Basta farsi un giro sul web, leggere i commenti, osservare le vignette ironiche e gli appelli a sfrattare Renzi da Palazzo Chigi. Nel Paese, su internet e sui social, non c’è partita, vince già alla grande il fronte del “no” al referendum. «In autunno alle urne, nonostante il tifo avverso dei giornaloni e dei poteri forti, stravinceremo! Per mandare a casa Renzi e per ripristinare la democrazia nel nostro Paese». Lo scrive su Facebook, a proposito del referendum, Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera. «Il fronte del “no” è legittimamente molto più ampio rispetto a quello del “sì”: va dall’estrema sinistra a destra, passando per i cattolici di centro. Noi del Comitato per il No del centrodestra unito, ad esempio – prosegue -, non ci vergogniamo affatto di stare, per dire un nome, con Gustavo Zagrebelsky».
L’ampio schieramento che al referendum voterà No
« Non condividiamo molti suoi giudizi politici, ma siamo onorati di stare, per ragioni talora diverse e talaltra identiche, dalla stessa parte sul referendum, costituendo un arco di difesa della Costituzione e del suo primato assegnato alla democrazia, così come, a suo tempo, dettero vita a un arco di costruzione della Costituzione repubblicana, De Gasperi e Togliatti», aggiunge Brunetta. «Facendo, inoltre, un’analisi dei due schieramenti in campo, i costituzionalisti, gli accademici, i giuristi che militano e sostengono le tesi del “no” alla schiforma Renzi-Boschi sono qualitativamente di un altro pianeta rispetto alla sparuta truppa cooptata dal premier per propagandare il “sì”. Il fronte del “no“, per di più, vale elettoralmente il 60-65% (sommando le percentuali attribuite dai sondaggi a Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia, Movimento 5 stelle, Sinistra Italiana, Udc, etc), se consideriamo anche i dissidenti all’interno del Partito democratico e di Ncd, il potenziale può sfiorare il 70%». FONTE
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