'ospite. Il Giudice, la Vittima e il sistema di credenze si adattano molto bene a tale descrizione. Insieme, formano un essere costituito di energia psichica, o emozionale e si tratta di un essere vivo. Ovviamente non sto parlando di energia materiale, ma neppure le emozioni o i sogni sono composti di energia materiale, eppure sappiamo che esistono. Una funzione del cervello è quella di trasformare l'energia materiale in energia emozionale. Il cervello è la fabbrica delle emozioni.
Abbiamo detto che la funzione principale della mente è quella di sognare. I Toltechi credono che il parassita (il Giudice, la Vittima e il sistema di credenze) abbia il controllo della mente e quindi del sogno personale. Il parassita sogna attraverso la vostra mente e vive attraverso il vostro corpo. Sopravvive alle emozioni negative e si nutre di sofferenza. La libertà che cerchiamo è quella di usare la mente e il corpo, di vivere la nostra vita, anziché quella impostaci dal sistema di credenze. Quando scopriamo che la mente è controllata dal Giudice e dalla Vittima e che il nostro vero sé è alle corde, abbiamo soltanto due scelte: quella di continuare così, arrendendoci al Giudice e alla Vittima e vivendo nel sogno del pianeta, oppure fare come fanno i bambini quando i genitori cercano di addomesticarli. Possiamo ribellarci e dire: "No!" dichiarando guerra al parassita, una guerra d'indipendenza, una guerra per il diritto di usare la nostra mente e il nostro cervello.
Per questo in tutte le tradizioni sciamaniche americane, dal Canada all'Argentina, gli adepti si definiscono "guerrieri": sono in guerra contro il parassita annidato nella mente. Questo è il vero significato dell'essere un guerriero. Guerriero è chi si ribella contro l'invasione del parassita. Ma ciò non significa avere la certezza di vincere. Possiamo vincere o perdere, ma facciamo sempre del nostro meglio e almeno abbiamo una possibilità di essere di nuovo liberi. Scegliere questa via ci dà, se non altro, la dignità della ribellione e ci permette di non essere vittime delle nostre emozioni capricciose o dei veleni emozionali degli altri. Anche se soccombiamo al nemico, al parassita, almeno non avremo ceduto senza combattere. Essere un guerriero ci dà l'opportunità di trascendere il sogno del pianeta e di trasformare il nostro sogno personale in un paradiso. Proprio come l'inferno, il paradiso è un luogo che esiste nella mente. E' un luogo di gioia, dove siamo felici, liberi di amare e di essere ciò che siamo realmente. Possiamo andare in paradiso da vivi, senza bisogno di aspettare fino alla morte. Dio è sempre presente e il suo regno è dovunque, ma prima dobbiamo avere occhi e orecchie per vedere e ascoltare la verità. Dobbiamo liberarci del parassita.
Il parassita può essere paragonato a un mostro con mille teste. Ogni testa è una paura che abbiamo. Se vogliamo essere liberi, dobbiamo distruggere il parassita. Un modo è quello di attaccare una testa dopo l'altra, affrontando le nostre paure una alla volta. E' un processo lento, ma funziona. Ogni volta che vinciamo una paura, siamo un po' più liberi.
Un secondo sistema è quello di smettere di nutrire il parassita. Se non gli diamo cibo, morirà di fame. Per poterlo fare, dobbiamo avere il controllo delle emozioni, ed evitare di alimentare quelle che derivano dalla paura. E' facile da dire, ma difficile da mettere in pratica, perché il Giudice e la Vittima controllano la nostra mente.
Una terza soluzione è l'iniziazione del morto. Si tratta di un sistema usato da molte tradizioni e scuole esoteriche in tutto il mondo. Lo troviamo in Egitto, in India, in Grecia, in America. Si tratta di una morte simbolica che uccide il parassita senza danneggiare il corpo fisico. Quando moriamo simbolicamente, il parassita muore con noi. E' la soluzione più rapida, ma anche la più difficile da mettere in pratica. C'è bisogno di un grande coraggio per affrontare l'angelo della morte. Bisogna essere molto forti.
ESAMINIAMO CIASCUNA DI QUESTE TRE SOLUZIONI.
L'arte della trasformazione: il sogno della seconda attenzione.
Abbiamo detto che il sogno in cui vivete ora è il risultato del sogno esterno che ha agganciato la vostra attenzione, inculcandovi le proprie credenze. Il processo di addomesticamento può essere chiamato il sogno della prima attenzione, perché è il modo in cui la vostra attenzione è stata usata la prima volta per creare il primo sogno della vostra vita. Un modo per cambiare le vostre credenze è quello di concentrare l'attenzione su tutte le convinzioni che avete, per cambiarle. Così facendo, usate l'attenzione una seconda volta e create quindi il sogno della seconda attenzione, un sogno nuovo. La differenza è che non siete più innocenti. Quando eravate bambini, non avevate scelta. Ma ora non siete più dei bambini. Ora sta a voi scegliere in cosa credere. Potete scegliere di credere in ciò che preferite, anche in voi stessi. Il primo passo è diventare consapevoli della nebbia dentro la mente. Dovete comprendere che sognate tutto il tempo. Solo con la consapevolezza potete trasformare il sogno. Sapete che il dramma della vostra vita è il risultato di ciò che credete e ciò che credete non è reale, perciò potete cominciare a cambiarlo. Tuttavia, per cambiare le vostre credenze, dovete focalizzare l'attenzione su ciò che volete cambiare. Dovete sapere quali accordi non vi vanno più bene, prima di poterli trasformare. Il passo successivo, quindi, consiste nel diventare consapevoli di tutte le credenze limitanti e basate sulla paura che vi rendono infelice. Fate un inventario di tutto ciò in cui credete, di tutti i vostri accordi e attraverso questo processo date inizio al cambiamento.
I Toltechi la chiamano Arte della Trasformazione, ed è davvero un'arte. Si coltiva cambiando gli accordi basati sulla paura che vi fanno soffrire e riprogrammando la mente a modo vostro. Uno dei modi per riuscirci è quello di esplorare e adottare credenze alternative, come per esempio i Quattro Accordi. La decisione di adottare i Quattro Accordi è una dichiarazione di guerra contro il parassita. Gli Accordi offrono la possibilità di porre fine al dolore emozionale, aprendo la strada a una vita felice, a un nuovo sogno. Sta a voi esplorare le possibilità del vostro sogno, se vi interessa. I Quattro Accordi sono stati creati per aiutarvi nell'Arte della Trasformazione, per rompere gli accordi limitanti, per farvi acquisire un maggiore potere personale e per rendervi più forti. Più diventate forti, più accordi riuscirete a rompere, fino al momento in cui arriverete al nocciolo di tutti gli accordi. Arrivare al nocciolo è ciò che io chiamo andare nel deserto. Quando andate ne deserto, incontrate le vostre emozioni faccia a faccia. Quando tornate, tutti i demoni si trasformano in angeli.
Praticare i Quattro Accordi è un atto di potere. Rompere gli incantesimo di magia nera che imprigionano la vostra mente richiede un grande potere personale. Ogni volta che ne rompete uno, acquisite potere. Cominciate da quelli più piccoli, poi a mano a mano che il vostro potere personale aumenta, potrete avvicinarvi al punto in cui affronterete i grandi demoni della vostra mente. Per esempio, quella bambina a cui fu detto di non cantare, ora ha vent'anni e ancora non canta. Un modo per superare la convinzione di avere una brutta voce, è quello di dire: "Va bene, proverò a cantare, anche se sono stonata". Quindi può fingere che ci sia qualcuno che applaude, dicendo: "Canti benissimo". E' un progresso, ma l'accordo è sempre lì. Tuttavia, la ragazza ora un po' di potere in più e continuando a provare un giorno riuscirà a rompere l'accordo. Questo è un modo di uscire dal sogno infernale. Ma è necessario sostituire ogni accordo rotto con uno nuovo che vi renda felici. Se occupate lo spazio mentale di un vecchio accordo con uno nuovo, il vecchio non potrà più tornare. Nella mente ci sono molte forti convinzioni che possono far sembrare impossibile questo processo. Per questo è necessario fare un passo alla volta, ed essere pazienti. Si tratta di un processo lento. Il modo in cui vivete ora è il risultato i molti anni di addomesticamento. Non potete aspettarvi i cambiare tutto in un giorno.
Rompere gli accordi è molto difficile perché abbiamo messo in ognuno di essi il potere della nostra parola (che è il potere della volontà). Per cambiare l'accordo, abbiamo bisogno della stessa quantità di potere. Non possiamo usarne una quantità minore di quella che è stata necessaria per stabilirlo. Il problema è che quasi tutto il nostro potere è investito nel mantenimento degli accordi presi con noi stessi. Per questo tali accordi sono come una droga che crea dipendenza. Siamo dipendenti dall'ira, dalla gelosia e dall'auto-compatimento. Siamo dipendenti dalle convinzioni che ci fanno dire: "Non sono abbastanza bravo, non sono abbastanza intelligente. Perché provarci, allora? Se gli altri possono farcela, è perché sono migliori di me". Tutti questi vecchi accordi che governano il sogno della nostra vita sono il risultato di infinite ripetizioni.
Perciò per adottare i Quattro Accordi, dovete mettere in azione la ripetizione. Praticare i Quattro Accordi nella vita quotidiana è il modo in cui il vostro meglio diventa ancora migliore. La ripetizione crea il maestro. La disciplina del guerriero: controllare il proprio comportamento Immaginate di svegliarvi una mattina, pieni di entusiasmo. Vi sentite bene, felici e con tanta energia per affrontare la giornata. Poi, a colazione, litigate con vostra moglie o vostro marito e lasciate uscire un flusso di emozioni. Vi arrabbiate e nella rabbia mettete tutto il vostro potere personale. Dopo la lite vi sentite esausti, vorreste soltanto piangere. Siete così stanchi che tornate in camera vostra, vi gettate sul letto e cercate di rimettervi in sesto. Trascorrete la giornata avvolti nelle vostre emozioni, non avete energia e desiderate soltanto stare lontani da tutto. Ogni mattina ci svegliamo con una certa quantità di energia mentale, emozionale e fisica, che spendiamo durante il giorno. Se permettiamo alle emozioni di privarcene, non avremo energia da dedicare al cambiamento o ai rapporti con gli altri.
Il modo in cui vedete il mondo dipende dalle emozioni che provate. Quando siete irritati, intorno a voi nulla va per il verso giusto. Che piova o ci sia il sole, vi sembra comunque sbagliato. Quando siete tristi, tutto ciò che vi circonda è triste e vi fa venire voglia di piangere. Vedete gli alberi e vi intristite, vedete la pioggia e tutto appare brutto. Forse vi sentite vulnerabili e desiderate proteggervi perché non sapete in quale momento sarete attaccati. Non vi fidate di nulla e di nessuno intorno a voi: vedete il mondo con gli occhi della paura. Immaginate che la mente umana sia come la vostra pelle. Se la pelle è sana, toccarla è piacevole. Ora immaginate i avere una ferita che vi procura un'infezione. Se toccate la pelle nel punto infetto sentite dolore e cercate quindi di coprire e proteggere quel punto. Essere toccati non vi fa piacere, perché vi causa dolore. Immaginate ora che tutti gli esseri umani abbiano la pelle malata. Nessuno può toccare gli altri, perché toccarsi fa male. Tutti hanno la stessa infezione, quindi quello stato della pelle viene considerato normale. Crediamo di essere così per natura. Riuscite a immaginare come ci comporteremmo gli uni con gli altri, se tutti avessimo una malattia della pelle? Non ci abbracceremmo mai e per evitare il dolore tenderemmo a creare una distanza tra noi. La mente umana si adatta esattamente a questa descrizione. Ciascun essere umano ha un corpo emozionale pieno di ferite infette. Ogni ferita è piena di veleno emotivo, il veleno di tutte le emozioni che ci fanno soffrire, come l'odio, l'ira, l'invidia, la tristezza. Un'ingiustizia subita apre una ferita nella mente e reagiamo con il veleno emotivo a causa dei concetti e delle convenzioni che nutriamo rispetto a cosa è giusto e a cosa non lo è. La mente, a causa del processo di addomesticamento, è talmente piena di ferite e di veleno, che tutti ne descrivono la condizione come normale. Ma io vi dico che non è affatto normale. Abbiamo un sogno del pianeta che non funziona e gli esseri umani soffrono di una malattia mentale chiamata paura. I sintomi sono tutte le emozioni che ci fanno soffrire: rabbia, odio, tristezza, invidia e senso di tradimento. Quando la paura è troppo grande, la mente razionale comincia a funzionare male e noi definiamo tale condizione come malattia mentale. Il comportamento psicotico si verifica quando la mente è così spaventata e le ferite sono così profonde, che sembra che la cosa migliore sia quella di interrompere i contatti con il mondo esterno.
Se riusciamo a vedere lo stato della mente come una malattia, possiamo anche scoprire che c'è una cura. Non dobbiamo più soffrire. Prima però abbiamo bisogno della verità per aprire le ferite emotive, far uscire il veleno e lasciarle guarire completamente. Come si fa? Dobbiamo perdonare coloro che ci hanno offeso, non perché meritino il perdono, ma perché amiamo noi stessi e non vogliamo continuare a pagare per l'ingiustizia subita. Il perdono è l'unico modo per guarire. Possiamo scegliere di perdonare perché proviamo compassione per noi stessi. Possiamo lasciar andare il risentimento e dichiarare: "Adesso basta! Non sarò il grande Giuda, non andrò più contro me stesso. Non mi flagellerò più e non mi maltratterò. Non sarò più la Vittima". Prima di tutto, bisogna perdonare i genitori, i fratelli, le sorelle, gli amici e Dio. Una volta perdonato Dio, potete finalmente perdonare voi stessi. Perdonando voi stessi, il rifiuto è finito e inizia l'accettazione di sé. L'amore di sé. L'amore verso voi stessi diventerà così forte, che alla fine vi accetterete così come siete. Questo è l'inizio della libertà. Il perdono è la chiave. Saprete che avete perdonato qualcuno quando lo vedete, o udite il suo nome e non avete più una reazione emotiva. Quando qualcuno toccherà il punto dove c'era una ferita e non sentirete dolore, saprete di avere perdonato davvero. La verità è come un bisturi. Fa male perché apre le ferite coperte dalle menzogne, ma permette di guarire. Le menzogne sono ciò che è noto come sistema della negazione. E' bene avere un sistema di negazione, perché ci permette di coprire le ferite e di andare avanti. Ma quando non abbiamo più ferite, non è più necessario mentire e non abbiamo più bisogno di negare nulla, perché una mente sana, proprio come una pelle sana, può essere toccata senza dolore. Quando la mente è pulita, ama essere toccata. Il problema è che la maggior parte delle persone perdono il controllo delle proprie emozioni. Sono le emozioni che controllano il comportamento e non viceversa. Quando perdiamo il controllo, diciamo parole che non vorremmo dire e facciamo cose che non vorremmo fare. Per questo è così importante essere impeccabili con la parola e diventare guerrieri spirituali. Dobbiamo imparare a controllare le emozioni, in modo da avere abbastanza potere personale per cambiare gli accordi basati sulla paura fuggire dall'inferno e creare il nostro paradiso personale. Come si fa a diventare guerrieri? Esistono alcune caratteristiche fondamentali, simili in tutte le tradizioni del mondo. Il guerriero ha consapevolezza, questo è molto importante. Siamo coscienti di essere i guerra e la guerra in atto nella nostra mente richiede disciplina. Non la disciplina del soldato, ma quella del guerriero. Non quella che ci dice dall'esterno cosa fare e cosa non fare, ma la disciplina di essere noi stessi, indipendentemente da tutto.
Il guerriero ha controllo. Non su altri esseri umani, ma sulle proprie emozioni, su se stesso. Quando perdiamo il controllo reprimiamo le emozioni, ciò non accade quando ci controlliamo. La grande differenza tra una Vittima e un guerriero, è che la prima si reprime, il secondo si trattiene. Le Vittime reprimono le emozioni perché hanno paura di mostrarle, paura d dire ciò che vorrebbero dire. Trattenersi non è affatto la stessa cosa. Significa mantenere le emozioni ed esprimerle al momento giusto, né prima né dopo. Per questo i guerrieri sono impeccabili. Hanno un completo controllo sulle emozioni e quindi sul comportamento.
L'iniziazione del morto: abbracciare l'angelo della morte. L'ultimo modo per raggiungere la libertà personale è quello di prepararci all'iniziazione del morto, ossia prendere la morte stessa come maestra. L'angelo della morte può insegnarci a vivere con pienezza. Diventiamo consapevoli del fatto che possiamo morire in qualunque momento e di avere a disposizione soltanto il presente. La verità è che potremmo morire anche domani. Chi può saperlo? Siamo convinti di avere ancora molti anni davanti a noi, ma li abbiamo davvero? Se un dottore ci dicesse che abbiamo soltanto una settimana di vita, cosa faremmo? Come ho detto prima, abbiamo due scelte. Una è quella di soffrire perché ci tocca morire e creare un enorme dramma, dicendo a tutti: "Povero me, morirò tra pochi giorni". L'altra è usare ogni momento per essere felici e fare ciò che davvero ci piace di più. Poiché abbiamo soltanto una settimana a disposizione, godiamocela. Viviamo. Diciamo: "Adesso sarò me stesso e non vivrò più per compiacere gli altri. Non avrò più paura di cosa pensano di me. Cosa m'importa di ciò che pensano gli altri, se tra una settimana sarò morto? Sarò soltanto me stesso". L'angelo della morte può insegnarci a vivere ogni giorno come se fosse l'ultimo della nostra vita, come se non ci fosse un domani. Possiamo iniziare ogni giorno dicendo: "Sono sveglio, vedo il Sole. Sono grato al Sole, a tutte le cose e a tutti gli esseri perché sono ancora vivo. Ho davanti un altro giorno in cui essere me stesso". Questo è il modo in cui considero la vita, il modo che mi ha insegnato l'angelo della morte: essere totalmente aperto, sapendo che non c'è nulla da temere. E ovviamente tratto con amore le persone che amo, perché questo può essere l'ultimo giorno in cui avrò l'opportunità di mostrare loro il mio amore. Non so se potrò rivederle, perciò non litigherò con loro.
Che succede se ho un diverbio con qualcuno, lasciando uscire una quantità di veleno emotivo e domani quella persona muore? Oops! Oh mio Dio, il Giudice mi distruggerà, mi sentirò tremendamente in colpa per le mie parole dure e per non aver detto a quella persona quanto le volevo bene. L'amore che mi rende felice è quello che posso condividere. Perché ho bisogno di negare che ti amo? Non è importante se anche tu mi ami. Tu o io possiamo morire domani. Ciò che mi rende felice, adesso, è farti sapere quanto ti voglio bene. Potete vivere in questo modo e così facendo vi preparate per l'iniziazione della morte. Durante tale iniziazione, il vecchio sogno che avete nella mente morirà definitivamente. Certo, resterà il ricordo del parassita, ma il Giudice e la Vittima saranno morti. Ciò che perisce nell'iniziazione della morte è il parassita. Non è facile prepararsi a questa iniziazione, perché il Giudice e la Vittima la ostacoleranno con tutti i mezzi. Non vogliono morire e cercheranno di spaventarci, facendoci credere che la loro morte sarà la nostra. Se viviamo nel sogno del pianeta, è come se fossimo già morti.
Chi sopravvive all'iniziazione della morte riceve il regalo più bello: la resurrezione. Risorgere vuol dire sollevarsi dalla morte, essere vivi, essere di nuovo sé stessi. Vuol dire essere come bambini, liberi e selvaggi, ma con una differenza: siamo liberi con saggezza, anziché con innocenza. Rompiamo la gabbia dell'addomesticamento e cominciamo a guarire la nostra mente. Ci arrendiamo all'angelo della morte, sapendo che il parassita morirà e saremo ancora vivi, con una mente sana e una ragione perfetta. Allora saremo liberi di usare la mente e di governare la nostra vita. Questo è ciò che ci insegna l'angelo della morte, nella via tolteca. L'angelo viene a noi e dice: "Tutto ciò che esiste è mio, non tuo. La tua casa, tua moglie, tuo marito, i tuoi figli, la tua macchina, la tua carriera, il tuo denaro: tutto è mio e posso portartelo via quando voglio, ma per il momento tienilo pure". Se ci arrendiamo all'angelo della morte, saremo felici per sempre. Come mai? Perché l'angelo porta via il passato, permettendo così alla vita di continuare. Ogni momento che passa, l'angelo elimina la parte morta e noi continuiamo a vivere nel presente. Il parassita vuole che portiamo sempre con noi il passato e ciò rende molto pesante la vita. Se cerchiamo di vivere nel passato, come possiamo godere il presente? Se sogniamo il futuro, perché dobbiamo portarci dietro il fardello del passato? Quando vivremo nel presente? Questo è ciò che l'angelo della morte ci insegna a fare.
Se guardiamo un bambino di due o tre anni, ci troviamo davanti a un essere umano libero. Perché è libero? Perché fa tutto quello che vuole. E' senza regole, selvaggio, come un fiore, un albero o un animale non addomesticato. Se guardiamo bene i bambini piccoli, scopriamo che quasi sempre sorridono e si divertono. Esplorano il mondo, non temono di giocare. Hanno paura se si fanno male, se hanno fame, se alcuni dei loro bisogni non vengono soddisfatti, ma non si preoccupano del passato né del futuro e vivono solo nel momento presente. I bambini piccoli non temono di esprimere ciò che sentono. Se percepiscono amore, si sciolgono in quell'amore. Non hanno paura di amare.
Questa è la descrizione di un essere umano normale. Da bambini non abbiamo paura del futuro e non ci vergogniamo del passato. La nostra tendenza naturale è quella di goderci la vita, giocare, esplorare, essere felici e amare. Ma cosa accade con l'adulto? Perché siamo così diversi? Perché non siamo più selvaggi? Dal punto di vista della Vittima, possiamo dire che ci è accaduto qualcosa di spiacevole e dal punto di vista del guerriero possiamo dire che quello che ci è accaduto è normale. E' successo che il Libro della Legge, il Giudice e la Vittima governano la nostra vita. Non siamo più liberi, perché il Giudice, la Vittima e il sistema di credenze non ci permettono di essere ciò che siamo realmente. Una volta che la nostra mente è stata programmata con tutta quella spazzatura, non siamo più felici. Questa catena di addestramento, da persona a persona, da una generazione all'altra, è perfettamente normale nella nostra società. Non dovete incolpare i vostri genitori per avervi insegnato a essere come loro. Cosa potevano insegnarvi, se non ciò che sapevano? Hanno fatto del loro meglio e se vi hanno maltrattato è stato a causa del loro addomesticamento, delle loro paure, delle loro credenze. Non avevano nessun controllo sulla programmazione che avevano ricevuto, quindi non potevano comportarsi in modo diverso. Non biasimate i genitori, né chiunque altro vi abbia trattato male, compresi voi stessi. Ma è tempo di mettere fine ai maltrattamenti. E' tempo di liberarvi dalla tirannia del giudice, cambiando le basi dei vostri accordi. E' tempo di liberarvi dal ruolo di Vittima. Il vostro vero essere è ancora un bambino che non è mai cresciuto. A volte viene fuori quando vi divertite, quando giocate, dipingete o scrivete poesie, suonate il piano o vi esprimete in qualunque altro modo. Quelli sono i momenti più belli della vita, quando il vostro vero essere esce allo scoperto e siete come bambini a cui non importa del passato e del futuro. Ma c'è qualcosa che cambia tutto: le responsabilità.
Il Giudice dice: "Aspetta un attimo, tu sei responsabile, hai delle cose da fare, devi lavorare, devi andare a scuola, devi guadagnarti da vivere". Ci vengono in mente tutte le nostre responsabilità, il nostro volto cambia e diventiamo di nuovo seri. Se osservate i bambini quando giocano a fare gli adulti, vedrete cambiare il loro viso. "Giochiamo all'avvocato e al cliente", dicono e improvvisamente la loro espressione si fa molto seria. Se andiamo in tribunale, quelle sono le facce che vediamo. Quello è ciò che siamo. Siamo ancora bambini, ma abbiamo perso la libertà. La libertà che cerchiamo è quella di essere noi stessi, di poterci esprimere. Ma se diamo un'occhiata alla nostra vita, vedremo che la maggior parte delle volte agiamo per compiacere gli altri, per essere accettati da loro, anziché vivere per compiacere noi stessi. Questa è la fine che ha fatto la nostra libertà. Nella nostra società e in tutte le società del mondo, novecentonovantanove persone su mille sono completamente addomesticate. La cosa peggiore è che molti di noi non si rendono neppure conto di non essere liberi.
Qualcosa in un angolo della mente sussurra che non siamo liberi, ma non capiamo di cosa si tratti. Il problema è che quasi tutti vivono senza scoprire mai che la loro mente è controllata dal Giudice e dalla Vittima e quindi non hanno la possibilità di liberarsi. Il primo passo verso la libertà è la consapevolezza. Dobbiamo conoscere il problema, per poterlo risolvere. La consapevolezza è sempre il primo passo, perché senza di essa non si può cambiare nulla. Se non siete consapevoli che la vostra mente è piena di ferite e di veleni emozionali, non potete iniziare a curarla e continuerete a soffrire. Non c'è ragione di soffrire. La consapevolezza può spingervi a ribellarvi, a dire: "Basta!" Potete cercare un modo di guarire e trasformare il vostro sogno personale. Il sogno del pianeta è solo un sogno non è reale. Se cominciate a sfidare le vostre credenze, scoprirete che la maggior parte di esse, quelle che vi hanno portato a vivere nella mente ferita, non sono neppure vere. Scoprirete che avete sofferto tanti anni per niente. Perché? Perché il sistema di credenze che vi è stato instillato nella mente è basato sulla menzogna. Per questo è importante controllare il vostro sogno. Per questo i Toltechi sono diventati maestri del sogno. La vita di ciascuno è la manifestazione del proprio sogno. E' un'arte. Potete cambiare vita in qualunque momento, se il sogno non vi piace. I maestri del sogno creano vite che sono dei capolavori. Controllano il sogno facendo delle scelte. Ogni cosa ha delle conseguenze e un maestro del sogno è consapevole delle conseguenze.
Essere un Tolteco è un modo di vivere in cui non ci sono capi né seguaci, in cui una persona ha la sua verità e la vive. Un Tolteco diventa saggio, selvaggio e di nuovo libero. Ci sono tre arti che possono guidarvi a diventare Toltechi.
LA PRIMA È LA PADRONANZA DELLA CONSAPEVOLEZZA, che significa essere consapevoli di chi siamo veramente, con tutte le possibilità che questo comporta.
LA SECONDA È LA PADRONANZA DELLA TRASFORMAZIONE: come cambiare, come liberarci dall'addomesticamento.
LA TERZA È LA PADRONANZA DELL'INTENTO. Dal punto di vista tolteco, l'intento è quella parte della vita che rende possibile la trasformazione dell'energia. E' l'essere vivente che racchiude tutta l'energia, senza interruzione, è ciò che chiamiamo "Dio". L'intento è la vita stessa, è amore incondizionato. La padronanza dell'Intento, quindi è la Padronanza dell'Amore.
Nella via tolteca verso la libertà, esiste una mappa per rompere le catene dell'addomesticamento. I Toltechi paragonano il Giudice, la Vittima e il sistema di credenze a un parassita che invade la mente umana. Dal loro punto di vista, gli esseri umani addomesticati sono malati, perché c'è un parassita che controlla la loro mente, cibandosi delle emozioni negative nate dalla paura.
Un parassita è un essere vivente che vive a spese di altri esseri viventi, succhiando la loro energia senza offrire nulla in cambio e danneggiando a poco a poco l'ospite. Il Giudice, la Vittima e il sistema di credenze si adattano molto bene a tale descrizione. Insieme, formano un essere costituito di energia psichica, o emozionale e si tratta di un essere vivo. Ovviamente non sto parlando di energia materiale, ma neppure le emozioni o i sogni sono composti di energia materiale, eppure sappiamo che esistono. Una funzione del cervello è quella di trasformare l'energia materiale in energia emozionale. Il cervello è la fabbrica delle emozioni.
Abbiamo detto che la funzione principale della mente è quella di sognare. I Toltechi credono che il parassita (il Giudice, la Vittima e il sistema di credenze) abbia il controllo della mente e quindi del sogno personale. Il parassita sogna attraverso la vostra mente e vive attraverso il vostro corpo. Sopravvive alle emozioni negative e si nutre di sofferenza. La libertà che cerchiamo è quella di usare la mente e il corpo, di vivere la nostra vita, anziché quella impostaci dal sistema di credenze. Quando scopriamo che la mente è controllata dal Giudice e dalla Vittima e che il nostro vero sé è alle corde, abbiamo soltanto due scelte: quella di continuare così, arrendendoci al Giudice e alla Vittima e vivendo nel sogno del pianeta, oppure fare come fanno i bambini quando i genitori cercano di addomesticarli. Possiamo ribellarci e dire: "No!" dichiarando guerra al parassita, una guerra d'indipendenza, una guerra per il diritto di usare la nostra mente e il nostro cervello.
Per questo in tutte le tradizioni sciamaniche americane, dal Canada all'Argentina, gli adepti si definiscono "guerrieri": sono in guerra contro il parassita annidato nella mente. Questo è il vero significato dell'essere un guerriero. Guerriero è chi si ribella contro l'invasione del parassita. Ma ciò non significa avere la certezza di vincere. Possiamo vincere o perdere, ma facciamo sempre del nostro meglio e almeno abbiamo una possibilità di essere di nuovo liberi. Scegliere questa via ci dà, se non altro, la dignità della ribellione e ci permette di non essere vittime delle nostre emozioni capricciose o dei veleni emozionali degli altri. Anche se soccombiamo al nemico, al parassita, almeno non avremo ceduto senza combattere. Essere un guerriero ci dà l'opportunità di trascendere il sogno del pianeta e di trasformare il nostro sogno personale in un paradiso. Proprio come l'inferno, il paradiso è un luogo che esiste nella mente. E' un luogo di gioia, dove siamo felici, liberi di amare e di essere ciò che siamo realmente. Possiamo andare in paradiso da vivi, senza bisogno di aspettare fino alla morte. Dio è sempre presente e il suo regno è dovunque, ma prima dobbiamo avere occhi e orecchie per vedere e ascoltare la verità. Dobbiamo liberarci del parassita.
Il parassita può essere paragonato a un mostro con mille teste. Ogni testa è una paura che abbiamo. Se vogliamo essere liberi, dobbiamo distruggere il parassita. Un modo è quello di attaccare una testa dopo l'altra, affrontando le nostre paure una alla volta. E' un processo lento, ma funziona. Ogni volta che vinciamo una paura, siamo un po' più liberi.
Un secondo sistema è quello di smettere di nutrire il parassita. Se non gli diamo cibo, morirà di fame. Per poterlo fare, dobbiamo avere il controllo delle emozioni, ed evitare di alimentare quelle che derivano dalla paura. E' facile da dire, ma difficile da mettere in pratica, perché il Giudice e la Vittima controllano la nostra mente.
Una terza soluzione è l'iniziazione del morto. Si tratta di un sistema usato da molte tradizioni e scuole esoteriche in tutto il mondo. Lo troviamo in Egitto, in India, in Grecia, in America. Si tratta di una morte simbolica che uccide il parassita senza danneggiare il corpo fisico. Quando moriamo simbolicamente, il parassita muore con noi. E' la soluzione più rapida, ma anche la più difficile da mettere in pratica. C'è bisogno di un grande coraggio per affrontare l'angelo della morte. Bisogna essere molto forti.
ESAMINIAMO CIASCUNA DI QUESTE TRE SOLUZIONI.
L'arte della trasformazione: il sogno della seconda attenzione.
Abbiamo detto che il sogno in cui vivete ora è il risultato del sogno esterno che ha agganciato la vostra attenzione, inculcandovi le proprie credenze. Il processo di addomesticamento può essere chiamato il sogno della prima attenzione, perché è il modo in cui la vostra attenzione è stata usata la prima volta per creare il primo sogno della vostra vita. Un modo per cambiare le vostre credenze è quello di concentrare l'attenzione su tutte le convinzioni che avete, per cambiarle. Così facendo, usate l'attenzione una seconda volta e create quindi il sogno della seconda attenzione, un sogno nuovo. La differenza è che non siete più innocenti. Quando eravate bambini, non avevate scelta. Ma ora non siete più dei bambini. Ora sta a voi scegliere in cosa credere. Potete scegliere di credere in ciò che preferite, anche in voi stessi. Il primo passo è diventare consapevoli della nebbia dentro la mente. Dovete comprendere che sognate tutto il tempo. Solo con la consapevolezza potete trasformare il sogno. Sapete che il dramma della vostra vita è il risultato di ciò che credete e ciò che credete non è reale, perciò potete cominciare a cambiarlo. Tuttavia, per cambiare le vostre credenze, dovete focalizzare l'attenzione su ciò che volete cambiare. Dovete sapere quali accordi non vi vanno più bene, prima di poterli trasformare. Il passo successivo, quindi, consiste nel diventare consapevoli di tutte le credenze limitanti e basate sulla paura che vi rendono infelice. Fate un inventario di tutto ciò in cui credete, di tutti i vostri accordi e attraverso questo processo date inizio al cambiamento.
I Toltechi la chiamano Arte della Trasformazione, ed è davvero un'arte. Si coltiva cambiando gli accordi basati sulla paura che vi fanno soffrire e riprogrammando la mente a modo vostro. Uno dei modi per riuscirci è quello di esplorare e adottare credenze alternative, come per esempio i Quattro Accordi. La decisione di adottare i Quattro Accordi è una dichiarazione di guerra contro il parassita. Gli Accordi offrono la possibilità di porre fine al dolore emozionale, aprendo la strada a una vita felice, a un nuovo sogno. Sta a voi esplorare le possibilità del vostro sogno, se vi interessa. I Quattro Accordi sono stati creati per aiutarvi nell'Arte della Trasformazione, per rompere gli accordi limitanti, per farvi acquisire un maggiore potere personale e per rendervi più forti. Più diventate forti, più accordi riuscirete a rompere, fino al momento in cui arriverete al nocciolo di tutti gli accordi. Arrivare al nocciolo è ciò che io chiamo andare nel deserto. Quando andate ne deserto, incontrate le vostre emozioni faccia a faccia. Quando tornate, tutti i demoni si trasformano in angeli.
Praticare i Quattro Accordi è un atto di potere. Rompere gli incantesimo di magia nera che imprigionano la vostra mente richiede un grande potere personale. Ogni volta che ne rompete uno, acquisite potere. Cominciate da quelli più piccoli, poi a mano a mano che il vostro potere personale aumenta, potrete avvicinarvi al punto in cui affronterete i grandi demoni della vostra mente. Per esempio, quella bambina a cui fu detto di non cantare, ora ha vent'anni e ancora non canta. Un modo per superare la convinzione di avere una brutta voce, è quello di dire: "Va bene, proverò a cantare, anche se sono stonata". Quindi può fingere che ci sia qualcuno che applaude, dicendo: "Canti benissimo". E' un progresso, ma l'accordo è sempre lì. Tuttavia, la ragazza ora un po' di potere in più e continuando a provare un giorno riuscirà a rompere l'accordo. Questo è un modo di uscire dal sogno infernale. Ma è necessario sostituire ogni accordo rotto con uno nuovo che vi renda felici. Se occupate lo spazio mentale di un vecchio accordo con uno nuovo, il vecchio non potrà più tornare. Nella mente ci sono molte forti convinzioni che possono far sembrare impossibile questo processo. Per questo è necessario fare un passo alla volta, ed essere pazienti. Si tratta di un processo lento. Il modo in cui vivete ora è il risultato i molti anni di addomesticamento. Non potete aspettarvi i cambiare tutto in un giorno.
Rompere gli accordi è molto difficile perché abbiamo messo in ognuno di essi il potere della nostra parola (che è il potere della volontà). Per cambiare l'accordo, abbiamo bisogno della stessa quantità di potere. Non possiamo usarne una quantità minore di quella che è stata necessaria per stabilirlo. Il problema è che quasi tutto il nostro potere è investito nel mantenimento degli accordi presi con noi stessi. Per questo tali accordi sono come una droga che crea dipendenza. Siamo dipendenti dall'ira, dalla gelosia e dall'auto-compatimento. Siamo dipendenti dalle convinzioni che ci fanno dire: "Non sono abbastanza bravo, non sono abbastanza intelligente. Perché provarci, allora? Se gli altri possono farcela, è perché sono migliori di me". Tutti questi vecchi accordi che governano il sogno della nostra vita sono il risultato di infinite ripetizioni.
Perciò per adottare i Quattro Accordi, dovete mettere in azione la ripetizione. Praticare i Quattro Accordi nella vita quotidiana è il modo in cui il vostro meglio diventa ancora migliore. La ripetizione crea il maestro. La disciplina del guerriero: controllare il proprio comportamento Immaginate di svegliarvi una mattina, pieni di entusiasmo. Vi sentite bene, felici e con tanta energia per affrontare la giornata. Poi, a colazione, litigate con vostra moglie o vostro marito e lasciate uscire un flusso di emozioni. Vi arrabbiate e nella rabbia mettete tutto il vostro potere personale. Dopo la lite vi sentite esausti, vorreste soltanto piangere. Siete così stanchi che tornate in camera vostra, vi gettate sul letto e cercate di rimettervi in sesto. Trascorrete la giornata avvolti nelle vostre emozioni, non avete energia e desiderate soltanto stare lontani da tutto. Ogni mattina ci svegliamo con una certa quantità di energia mentale, emozionale e fisica, che spendiamo durante il giorno. Se permettiamo alle emozioni di privarcene, non avremo energia da dedicare al cambiamento o ai rapporti con gli altri.
Il modo in cui vedete il mondo dipende dalle emozioni che provate. Quando siete irritati, intorno a voi nulla va per il verso giusto. Che piova o ci sia il sole, vi sembra comunque sbagliato. Quando siete tristi, tutto ciò che vi circonda è triste e vi fa venire voglia di piangere. Vedete gli alberi e vi intristite, vedete la pioggia e tutto appare brutto. Forse vi sentite vulnerabili e desiderate proteggervi perché non sapete in quale momento sarete attaccati. Non vi fidate di nulla e di nessuno intorno a voi: vedete il mondo con gli occhi della paura. Immaginate che la mente umana sia come la vostra pelle. Se la pelle è sana, toccarla è piacevole. Ora immaginate i avere una ferita che vi procura un'infezione. Se toccate la pelle nel punto infetto sentite dolore e cercate quindi di coprire e proteggere quel punto. Essere toccati non vi fa piacere, perché vi causa dolore. Immaginate ora che tutti gli esseri umani abbiano la pelle malata. Nessuno può toccare gli altri, perché toccarsi fa male. Tutti hanno la stessa infezione, quindi quello stato della pelle viene considerato normale. Crediamo di essere così per natura. Riuscite a immaginare come ci comporteremmo gli uni con gli altri, se tutti avessimo una malattia della pelle? Non ci abbracceremmo mai e per evitare il dolore tenderemmo a creare una distanza tra noi. La mente umana si adatta esattamente a questa descrizione. Ciascun essere umano ha un corpo emozionale pieno di ferite infette. Ogni ferita è piena di veleno emotivo, il veleno di tutte le emozioni che ci fanno soffrire, come l'odio, l'ira, l'invidia, la tristezza. Un'ingiustizia subita apre una ferita nella mente e reagiamo con il veleno emotivo a causa dei concetti e delle convenzioni che nutriamo rispetto a cosa è giusto e a cosa non lo è. La mente, a causa del processo di addomesticamento, è talmente piena di ferite e di veleno, che tutti ne descrivono la condizione come normale. Ma io vi dico che non è affatto normale. Abbiamo un sogno del pianeta che non funziona e gli esseri umani soffrono di una malattia mentale chiamata paura. I sintomi sono tutte le emozioni che ci fanno soffrire: rabbia, odio, tristezza, invidia e senso di tradimento. Quando la paura è troppo grande, la mente razionale comincia a funzionare male e noi definiamo tale condizione come malattia mentale. Il comportamento psicotico si verifica quando la mente è così spaventata e le ferite sono così profonde, che sembra che la cosa migliore sia quella di interrompere i contatti con il mondo esterno.
Se riusciamo a vedere lo stato della mente come una malattia, possiamo anche scoprire che c'è una cura. Non dobbiamo più soffrire. Prima però abbiamo bisogno della verità per aprire le ferite emotive, far uscire il veleno e lasciarle guarire completamente. Come si fa? Dobbiamo perdonare coloro che ci hanno offeso, non perché meritino il perdono, ma perché amiamo noi stessi e non vogliamo continuare a pagare per l'ingiustizia subita. Il perdono è l'unico modo per guarire. Possiamo scegliere di perdonare perché proviamo compassione per noi stessi. Possiamo lasciar andare il risentimento e dichiarare: "Adesso basta! Non sarò il grande Giuda, non andrò più contro me stesso. Non mi flagellerò più e non mi maltratterò. Non sarò più la Vittima". Prima di tutto, bisogna perdonare i genitori, i fratelli, le sorelle, gli amici e Dio. Una volta perdonato Dio, potete finalmente perdonare voi stessi. Perdonando voi stessi, il rifiuto è finito e inizia l'accettazione di sé. L'amore di sé. L'amore verso voi stessi diventerà così forte, che alla fine vi accetterete così come siete. Questo è l'inizio della libertà. Il perdono è la chiave. Saprete che avete perdonato qualcuno quando lo vedete, o udite il suo nome e non avete più una reazione emotiva. Quando qualcuno toccherà il punto dove c'era una ferita e non sentirete dolore, saprete di avere perdonato davvero. La verità è come un bisturi. Fa male perché apre le ferite coperte dalle menzogne, ma permette di guarire. Le menzogne sono ciò che è noto come sistema della negazione. E' bene avere un sistema di negazione, perché ci permette di coprire le ferite e di andare avanti. Ma quando non abbiamo più ferite, non è più necessario mentire e non abbiamo più bisogno di negare nulla, perché una mente sana, proprio come una pelle sana, può essere toccata senza dolore. Quando la mente è pulita, ama essere toccata. Il problema è che la maggior parte delle persone perdono il controllo delle proprie emozioni. Sono le emozioni che controllano il comportamento e non viceversa. Quando perdiamo il controllo, diciamo parole che non vorremmo dire e facciamo cose che non vorremmo fare. Per questo è così importante essere impeccabili con la parola e diventare guerrieri spirituali. Dobbiamo imparare a controllare le emozioni, in modo da avere abbastanza potere personale per cambiare gli accordi basati sulla paura fuggire dall'inferno e creare il nostro paradiso personale. Come si fa a diventare guerrieri? Esistono alcune caratteristiche fondamentali, simili in tutte le tradizioni del mondo. Il guerriero ha consapevolezza, questo è molto importante. Siamo coscienti di essere i guerra e la guerra in atto nella nostra mente richiede disciplina. Non la disciplina del soldato, ma quella del guerriero. Non quella che ci dice dall'esterno cosa fare e cosa non fare, ma la disciplina di essere noi stessi, indipendentemente da tutto.
Il guerriero ha controllo. Non su altri esseri umani, ma sulle proprie emozioni, su se stesso. Quando perdiamo il controllo reprimiamo le emozioni, ciò non accade quando ci controlliamo. La grande differenza tra una Vittima e un guerriero, è che la prima si reprime, il secondo si trattiene. Le Vittime reprimono le emozioni perché hanno paura di mostrarle, paura d dire ciò che vorrebbero dire. Trattenersi non è affatto la stessa cosa. Significa mantenere le emozioni ed esprimerle al momento giusto, né prima né dopo. Per questo i guerrieri sono impeccabili. Hanno un completo controllo sulle emozioni e quindi sul comportamento.
L'iniziazione del morto: abbracciare l'angelo della morte. L'ultimo modo per raggiungere la libertà personale è quello di prepararci all'iniziazione del morto, ossia prendere la morte stessa come maestra. L'angelo della morte può insegnarci a vivere con pienezza. Diventiamo consapevoli del fatto che possiamo morire in qualunque momento e di avere a disposizione soltanto il presente. La verità è che potremmo morire anche domani. Chi può saperlo? Siamo convinti di avere ancora molti anni davanti a noi, ma li abbiamo davvero? Se un dottore ci dicesse che abbiamo soltanto una settimana di vita, cosa faremmo? Come ho detto prima, abbiamo due scelte. Una è quella di soffrire perché ci tocca morire e creare un enorme dramma, dicendo a tutti: "Povero me, morirò tra pochi giorni". L'altra è usare ogni momento per essere felici e fare ciò che davvero ci piace di più. Poiché abbiamo soltanto una settimana a disposizione, godiamocela. Viviamo. Diciamo: "Adesso sarò me stesso e non vivrò più per compiacere gli altri. Non avrò più paura di cosa pensano di me. Cosa m'importa di ciò che pensano gli altri, se tra una settimana sarò morto? Sarò soltanto me stesso". L'angelo della morte può insegnarci a vivere ogni giorno come se fosse l'ultimo della nostra vita, come se non ci fosse un domani. Possiamo iniziare ogni giorno dicendo: "Sono sveglio, vedo il Sole. Sono grato al Sole, a tutte le cose e a tutti gli esseri perché sono ancora vivo. Ho davanti un altro giorno in cui essere me stesso". Questo è il modo in cui considero la vita, il modo che mi ha insegnato l'angelo della morte: essere totalmente aperto, sapendo che non c'è nulla da temere. E ovviamente tratto con amore le persone che amo, perché questo può essere l'ultimo giorno in cui avrò l'opportunità di mostrare loro il mio amore. Non so se potrò rivederle, perciò non litigherò con loro.
Che succede se ho un diverbio con qualcuno, lasciando uscire una quantità di veleno emotivo e domani quella persona muore? Oops! Oh mio Dio, il Giudice mi distruggerà, mi sentirò tremendamente in colpa per le mie parole dure e per non aver detto a quella persona quanto le volevo bene. L'amore che mi rende felice è quello che posso condividere. Perché ho bisogno di negare che ti amo? Non è importante se anche tu mi ami. Tu o io possiamo morire domani. Ciò che mi rende felice, adesso, è farti sapere quanto ti voglio bene. Potete vivere in questo modo e così facendo vi preparate per l'iniziazione della morte. Durante tale iniziazione, il vecchio sogno che avete nella mente morirà definitivamente. Certo, resterà il ricordo del parassita, ma il Giudice e la Vittima saranno morti. Ciò che perisce nell'iniziazione della morte è il parassita. Non è facile prepararsi a questa iniziazione, perché il Giudice e la Vittima la ostacoleranno con tutti i mezzi. Non vogliono morire e cercheranno di spaventarci, facendoci credere che la loro morte sarà la nostra. Se viviamo nel sogno del pianeta, è come se fossimo già morti.
Chi sopravvive all'iniziazione della morte riceve il regalo più bello: la resurrezione. Risorgere vuol dire sollevarsi dalla morte, essere vivi, essere di nuovo sé stessi. Vuol dire essere come bambini, liberi e selvaggi, ma con una differenza: siamo liberi con saggezza, anziché con innocenza. Rompiamo la gabbia dell'addomesticamento e cominciamo a guarire la nostra mente. Ci arrendiamo all'angelo della morte, sapendo che il parassita morirà e saremo ancora vivi, con una mente sana e una ragione perfetta. Allora saremo liberi di usare la mente e di governare la nostra vita. Questo è ciò che ci insegna l'angelo della morte, nella via tolteca. L'angelo viene a noi e dice: "Tutto ciò che esiste è mio, non tuo. La tua casa, tua moglie, tuo marito, i tuoi figli, la tua macchina, la tua carriera, il tuo denaro: tutto è mio e posso portartelo via quando voglio, ma per il momento tienilo pure". Se ci arrendiamo all'angelo della morte, saremo felici per sempre. Come mai? Perché l'angelo porta via il passato, permettendo così alla vita di continuare. Ogni momento che passa, l'angelo elimina la parte morta e noi continuiamo a vivere nel presente. Il parassita vuole che portiamo sempre con noi il passato e ciò rende molto pesante la vita. Se cerchiamo di vivere nel passato, come possiamo godere il presente? Se sogniamo il futuro, perché dobbiamo portarci dietro il fardello del passato? Quando vivremo nel presente? Questo è ciò che l'angelo della morte ci insegna a fare.
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