martedì 6 agosto 2013

vergognoso questi istraleani

Volevano solo dell'acqua Posta in arrivo x Alice Jay - Avaaz.org 18:45 (5 ore fa) a me Cari Avaaziani, Le immagini del piccolo Khaled che urla disperato mentre il padre viene portato via dalle forze di sicurezza israeliane sono difficili da mandare giù. Questa è la quotidianità per i palestinesi segregati in Cisgiordania, che vivono sotto il controllo militare. Ma sta crescendo sempre più un movimento nonviolento per la liberazione. E ha bisogno di noi. Impegnati subito a donare anche solo €4 per fornire avvocati, videocamere, formazione e comunicatori professionisti a questa resistenza locale e renderla così global: Fai una promessa di donazione Era stata la settimana più calda dell’anno. Tutto ciò che Fadel Jaber voleva era solo un po’ di acqua per la sua famiglia. Ma Fadel vive nella Cisgiordania occupata, dove il governo israeliano ha deviato le tubature dell’acqua in modo da rifornire le piscine degli insediamenti ebraici e lasciare senz’acqua le case palestinesi. Quando le autorità israeliane hanno portato via con la forza Fadel per essere andato a prendere l’acqua, ovunque si poteva sentire il pianto di suo figlio Khaled di cinque anni che urlava disperato “baba, baba!” mentre portavano via suo papà. Questa è la quotidianità per i palestinesi che sotto il terribile controllo dell’esercito vivono senza i più basilari diritti umani e si sono visti sottrarre la terra e l’acqua in favore dei coloni. Ma ora dopo anni violenti e senza speranza sta crescendo un movimento, una resistenza nonviolenta che vuole le stesse cose che gli israeliani hanno già: libertà, dignità e uno Stato indipendente. Per anni l’attenzione dei media è stata dedicata ai militanti palestinesi e oggi gli estremismi da entrambe le parti allontanano la pace sempre più. Ma in mezzo a tutto questo odio a rimetterci sono state le famiglie come quella di Fadel, che vogliono solo una vita normale. Ora quelle famiglie stanno reagendo organizzando marce pacifiche e sit-in, collaborando con gli attivisti israeliani per ottenere giustizia e libertà. In tutta risposta, l’esercito israeliano ha incarcerato e picchiato gli organizzatori arrivando anche a portare via i bambini dai loro stessi letti. Alcuni giorni fa sono stata in Cisgiordania per incontrare queste persone pacifiche e coraggiose al tempo stesso. Quando ho proposto di mobilitare la nostra comunità per aiutarli i loro occhi si sono illuminati. Hanno bisogno di fondi per gli avvocati per reagire contro le incarcerazioni ingiustificate, videocamere per documentare gli abusi di cui sono vittime, formazione sull’uso dei media e delle tattiche nonviolente e attivisti per far diventare globale questa protesta locale. Queste famiglie sono la vera speranza. Impegnamoci a donare subito €4, se saremo abbastanza potremo sostenere questo movimento pacifico, facendolo prevalere sugli estremisti e costruendo per Khaled un futuro degno dei sogni di suo padre. Le promesse di donazione verranno fatte valere da Avaaz solo se si raggiungerà l’obiettivo minimo per portare un vero cambiamento: https://secure.avaaz.org/it/palestines_nonviolent_hope_loc/?bVuxddb&v=27763 Questa occupazione è andata avanti troppo a lungo, e per troppo a lungo la risoluzione del conflitto è stata gestita dai gruppi estremisti. Ora però, ci sono un paio di concetti su cui la maggior parte delle persone è d’accordo. Primo: sia i palestinesi che gli israeliani dovrebbero avere un proprio Stato; secondo: il trattamento ricevuto dai palestinesi nei territori occupati è un qualcosa che violenta il senso stesso di giustizia, dal diritto internazionale fino al senso comune. Persino inflessibili funzionari della sicurezza israeliana in pensione la pensano ormai così. Il Governo israeliano attuale però sta solo peggiorando le cose. A parole appoggia i negoziati di pace e la soluzione dei due Stati, mentre nei fatti aumenta gli insediamenti in Cisgiordania, rendendo questa soluzione praticamente impossibile. Intanto nei territori occupati l’esercito sottopone la popolazione palestinese a delle leggi totalmente diverse da quelle cui rispondono i coloni, arrivando a imprigionare per dei mesi persino i ragazzini. La speranza più concreta per porre fine a questa ingiustizia e arrivare finalmente alla pace è questo movimento di resistenza nonviolenta. Ecco una lista di cose che possiamo fare per aiutarli: Mantenere il supporto legale, che è vitale per aiutare i leader del movimento a difendersi da accuse inventate e processi militari sommari; Far arrivare degli esperti di disobbedienza civile provenienti da altre esperienze per condividere strategie e tattiche con le comunità locali; Fornire strumentazione e formazione mediatica sia per documentare gli abusi sia per comunicare al mondo l’esistenza di questo movimento che porta nuovi stimoli e speranze nella regione; Assoldare i migliori comunicatori per fornire supporto costante, organizzare azioni di grande portata in tutta la Cisgiordania e coinvolgere la comunità internazionale per trasformare il movimento da locale a globale; Trasmettere in diretta le loro azioni nonviolente sul nostro sito e organizzare una giornata mondiale di mobilitazione. La storia ci ha insegnato come in ogni parte del mondo i movimenti nonviolenti hanno liberato le popolazioni, dall’India di Ghandi agli Stati Uniti di Martin Luther King al Sudafrica di Nelson Mandela. Sappiamo che può funzionare, e comunque in questo caso è la nostra unica speranza. Questo movimento merita tutta la solidarietà internazionale possibile. Impegnati ora a fare una donazione e aiutaci a cambiare il corso della storia: https://secure.avaaz.org/it/palestines_nonviolent_hope_loc/?bVuxddb&v=27763 La comunità di Avaaz è salda nel credere nella libertà, nella giustizia e nella risoluzione dei conflitti che colpiscono il Pianeta. Oggi, una delle maggiori roccaforti dell’ingiustizia nel mondo è l’occupazione dei territori palestinesi per mano del governo israeliano. Eppure anche lì può nascere la speranza. E’ una svolta epocale e tutti insieme possiamo esserne parte, portare quella pace e quella libertà di cui entrambi i popoli, così spesso traditi dai loro governi, hanno disperatamente bisogno. Avanti, facciamo vedere di cosa siamo capaci. Con speranza e determinazone, Alice e il resto del team Avaaz PER APPROFONDIRE Video / Palestinian boy upset by father's arrest garners international media attention (Haaretz) http://www.haaretz.com/news/national/video-palestinian-boy-upset-by-father-s-arrest-garners-international-media-attention-1.306155 Video / La resistenza non violenza palestinese (RaiNews) http://www.rainews24.rai.it/it/video.php?id=31949 Nuovi insediamenti israeliani (Repubblica) http://temi.repubblica.it/limes/nuovi-insediamenti-israeliani/48297 I nuovi negoziati tra Israele e Palestina (Il Post) http://www.ilpost.it/2013/07/29/nuovi-negoziati-israele-palestina/ Resistenza nonviolenta in Palestina (Pressenza) http://www.pressenza.com/it/2011/08/resistenza-nonviolenta-in-palestina/ M.O.: tensione diplomatica tra Israele e UE per insediamenti (ADNkronos) http://www.adnkronos.com/IGN/News/Esteri/MO-tensione-diplomatica-tra-Israele-e-Ue-per-insediamenti_32435570254.html Cisgiordania, i negoziati di pace non fermano gli insediamenti israeliani http://www.asianews.it/notizie-it/Cisgiordania,-i-negoziati-di-pace-non-fermano-gli-insediamenti-israeliani-28665.html Is this where the third intifada will start? (New York Times) http://www.nytimes.com/2013/03/17/magazine/is-this-where-the-third-intifada-will-start.html? Avaaz.org è un a rete globale di 25 milioni di persone, che promuove campagne affinché le opinioni e i valori dei cittadini di ogni parte del mondo abbiano un impatto sulle decisioni globali (Avaaz significa "voce" in molte lingue). I membri di Avaaz vivono in ogni nazione del mondo; la nostra squadra è distribuita in 18 paesi in 6 continenti diversi e opera in 17 lingue. Clicca qui per conoscere le nostre campagne più importanti, oppure seguici su Facebook o Twitter. Ricevi quest'e-mail perchè hai firmato "Chiedi a Dilma di porre il veto!" il 2012-05-14 usando l'indirizzo email mbselli@gmail.com. Per essere sicuro che i messaggi di Avaaz raggiungano la tua casella di posta, ti preghiamo di aggiungere avaaz@avaaz.org alla tua lista di contatti. Per cambiare il tuo indirizzo e-mail, ricevere le e-mail in un'altra lingua o altre informazioni contattaci utilizzando questo modulo. 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