DI LUCIO GIORDANO
Cordoglio, sdegno, dolore, rabbia, paura. Tutto fuori discussione, dopo i sette attentati terroristici che hanno messo in ginocchio Parigi e al momento provocato la morte di 128 persone. Ad una veloce lettura poi , si sa che l’Isis ha compiuto l’ennesima, feroce e spregevole strage di innocenti. A morte l’Isis, come sento urlare da più parti. Ma chi sono quelli dell’Isis? Integralisti islamici. Forse. Ma chi è che ha foraggiato L’Isis in tutti questi anni? La domanda è giusto porcela. Ci sono troppi tasselli mancanti in questa lettura semplice semplice dei fatti. Andrebbe ad esempio chiesto ad Hillary Clinton se è vero che disse: l’Isis è una nostra creatura per destituire Assad in Siria. Non ci sono prove, ovvio. Eppure l’Isis è troppo ben organizzato ed equipaggiato per non avere qualche sospetto.
L’isis sono degli Islamici. Si, può essere. Anzi è sicuro. La provenienza geografica è quella. Ma perchè allora compiere una strage di venerdi, il giorno sacro per gli islamici? Se sono integralisti, poi, dovrebbero essere fedeli al quadrato. E’ come se un cattolico integralista decidesse di piazzare una bomba la domenica. Onestamente non ce lo vedo. Anche perchè la religione dovrebbe essere un inno all’amore, alla pace, al rispetto verso il prossimo.E allora? Allora, poche storie. L’isis con l’islamismo non c’entra nulla.
E’ invece quello che ci vogliono far credere è un concetto molto chiaro: l’islam è il male. Lo fanno per militarizzare ancora di più le nostre città, le nostre vite. Per soffocare la libertà di ognuno di noi attraverso la paura. L’odio poi è il valore aggiunto. La paura infatti genera odio verso l’altro, verso il diverso. Verso un mondo islamico, che di sicuro è imperfetto, pieno di tarli e contraddizioni, ma che non riesco a vedere nemico. Come non considero nemico un ebreo, un cristiano ortodosso, un americano o un russo, un tedesco o un nigeriano. No.
Sembra dunque un piano perfettamente architettato per costringerci ad un grande fratello in cui i controlli devono essere moltiplicati per cento. Quello che doveva essere un progetto morbido, accompagnato lentamente verso il risultato finale, è però stato scoperto. E così ecco l’accelerata di questi ultimi anni. Una guerra continua. E si sa, l’escalation verso un nuovo conflitto fa comodo ai venditori di armi , e a chi, come le multinazionali, tendono a prendere il sopravvento sulle nostre tranquille vite di un tempo. Perchè l’unico modo per gestire l’enorme giro d’ affari di una finanza che non produce lavoro ma fa girare solo carta straccia, con guadagni esorbitanti ( per loro), è proprio ridurre al silenzio tutti gli altri. Provocando terrore e schiavitù economica.
Ma per arrivare a tutto questo serviva portare il mondo verso un bisogno irrinunciabile di sicurezza, attraverso attentati terribili come quelli di Parigi. Gennaio 2015, 13 novembre 2015. E chi crede alla cabala o ad altri segnali numerici c’è poco da aggiungere. Il livello però in undici mesi si è alzato. I cattivisti del cazzo hanno colto i segnali dei loro padroni: ora abbaiano come cani rognosi, urlano che gli islamici sono il nostro nemico. Non è vero e lo sanno loro per primi. Fanno però di tutta un ‘erba un fascio, per far leva sulle menti più deboli.
Dicono che siamo in guerra contro l’Islam. Non è vero nemmeno questo. In realtà noi siamo in guerra contro le multinazionali che molto probabilmente hanno armato l’Isis. Siamo in guerra contro un esercito di nazisti al soldo dei poteri forti. La religione quindi non c’entra assolutamente niente. Ve lo continueranno a far credere.Il problema però è che se non apriamo subito gli occhi questa guerra la vinceranno loro: le multinazionali, la finanza, L’isis. Ma mentre loro hanno armi spietate e potenti, noi abbiamo solo un modo per sconfiggere il male: l’amore e il rispetto verso il prossimo, sia esso ebreo, islamico, ortodosso, buddista. Africano o europeo, americano o asiatico. Se non lo capiamo, non resta altro che ammazzarci tra di noi per delle presunte guerre di religione. E far godere chi meriterebbe il nostro disprezzo.
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luciogiordano
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