sabato 27 luglio 2013

aiutare gli animali

Cercasi casa disperatamente per i cani salvati dai laboratori

Non solo Green Hill, il futuro inizia da Arese

 
Si tratta di Gino Ginelli, Rugo e Angolinosono: tre beagle accolti dall’associazione "Vita da cani". I quattrozampe arrivano dall'allevamento Morini di San Polo D'Enza, chiuso anni fa. Chi desidera informazioni può consultare il sito www.vitadacani.org
di Roberta Rampini

I beagle di Morini (Studionord)
I beagle di Morini (Studionord)
Arese, 24 luglio 2013 - Sono ancora molto spaventati. È difficile avvicinarli. Ci vogliono pazienza e tanto amore. Atteggiamenti che prima di arrivare nel canile di Arese non hanno mai conosciuto. Gino Ginelli, Rugo e Angolinosono tre beagle da laboratorio salvati dall’associazione«Vita da cani» grazie al progetto nazionale denominato Dl4. Sono gli ultimicani che attendono di trovare una famiglia adottiva. Loro sono pronti per l’affidamento, hanno seguito un percorso di riabilitazione psicologica.

Gino ha sei anni, quando è arrivato nel canile era un “morsicatore”, aveva il muso pieno di cicatrici, era il più diffidente nei confronti degli uomini. Il suo volto stampato su una cartolina è stato il simbolo della campagna di sensibilizzazione contro la vivisezione. I suoi occhionidallo sguardo triste ma capace di strappare un sorriso hanno fatto il giro d’Italia.«Oggi è ancora molto timido ma sereno, va al guinzaglio come qualunque altro cane - spiega Sara D’Angelo, presidente dell’associazione -. Il percorso di riabilitazione è stato lungo. Gino, come per gli altri cani da laboratorio che abbiamo salvato, quando è arrivato da noi non conosceva stimoli come la luce, l’aria, non aveva mai camminato su un prato d’erba o passeggiato sui sassi. Si spaventava e scappava per cose banali e semplici».

Anche le storie di Rugo, battezzato così dai volontari per alcune rughe d’espressione sulmuso, e Angolino- che deve il suo nome al fatto che si nascondeva semprenegli angoli - sono simili a quella di Gino. Ma non solo gli unici: l’associazione onlus, che gestisce anche un canile a Magnago e un Santuario di bovini in provincia di Brescia, ha accolto ben 300 beagle provenientida San Polo d’Enza, vicino ParmaL’allevamento Morini era stato uno dei primi a chiudere i battenti, quando il caso di GreenHill non era ancora stato sollevato.«Il progetto Dl4 si occupa di contattare i laboratori di vivisezione per riscattare dove possibile gli animali che hanno subito una sperimentazione e che possono essere recuperati - continua Sara -.Si evitacosì la soppressione che solitamente segue la fine degli esperimenti». In questi anni l’associazione aresina è riuscita a trovare una casa per tutti. Ora si cercano le famiglie anche per Gino, Rugo e Angolino. Ma non è facile, perchè se è vero che questi beagle hanno bisogno di tanto amore, è altrettanto vero cheda solo non basta.
«Per Gino per esempio ci vuole una famiglia con una casa che abbia un giardino e un muro di cinta alto almeno un metro e mezzo. Ogni situazione, all’apparenza banale, può procurare in Gino uno stato di panico e farlo scappare - conclude Sara -. È già successo anche per altri beagle adottati: alla prima passeggiata fuori casa sono sfuggiti al guinzaglio, non per disattenzione, ma perchè il cane si è spaventato per una banalità». Chi desidera informazioni sui tre beagle o sugli altri progetti dell’associazione può visitare il sito www.vitadacani.org. Anche chi non vuole o non può adottare un cane, con una donazione può aiutare il canile a mantenere gli animali che ha salvato in questi anni. Una vera arca di Noé che ospita anche maiali, capre, pecore, asini, macachi fasciculares e roditori. Non salvati dal diluvio ma da morte sicura.
roberta.rampini@ilgiorno.net

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