lunedì 12 agosto 2013

astronave aliena

Astronave Aliena nel sottosuolo di MIlano Come descritto nel nostro articolo Base Aliena In Lombardia, una testimonianza sconvolgente ci fa pensare di averci preso alla grande riguardo alla presenza ET nel sottosuolo lombardo. Milano sembrerebbe essere costruita sopra un enorme complesso alieno, che per il nostro informatore non sarebbe altro che un enorme astronave venuta sulla Terra 500 milioni di anni fa (circa) nel Cambriano. A qui tempi sulla Terra i nostri visitatori non dovrebbero aver avuto molta compagnia. L’intervallo temporale relativo al periodo Cambriano fu tradizionalmente stabilito fra 570 milioni di anni fa a 500 milioni di anni fa. Il limite inferiore del Cambriano fu tradizionalmente stabilito con la comparsa dei primi artropodi conosciuti, come le trilobiti e le primitive colonie formate da animali conosciuti come archeociati. La fine del periodo fu stabilita invece da un repentino cambiamento della fauna, identificato attualmente come un evento di estinzione. Nonostante l’evoluzione della datazione con la stima del decadimento radioattivo nell’ultimo quarto del XX secolo, ci sono ancora controversie intorno a questa datazione: c’è anzitutto un’incertezza di circa 20 milioni di anni, condivisa dalla maggior parte degli autori. La più ragionevole proposta per la datazione del periodo fu formulata dalla sottocommissione internazionale di stratigrafia terrestre a ca. (approssimativamente) da 545 a 490 milioni di anni fa recentemente nel 2002. Una datazione radiometrica effettuata nel New Brunswick pone la fine della prima fase del periodo Cambriano a circa 511 milioni di anni fa. Questo propone un periodo di circa 21 milioni di anni per le due fasi successive del Cambriano. Secondo il nostro lettore-informatore, al contrario di quello che sostiene la comunità scientifica internazionale, nel Cambriano esistevano Metropoli costruite da una specie intelligente autoctona terrestre. Abbiamo il piacere di presentarvi la mail di Giacomo, forse un caso di adduzione aliena nel sottosuolo di Milano. …durante una delle mie passeggiate nel Parco V. nella periferia Nord-Ovest di Milano, nell’aprile del 2009, mi dilettavo nella lettura di una raccolta di racconta di un famoso scrittore…. Incontrai Paolo ed Arianna, due vecchi compagni universitari, ci scambiammo due parole mentre il cielo si oscurava. Ormai era tardo pomeriggio… quasi notte. La conversazione con quei due fu piacevolmente lunga tanto che mi distaccai da loro ben oltre il crepuscolo. Salutai i miei amici e, voltandomi, vidi i volti delle poche persone che ancora nel parco illuminate da un potente flash di luce potentissima di color rosso. Mi accucciai e misi di istinto le mani sopra la testa. Gli occhi mi dolevano e non riuscivo più a mettere a fuoco gli oggetti e le persone che mi circondavano. Tutto mi appariva bluastro e nebbioso. Capii che i lampioni non erano più accesi, che i palazzi erano buie figure all’orizzonte e che tutto taceva e restava immobile. Strisciai verso Paolo ed Ary ed arrivai presto a scuotere una delle gambe di lei per attirare la loro attenzione. I due sembravano due tronchi d’albero: erano incoscienti, fermi, con lo sguardo fisso in un punto imprecisato oltre i giochi per bambini. Cercai di osservare cosa ci fosse aldilà dei gingilli ludici ma in quel momento non riuscivo a vedere niente. Presi coraggio e mi alzai. Incominciai a correre in direzione nord, verso casa mia, per uscire al più presto fuori dal parco. Improvvisamente, colpii qualcosa di invisibile, una parete, uno scudo, un pilastro… non saprei. Quello che mi ricordo è che, pur guardando nella direzione dove stavo correndo, non riuscii a vedere l’ostacolo in cui sbattei. Un urto di tale violenza che restai stordito, sdraiato sul marciapiede, mentre un suono profondo e cupo scaturì dall’impatto. Un altro flash rosso balenò nell’atmosfera intorno a me. Subito dopo la terra prese a vibrare impercettibilmente. Balzai in piedi e mi guardai attorno: un cerchio di luce rossa si apri al centro (approssimativamente) del parco, proprio dove gli ipnotizzati stavano ponendo i loro sguardi. Il varco aveva un diametro di circa sei metri e da esso si propagava una luce intensa, rossa, che avvolgeva un area di duecento-trecento metri formando una cupola. Passarono alcuni istanti di incertezza, spavento… disperazione, quando un veicolo militare, tipo autoblindo, entrò all’internò della cupola dirigendosi verso il varco. Le porte del mezzo si aprirono a pochi metri dal varco e ne scesero nove creature, più una. Mi gettai a terra e cercai riparo dietro un cestino dei rifiuti. Osservai meglio ed in quel momento seppi con certezza che esistono razze aliene intelligenti e che non siamo soli, ahimè, nell’universo: le nove creature erano sicuramente Grigi. Uno di questi grigi era più alto degli altri ed, al contrario dei suoi compagni, indossava una tunica e portava stretta nel pugno un bastoncino di metello con l’estremità rovente. Oltre a questi nove grigi, c’era un altra creatura che poteva sembrare un umano ma che, dopo più attenta osservazione, capii che si trattava di un gigantesco umanoide alto tre metri, dal fisico massiccio, che indossava una mimetica militare: non poteva essere umano. Una volta scesi, dal varco usci un enorme cilindro di cristallo nel quale entrarono tutti e dieci. Il cilindro scomparve mentre l’autoblindo uscì dalla cupola di luce rossa in cui stavo anch’io. Dopo poco, il varco luminoso si chiuse: i lampioni ripresero a funzionare, i palazzi erano illuminati, le persone si comportavano come se non fosse successo niente e la vista era tornata, senza problemi. Tornai a casa. Durante il tragitto vomitai più volte. Sembrava stessi vivendo uno dei peggiori incubi mai fatti. Entrai nel mio appartamento (vivevo e vivo tutt’ora da solo), mi diressi verso il letto e qui collassai. La luce mattutina filtrò dalle tapparelle ed interruppe il mio sonno. Aprii gli occhi mentre i raggi solari, come una lama, facevano a brandelli il mio dolce sonno. Il cuore mi balzò in gola quando mi accorsi di un ombra tra me e la finestra. Volai dal letto verso la porta ma prima di afferrare la maniglia la mia corsa fu arrestata da migliaia di piccole funi luminose che mi avvolsero e mi sollevarono da terra. Il grigio alto e con la tunica (non so se lo stesso che vidi nel parco) camminava fuori nella luce che capii non essere del Sole ma bensì di un enorme astronave. Le tapparelle mi occultavano gran parte della macchina aliena ma doveva essere grande come uno stadio di calcio o forse più. Il grigio teneva in pugno la sua asta metallica e con quella dirigeva la forza che mi teneva prigioniero. Lentamente tornai a letto e sentii chiaramente una sensazione di pace, di amore e di amicizia. Sentii l’intrusione del Grigio nella mia mente ed i suoi tentativi di cancellare dalla mia memoria ciò che mi era accaduto. Per un errore del grigio, adesso non ricordo una grande quantità di eventi che ho vissuto nella mia esistenza ed, invece, ricordo l’unica cosa che avrei voluto cancellasse: quello che vi sto raccontando. Durante l’operazione psichica del grigio riuscii ad intuire che la natura di questo non era organica. Il Grigio è un robot e non una Bestia Aliena. Un elettrodomestico al servizio di un altro essere. Un aggeggio che, non solo non riuscì ad eliminare i ricordi giusti nel mio cervello, ma permise anche alla mia mente di violare alcune sue informazioni riservate. Forse, antiche memorie del robot…. Ho scoperto che i grigi, non solo sono macchine, ma sono state progettate e costruite sulla Terra milioni di anni fa, nel periodo che noi chiamiamo cambriano. Al contrario di quello che ci racconta la scienza, credo che nel cambriano esistessero immense città e nazioni potentissime. Metropoli orbitanti dominate da immensi Templi costruiti in onore di Dei ancestrali da volti animaleschi. Gli esseri che dominavano la Terra in quel periodo…. eravamo noi umani. Si, noi umani dominavamo già la Terra 500 milioni di anni fa ed avevamo una tecnologia infinitamente superiore a quella di adesso. I servitori degli umani erano di molti tipi: i grigi erano artefatti, mentre altre tipologie di schiavo sembravano essere bizzarrie genetiche… rimpasti aberranti tra essere umano ed altri animali. Dopo queste visioni molto confuse credo che persi i sensi. Al risveglio mi convinsi di aver fatto un bruttissimo sogno e, probabilmente è così. Soltanto che i miei parenti ed i miei amici sono convinti che io abbia perduto una parte importante della mia memoria inspiegabilmente La Gazzetta Del Mistero: Astronave Aliena nel sottosuolo di MIlano About these ads Share this: Facebook81 Twitter7 LinkedIn Digg Reddit StumbleUpon Google +1 Email Stampa

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