La bufala delle scie chimiche e le foto d’epoca: ecco cosa sono in realtà quelle righe nel cielo
Scie chimiche e scie di condensazione, filone scientifico e teoria del complotto
Da diversi anni una bufala “volante” percorre, minacciosa, i nostri cieli: parla di sostanze chimiche rilasciate tra le nuvole da misteriosi aeroplani scuri per avvelenare l’aria e provocare, addirittura, genocidi… eppure di questa bufala sappiamo tutto, vita, morte e miracoli. E se la storia delle cosiddette “scie chimiche” viene puntualmente rilanciata su Internet dai complottisti, c’e’ chi, invece, sentendole nominare, non riesce a far altro che sghignazzare. Si, perché le principali prove dell’esistenza del fenomeno sono, al momento, le fotografie dal cielo: cieli azzurri o grigi, di campagna o di città, su cui si vedono coppie di strisce bianche che si allargano, poi si dissolvono in fiocchi o in strie che si intrecciano e confondono tra loro.
E’ sufficiente fare una rapida ricerca su Internet se ne trovano a centinaia, forse migliaia, scattate in tutto il mondo dai fautori della cospirazione aerea internazionale. La questione delle “scie chimiche” è molto semplice da spiegare: gli aerei, bruciando carburante ed aspirando aria umida, scaricano nell’aria una grande quantità di vapore d’acqua. Essi volano in quote dove la temperatura è molto spesso sotto lo zero c’e’ umidità nell’aria. L’acqua, a quelle temperature, si ghiaccia e si trasforma in cristalli di ghiaccio. Dato le scie sono fatte della stessa sostanza delle nuvole, si comportano allo stesso modo: sono nuvole artificiali, create dal passaggio dell’aereo. I meteorologi, i piloti di linea, i controllori italiani di volo e quelli stranieri confermano che nei cieli non ci sono aerei misteriosi che scaricano sostanze misteriose; mentre sono tanti gli arei di linea e militari, i cui motori generano scie di condensazione, fatte di ghiaccio e acqua. Le scie di condensazionesono il normale prodotto del funzionamento di un motore a getto: possono essere effimere o molto persistenti, dipende dal tipo di motore e dalle condizioni meteorologiche in quota. Le scie si incrociano e formano reticoli perché gli aerei, come le automobili, seguono percorsi che a volte si incrociano e questi fatti sono noti da decenni, tranne a chi non ha studiato l’argomento e vuole seminare paure ad ogni costo.
Per essere più precisi, esistono due filoni: uno, scientifico, che studia in che condizioni i motori degli aerei formano scie di condensa e quando esse persistono, facendo migliaia di studi, analisi, esperimenti, riportati su riviste scientifiche; l’altro, quello dei sostenitori della teoria del complotto che ipotizzano le tesi più inverosimili senza l’ombra di una prova o anche solo di un indizio. Le scie chimiche non esistono. Si deve, invece, parlare delle scie di condensazione; un fenomeno che si manifestò su larga scala per la prima volta durante la Seconda Guerra Mondiale, quando i bombardieri americani B-17 e B-24 che sorvolavano i cieli della Germania si lasciavano dietro, ad alta quota, lunghe scie di vapore acqueo. Ciò rappresentava un problema per i piloti, che divenivano così visibili a lunga distanza. Come detto in precedenza, alla bassa temperatura il vapor acqueo condensa e forma un composto gassoso-colloidale di microscopici cristalli di ghiaccio, assai simile alla nebbia e alle nuvole… insomma, delle nuvolette artificiali che possono permanere alcuni minuti o più, a seconda della quantità di vento presente.
Le prime notizie documentate sulle scie degli aerei risalgono al periodo successivo alla Prima Guerra Mondiale ed il primo caso noto di formazione delle scie di condensazione è quello riconducibile al pilotaZeno Diemer nel 1919, nel cielo di Monaco, Germania. Ci sono anche degli episodi curiosi: nel 1937 Mario Pezzi raggiunse il record di altitudine dei 17000 metri e il pilota descrisse chiaramente una scia di condensazione che inizialmente credeva causata da un guasto al motore. A proposito, invece, degli scopi per i quali le scie chimiche verrebbero distribuite nell’atmosfera, sono moltissime le teorie avanzate dal filone complottistico: esse servirebbero a realizzare una modificazione meteorologica e climatica, ad accecare i radar nemici, a creare nell’atmosfera un’antenna elettromagnetica oltre l’orizzonte, ottimizzando la ricetrasmissione dei segnali in ambito strategico militare, per danneggiare le colture agricole basate su piante non modificate geneticamente, distruggere la coltre di ozono, mappare elettronicamente il territorio, inquinare gli ecosistemi al fine di incrementare esponenzialmente il costo delle risorse idriche ed agricole residue.
Ed ancora, servirebbero a sfoltire alcuni settori della popolazione ritenuti improduttivi e di peso per il sistema (es. pensionati, malati cronici), per sperimentare agenti patogeni sulla popolazione inconsapevole nell’ambito di programmi di guerra chimica e batteriologica. Le scie chimiche servirebbero a diffondere, direttamente o indirettamente gli agenti patogeni e quindi le malattie, favorendo le multinazionali farmaceutiche ed indebolendo la popolazione; a modificare il DNA umano, impedendo un’evoluzione genetica; a controllare il pensiero e il comportamento attraverso l’irradiazione di onde elettromagnetiche a bassa e bassissima frequenza o la diffusione di composti del litio, per la diffusione di nanomacchine negli organismi umani, col fine di controllare, rintracciare, monitorare, manipolare mentalmente, tramite l’emissione di impulsi elettromagnetici, interi gruppi umani; per creare un ambiente atto alla proiezione di immagini olografiche in vista di una falsa invasione aliena.
La bellezza dei complotti, però, è la loro connessione con altre storie dimenticate. In Italia, ad esempio, le scie chimiche si collegano ad una storia inquietante: la reale scomparsa di Davide Cervia, esperto sanremese di guerra elettronica, probabilmente tra coloro che elaborarono il sistema noto come RFMP, un sistema che attua una scansione tridimensionale del territorio a fini bellici, previa dispersione di sali di bario nell’atmosfera. Davide viene visto l’ultima volta alle ore 17 del 12 settembre 1990, mentre è caricato con la forza, da un gruppo di persone, in un’auto color verde scuro. Quando Marisa, moglie di Davide Cervia, mette al corrente un collega del marito di tutto l’accaduto, il militare non esita a collegare la specializzazione conseguita da Davide con la sua sparizione. La bufala delle scie chimiche divenne tale nel 1997, quando due americani trovarono un sistema per vendere il proprio prodotto via mail, terrorizzando la popolazione.
Richard Finke eLarry Wayne Harris, per farsi pubblicità ( Harris aveva una società di consulenza per la sicurezza) cominciarono a spammare email in cui annunciavano l’imminenza di un attacco terroristico. Visto che l’attacco non si manifestava, Finke scrisse a una mailing list sul bioterrorismo una mail che recitava: «Il direttore di Aqua-tech Environmental… rivela oggi di aver trovato 1,2-dibromoetano in campioni di acqua… raccolti da contadini di Maryland e Pennsylvania. … La sostanza sembra essere mescolata al carburante degli aerei e dispersa costantemente nei nostri cieli. Le linee che riempiono i nostri cieli non sono scie di condensazione: vengono disperse e possono durare ore, rilasciando lentamente il flagello». Il titolo era “Genocide on a wholesale” (genocidio all’ingrosso). Da qui, la bufala iniziò a girare per mail, radio e tv di provincia, prima di espandersi a livello nazionale prima, e mondiale poi. Ad oggi, esistono migliaia di siti “specializzati” sulla questione ed ognuno ha la sua personale teoria, che dilaga nella medievale ignoranza del terzo millennio.
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