lunedì 12 agosto 2013

microcip

Armando Spedicato 10 ore fa · Scienziati hanno già creato micro robot fuori da cellule viventi e materiali semiconduttori, ma ora le cellule biologiche possono anche contenere microscopici chip al silicio, i quali possono diventare sensori che monitorano l’attività come l’arrivo di farmaci a cellule target o persino riparare delle strutture cellulari. In accordo con Nanowerk, gli esperimenti hanno trovato che cellule umani vive possono assorbire o ricevere iniezioni di chip e continuare a funzionare normalmente, nella maggior parte dei casi. Più del 90 percento di cellule HeLa contenenti chip sono ancora sopravvissute dopo una settimana dalla iniezione di silicio. Altri studi hanno testato nanoparticelle dentro cellule viventi. Ma chip al silicio permettono una più facile integrazione di parti elettroniche e meccaniche, dicono gli scienziati all’Istituto de Microelectrònica de Barcelona. Lo studio pubblicato apre le porte alla possibilità di mettere microprocessori e altri strumenti derivati dal silicio all’interno di cellule. Questo potrebbe essere la base per promettenti sviluppi sia sul micro-computing che sulla medicina. Redazione MolecularLab.it (26/03/2010) FONTE : http://www.molecularlab.it/news/view.asp?n=6769 ————————————————————————————– Il progetto del Pentagono: microchip per monitorare la salute dei soldati di: Federico Guerrini La Darpa, l’agenzia per la ricerca scientifica del Pentagono, vorrebbe impiantare dei nanochip in alcuni soldati in modo da monitorarne lo stato di salute. La notizia non è del tutto nuova, una bozza di progetto in questo senso era stata presentata a marzo, ma era passata quasi inosservata. I riflettori dei media americani hanno iniziato però ad appuntarsi sulla questione in questi giorni, dopo l’allarme lanciato da Katherine Albrecht, autrice di Spychips, un saggio sulle nuove tecnologie di tecno controllo. Secondo Albrecht la sperimentazione di simili soluzioni su persone soggette a discipline particolari come prigionieri e militari è solo il primo passo verso un tracciamento degli individui più capillare. “Funziona sempre in maniera incrementale – afferma la scrittrice – se inserisci un microchip che non controlla i movimenti della gente, tutti saltano fuori dicendo: perché no, sarebbe interessante sapere dove si va. È come essere su un treno che va dalla California a New City, ogni fermata mi porta più vicina alla meta. A un certo punto bisogna decidersi a scendere”. Il documento presentato da Darpa suggeriva un approccio decisamente più pragmatico alla questione. Per i militari, malattie e infezioni sono la prima causa di impossibilità a combattere – più ancora delle ferite riportate – e hanno avuto storicamente un effetto più deleterio delle morti in battaglia. Poter individuare in tempo reale i soggetti più a rischio, intervenendo rapidamente con cure e terapie rappresenterebbe un vantaggio non da poco, senza contare le sinergie che si potrebbero attuare nel campo della ricerca medica a uso civile. I ricercatori dell’Università di Stanford stanno già lavorando a qualcosa di simile, un progetto che prevede l’invio nel sangue di microscopici robottini in grado di trasmettere via wireless dati sulle condizioni di salute di un paziente e perfino di rilasciare dei farmaci nel flusso sanguigno. Ma i timori legati al “lato oscuro” di queste tecnologie per molti versi straordinarie, permangono. L’idea di microchip o impianti similari che monitorino e controllino il comportamento delle persone a distanza è sempre stata tipica della fantascienza distopica. A ciò si aggiunge la preoccupazione per i possibili effetti collaterali di questi dispositivi sull’organismo umano che in alcuni casi sembrano aver causato tumori negli animali domestici. LaStampa.it FONTE : http://coriintempesta.altervista.org/blog/il-progetto-del-pentagono-microchip-per-monitorare-la-salute-dei-soldati/ —————————————————————- La Hitachi ha recentemente realizzato chip RFID (che significa Radio Frequency Identification) di dimensioni paragonabili a un granello di sabbia: 0.05×0.05mm. Nella prima foto il pixel nero che vedete è proprio il chip in questione, delle dimensioni di 0.05 x 0.05 millimetri. Nella seconda immagine la riga nera obliqua è un capello, messo a confronto con i chip RFID in questione. Per maggiori informazioni sulla tecnologia sopra citata leggete questo post su un forum. Il livello della tecnologia, sopratutto in ambito militare, è avanzatissimo. Ed è incredibile pensare che ancora oggi si muore per malattie banali, che spesso vengono “curate” con terapie perenni, instaurando una vera e propria dipendenza. La scienza ormai ha la mappa del genoma umano, e secondo alcuni ricercatori, mediante le staminali – la cui ricerca viene osteggiata, almeno a livello “ufficiale” - sarebbe possibile rigenerare i tessuti, curare malattie di ogni tipo e teoricamente diventare immortali, rigenerando i tessuti. Chissà quali ricerche e scoperte vengono effettuate in gran segreto, chissà quali tecnologie avrebbe raggiunto l’umanità, che continua a spostarsi bruciando petrolio nei motori a scoppio… SIETE PRONTI AL MICROCHIP NEL VOSTRO CORPO ??? CHIP AL SILICIO NELLE CELLULE UMANE armysoftport.wordpress.com Chip di silicio all'interno di cellule umane SCIENZIATI DI BARCELLONA HANNO DIMOSTRATO CHE L'INCLUSIONE DI

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