sabato 20 giugno 2015

AUTO-MALOX! LA CORTE COSTITUZIONALE DISTRUGGE GLI AUTOVELOX:



AUTO-MALOX! LA CORTE COSTITUZIONALE DISTRUGGE GLI AUTOVELOX: SONO ILLEGITTIMI E NON TARATI – LE ASSOCIAZIONI DEI CONSUMATORI: “SE AVETE APPENA RICEVUTO UNA MULTA, NON PAGATELA. SE L’AVETE Già PAGATA, FATE CAUSA AL GIUDICE DI PACE (E NON è DETTO CHE CONVENGA)
Grazie alla tigna di un avvocato di Torino, che ha passato dieci anni davanti a prefetto, giudice di pace, appello e Cassazione. Fino ad arrivare alla Consulta, che produce una sentenza ‘retroattiva': gli autovelox, macchine da soldi che portano ai comuni 800 milioni l’anno, non sono tarati, e dunque illegittimi…

1. CI SONO VOLUTI DIECI ANNI MA HO BATTUTO QUELL’AUTOVELOX”
Chiara Viglietti per “La Stampa“
Davide contro Golia. O meglio un avvocato di Torino, convinto di stare dalla parte giusta della legge, e uno Stato kakfiano. Capace di trasformare il ricorso suo e di sua moglie in una discesa agli inferi lunga dieci anni. E dove i cerchi infernali sono i tre gradi di giudizio per cui Massimo Tribolo e Simona Carbone, avvocato lui, consulente del lavoro lei, sono passati. Il tutto per una multa come tante: 143 euro di sanzione per eccesso di velocità e due punti di patente in meno. Eppure quella multa, discussa in primo grado a Mondovì, nel Cuneese, è destinata a rivoluzionare il Codice della Strada.
Giugno 2005, autostrada del mare. Sulla Torino-Savona l’auto di Massimo Tribolo viene ripresa dall’occhio impietoso di un autovelox. La moglie è al volante. Lui viaggia sul sedile del passeggero. Il limite orario è 110. L’auto della coppia, secondo il rilevatore di velocità, sfreccia a 143 km/h. Scatta la multa: 143 euro. Più due punti decurtati dalla patente di Simona. Il cittadino medio che fa? Paga e non se ne parla più. I due, no. Ne fanno una questione di principio contro «l’inaffidabilità degli autovelox non tarati» e decidono di scrivere al prefetto.
«Che respinge il nostro ricorso – racconta Tribolo -. Allora siamo finiti dal giudice di pace di Mondovì». E così è stato: la causa parte in primo grado da Mondovì, passa per l’Appello a Torino e nel 2008 finisce in Cassazione. Dove rimane per qualche anno, fino al 2014. Quando cioè la Suprema Corte, dopo aver sospeso il giudizio, decide di rimandare gli atti alla Corte Costituzionale per valutare i profili di costituzionalità dell’articolo 45 comma 6. Quello che Tribolo, in tutti i gradi di giudizio, ha sempre contestato. E che lui ha definito «l’assoluta irragionevolezza e conseguente disuguaglianza in raffronto al sistema nazionale di taratura».
Un ragionamento che non fa una grinza: «È la legge metrica. Se io vado al mercato mi aspetto che le bilance siano perfettamente tarate per farmi pagare il giusto. Perché lo stesso principio non va applicato alla velocità?». Un quesito che grazie a lui è arrivato fino alla Corte costituzionale. E spianerà la strada a una miriade di ricorsi. Un maremoto nato dall’istanza della coppia torinese. Sempre respinta.
Anzi, in Appello i due sono stati persino condannati al pagamento delle spese processuali. Per 2500 euro. «Fu un provvedimento davvero punitivo». E quello è stato il momento, racconta, in cui avrebbe voluto rinunciare. Chi non lo avrebbe fatto? «Ho avuto la fortuna di rappresentare me stesso. Ho gettato alle ortiche sì un mare di tempo, ma alla fine ho sostenuto spese legali minime. Un cittadino non lo avrebbe fatto.

Avrebbe pagato, arrendendosi, o sarebbe stato bastonato dal sistema. Questa vittoria, che è una vittoria di tutti i cittadini italiani, sa che mi fa pensare? Che può esserci più certezza per il diritto». Ma la battaglia non finisce qui: «Ora la Corte di Cassazione dovrà esprimersi. Annullando la multa e risarcendoci delle spese sostenute. Infine restituendo i due punti sulla patente a mia moglie. E stiano certi: andremo fino in fondo». C’è da credergli.
2. UNA SENTENZA CHE VALE 300 MILA MULTE IN UN ANNO – TI HANNO PIZZICATO? ECCO COME FARE RICORSO
Raphael Zanotti per “La Stampa“
Hai appena preso una multa con l’autovelox? Non pagarla, potresti non dover scucire un euro. L’hai già saldata? Fai causa, c’è la seria possibilità che ti ridiano i soldi. Ieri le associazioni dei consumatori erano scatenate. E a ragione. Sono bastate poche parole su un pezzo di carta e dieci anni di multe, santi scomodati, litigi familiari sono finiti in soffitta. Uno dei peggiori incubi dell’automobilista, l’autovelox, è uscito distrutto dalla sentenza del giudice Aldo Carosi che dalla Corte Costituzionale ha lanciato un siluro. E ora i Comuni, che dalle implacabili macchinette ricavano una bella fetta del bilancio (qualcosa come 800 milioni di euro nel 2013), tremano.
LA TARATURA
Il problema con gli autovelox, ha spiegato il giudice Carosi, è che non sono tarati. L’ultima legge che li riguarda glissa sull’argomento, dice che non è necessario controllarli. Ma la Corte Costituzionale ha stabilito che non si può: ogni strumento elettronico si deteriora con il tempo, quindi bisogna regolarlo.
Peccato che in Italia ci siano pochissimi strumenti per la taratura contro migliaia di autovelox che, tra fissi e mobili, scattano più di un paparazzo. Nel 2014, secondo il ministero dell’Interno, sono state emesse 312.265 contravvenzioni per eccesso di velocità. E per MyCoyote, una delle app più diffuse per la rilevazione degli autovelox, l’Italia è letteralmente assediata: c’è un sistema di controllo ogni 28,3 km. In Francia è ogni 252,8 e nel Regno Unito ogni 77,9.
CHI PUÒ FARE RICORSO
Il problema è che le sentenze della Corte Costituzionale non valgono da oggi in avanti, ma sono – come si dice – retroattive. Vuole dire che, teoricamente, ogni multa è annullabile. Il che non significa che lo sarà, ma già questo crea un certo fermento. Chi può agire? «Innanzitutto chi non ha ancora pagato – spiega l’avvocato Antonio Tanzi, vicepresidente dell’Adusbef, che proprio sulla taratura aveva lanciato la sua battaglia nell’ormai lontano 2005 – Sul nostro sito sarà disponibile un modulo scaricabile che dovrà essere inviato all’autorità che ha emesso la multa chiedendo, sulla base della recente sentenza, che la multa sia annullata in autotutela».
E per gli altri? Problema complesso. In teoria ogni multa degli ultimi 10 anni è annullabile, ma se è già stata pagata bisogna fare una causa civile davanti al giudice di pace per indebito arricchimento. Tempi di solito non rapidissimi, marche da bollo da pagare, la parcella dell’avvocato… insomma, fatevi i vostri conti, non è detto che convenga. Discorso diverso per i punti decurtati. C’è chi potrebbe aver ricevuto un danno. In quel caso è possibile una causa davanti al giudice ordinario.
LE CASSE DEI COMUNI
La sentenza getta nel panico le amministrazioni comunali, che spesso sopravvivono grazie agli autovelox. Nel 2013, secondo una bella elaborazione del Sole24Ore, il Comune di Milano – tanto per fare un esempio – aveva ricavato dagli autovelox 132 milioni di euro. Ora c’è rischio che qualcuno li rivoglia indietro. Altri santi potrebbero essere scomodati.

giovedì 18 giugno 2015

RENZI? ECCO QUANDO (E COME) SARA’ SPAZZATO VIA. LA LUCIDA E PERFETTA PROFEZIA DI GIAMPAOLO...

Giampaolo Pansa: “I partiti muoiono, vincono i califfati”
di Giampaolo Pansa
Forse non ce ne siamo accorti sino in fondo. Ma l’inchiesta su Mafia capitale sta aprendo una voragine gigantesca dentro il sistema politico italiano. Chi non ha mai visto che cosa avviene quando sta per cadere una frana colossale su un versante di montagna o di collina, è fatalmente indotto a sottovalutare certi segnali quasi invisibili. È un fenomeno che ho constatato di persona nell’ottobre 1963 a Longarone, in provincia di Belluno. Quando arrivai sul posto come inviato della Stampa, mi resi conto che quasi nessuno aveva intuito che il monte Toc stava per cadere dentro la diga del Vajont. La frana precipitò verso le dieci di sera e spazzò via Longarone e dintorni. Risultato? Più di duemila morti.
A Roma sta per accadere una strage altrettanto grande. Senza morti, almeno sino a oggi, ma con una conseguenza che riguarda tutti: la fine dei partiti italiani. Ci stiamo baloccando sulle colpe di questo e quel boss di sinistra o di destra. Ci arrovelliamo su una questione inesistente: il sindaco Marino deve dimettersi oppure no? Senza comprendere che lui è già un morto politico che cammina. Ci chiediamo chi potrà arrivare dopo questo bravo chirurgo, inadatto a guidare il caos infernale della prima città italiana. Ma sono tutti interrogativi privi di senso. La verità è che sotto i nostri occhi si realizza il vecchio slogan dell’Espresso anno 1956: «Capitale corrotta, nazione infetta».
Non vale la pena di occuparsi di inezie. E farsi domande inutili. Il comune di Roma verrà sciolto per mafia oppure no? Il sindaco è anche lui un mafioso, cosa che non credo, oppure soltanto un pigmeo al cospetto di un dramma enormemente più grande? Sino a quando il premier Renzi difenderà uno dei suoi sottosegretari entrato nel mirino della Procura di Roma? Alfano, il ministro dell’Interno, sapeva e ha taciuto, oppure era all’oscuro del verme dentro l’appalto per il centro immigrati di Mineo, nonostante gli allarmi lanciati da Cantone, lo zar anticorruzione?
Più interessante è domandarsi che cosa diventerà il sistema dei partiti che oggi sta morendo. Volete un’ipotesi accettabile? Vedremo sorgere presto una confederazione di califfati. Insieme al Califfato nero dell’Isis che ha dichiarato guerra all’Occidente, in casa nostra si affermerà una rete di califfati o di potentati che si spartiranno il Paese. Partendo da posizioni a volte periferiche, ma destinate a diventare sempre più forti. E a dettare legge nei territori sui quali comandano. Senza avere alle spalle i partiti, ridotti a zombie privi di forza e tuttavia pronti a servire il califfo emergente.
Esiste già un modello che si sta affermando: il Califfato renzista. Fondato su un principio: al comando deve esserci un solo uomo. La democrazia diffusa non è più in grado di affrontare i problemi di un paese negli anni Duemila. Sono indispensabili la velocità nell’agire. Il decisionismo senza riguardi per nessuno. La costruzione di una struttura super efficiente proprio per le dimensioni ridotte. La sicurezza spavalda nell’aggredire gli avversari o i dissenzienti, cominciando con l’insultarli ed esporli allo scherno.

Ecco lo schema ridotto al minimo del Califfato di Matteo Renzi. Con un’avvertenza: dovrà avere il dominio assoluto dei media, soprattutto di quello più letale, la televisione. L’ha compreso bene un altro politico che spera di diventare un califfo, il leghista Matteo Salvini. E l’ha capito un leader suo avversario: Beppe Grillo. Il dittatore stellare ha cresciuto una schiera di allievi, tutti giovani e preparati. Oggi si stanno muovendo come mai prima. Vanno all’assalto dei programmi tivù che fino a ieri disdegnavano.
Poi ci sono i califfati locali. Il primo fra tutti, e in una regione cruciale del Mezzogiorno, la Campania, verrà costruito da Vincenzo De Luca, il sindaco sceriffo di Salerno. Ha preso quasi un milione di voti. Ma oggi si trova nei guai per l’arcinota vicenda della lista chiamata degli impresentabili, diffusa alla vigilia delle elezioni da Rosy Bindi, presidente dell’Antimafia.
Però non ho dubbi: De Luca se la caverà. Sconfiggerà la Bindi, ritornerà in sella, farà le sue vendette ed erigerà il proprio Califfato. Poi manderà uno dei figli a fare il sindaco di Salerno. La garanzia del successo sta nelle sue mani: lo sceriffo procede come un carro armato nella direzione di marcia della storia, i politici alla Bindi annaspano nel passato.
Un altro califfato può nascere in Puglia. Il governatore precedente, Nichi Vendola, era troppo infarcito di ideologia per essere un dominatore. Quello odierno, Michele Emiliano, a quale ambiente politico appartiene? Pare al Partito democratico. Tuttavia siamo di fronte a un signore sanguigno, a un hombre vertical direbbero gli spagnoli. Sa che il potere non ha colore e se ne frega delle tessere di partito. Lo dice la sua prima mossa, imprevista e audace. È quella di chiedere a tre consigliere dei Cinque stelle di fare le assessore per lui. Emiliano aveva promesso agli elettori di mettere in pista una giunta regionale di cinque maschi e cinque femmine. Ma non ha eletto nessuna donna. Adesso le va cercando. E c’è da giurare che, prima o poi, troverà quelle che gli servono.
Un terzo califfato nascerà dal trionfo del leghista Luca Zaia in Veneto, capace di raccogliere un milione e centomila voti. «Il mio sarà un governo del presidente» ha già dichiarato. Ha molte carte da giocare. La prima è la sconfitta fantozziana della candidata democratica, Alessandra Moretti. Se è vero che la ragazza sostenuta da Renzi si adatterà a fare la semplice consigliera di opposizione, Zaia vedrà seduta tra i banchi degli sconfitti una signora in ostaggio nel carcere del popolo leghista.
Nei prossimi mesi assisteremo a molte sorprese. La prima è che le regioni, ossia le istituzioni meno credibili per gli sprechi, le ruberie, l’inefficienza e la sostanziale inutilità, diventeranno centri di potere che il governo di Roma non riuscirà a controllare. La seconda è che la rete dei califfati si estenderà quasi dovunque. Crediamo davvero che Enrico Rossi, confermato governatore della Toscana, possa resistere alla tentazione di imitare un De Luca, un Emiliano o uno Zaia? Il Bestiario non lo crede. Prima o poi Firenze non sarà più soltanto una capitale renzista.
La terza è una sorpresa che deve ancora manifestarsi. Riguarda la sorte dei partiti italiani. Le astensioni sono ormai così tante che le regioni rosse non esistono più, come osserva Filippo Andreatta, ordinario di Scienza politica all’Università di Bologna. L’inchiesta su Mafia capitale li sta rottamando. Certi sintomi non lasciano dubbi. Venerdì sera, a Otto e mezzo, sulla Sette, il regno di una Gruber sempre più regina del proprio talk show, sono rimasto colpito dal volto di Enzo Bianco, un galantuomo che si è accollato la croce di fare il sindaco di Catania. Era un bambino terrorizzato da quanto ascoltava a proposito delle nefandezze che emergono dall’appalto del centro di accoglienza per immigrati di Mineo.
Se tanto mi dà tanto, siamo appena agli inizi di un colossale terremoto. I partiti politici stanno morendo. Lo dicono i seggi elettorali sempre più vuoti. Mentre l’Italia appare ormai una democrazia senza popolo, un’espressione geografica sospesa fra il debito pubblico e un golpe dei carabinieri. Meglio i califfati o la Benemerita? Lascio ai lettori di Libero una risposta.

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Cerimonia di Alzabandiera

Tra gli strumenti di gestione delle crisi a disposizione delle Organizzazioni Internazionali, ha assunto un ruolo di rilievo, la Forza di Gendarmeria Europea (EGF) che si è imposta come efficace mezzo di intervento in grado di operare anche in scenari altamente destabilizzati.

L’idea di creare una struttura composta da forze di polizia ad ordinamento militare, da far intervenire in aree di crisi, sotto egida NATO, ONU, UE ovvero coalizioni ad hoc, fu lanciata nel corso della riunione informale dei Ministri della Difesa dell’UE, tenutasi a Roma l’8 ottobre 2003.
In quell’occasione i Ministri della Difesa francese ed italiano, (M.me Michèle ALLIOT MARIE e l’On. Prof. Antonio MARTINO) convennero sulla necessità di un tale strumento in grado di inserirsi in uno specifico segmento delle Operazioni di Supporto alla Pace (PSO), per lo svolgimento di attività di polizia, in sostituzione o in affiancamento alle forze di polizia locali, collassate ovvero in grado di adempiere solo parzialmente ai loro compiti.
Fu così costituito un tavolo tecnico per la predisposizione di una Dichiarazione di Intenti concordata tra i rappresentati delle Forze di Polizia ad ordinamento militare dell’Unione Europea (Arma dei Carabinieri, Gendarmeria Nazionale francese, Guardia Civil spagnola, Guarda Nacional Republicana (GNR) portoghese e la Marechaussée olandese) e firmata il 17 settembre 2004 a Noordwijk (Olanda) a margine della riunione informale dei Ministri della Difesa dell’UE.
La citata Dichiarazione è stata poi recepita in un trattato internazionale, siglato il 18 ottobre 2007 in Olanda e tuttora soggetto al processo di ratifica parlamentare (Italia, Olanda, Spagna e Portogallo hanno già completato il processo di ratifica del Trattato. Solo la Francia non ha ancora finalizzato il relativo iter).
In particolare, lo Stato Maggiore (SM) dell’EGF prevede un totale di 36 posizioni, equamente ripartite tra l’Arma dei Carabinieri, la Gendarmeria Nazionale francese, la Guardia Civil spagnola, la Guarda Nacional Republicana portoghese, la Marechaussée olandese che attualmente ricopre anche la carica di Comandante del Permanent Headquarters (PHQ) di Vicenza e la Gendarmeria romena (divenuta membro EGF dal mese di dicembre 2008).

Il citato PHQ dell'EGF, la cui sede è presso la Caserma "Chinotto", ove è situato anche il Centro di Eccellenza per le Stability Police Units (CoESPU) si pone come Comando deputato anche alla pianificazione delle future operazioni di Polizia. Tale soluzione, peraltro, consente in fase di condotta di poter disporre di un Quartier Generale posizionato fuori Teatro in grado di interfacciarsi con le Autorità politiche responsabili della missione nonché di dirigere e controllare le operazioni sul terreno.
L'EGF può, in ragione della flessibilità della struttura, essere posta indifferentemente a disposizione di Autorità militari o civili.

La presidenza del CIMIN (Comitato Interministeriale di Alto Livello), organo deputato al coordinamento politico-militare dell’EGF, è stata detenuta, per tutto il 2010, dall’Italia. Nel 2011 dalla Spagna e dal 2012 dal Portogallo.
Il crescente interesse per la neo costituita Forza è stato accompagnato dalla richiesta di Romania, Turchia, Polonia e Lituania di aderire all’EGF rispettSchieramento EuroGendForivamente in qualità di membri, osservatori e partner.

La valutazione sull’apertura a nuovi Paesi è subordinata comunque al possesso di un requisito tecnico, essere una forza di polizia ad ordinamento militare, e di un requisito politico, essere Paese membro ovvero candidato all’ingresso nell’Unione Europea.
Le visite ricognitive condotte nei citati Paesi hanno consentito di riconoscere alla Romania (Gendarmeria romena) lo status di membro effettivo (Riunione CIMIN del 18 dicembre 2008) al pari di Italia, Francia, Spagna, Portogallo ed Olanda; alla Turchia (Jandarma) lo status di osservatore, alla Polonia (Gendarmeria Militare Polacca) e alla Lituania (Public Security Service) quello di partner.
Per ciò che concerne il primo impiego operativo dell’EGF, il CIMIN (19 luglio 2007) ha deciso la partecipazione della forza all’operazione militare “EUFOR ALTHEA” in Bosnia Erzegovina nell’ambito dell’Unità Integrata di Polizia (IPU) già a guida Arma, di Sarajevo. L’impiego operativo di EGF si è concluso il 31 ottobre 2010.

L’Arma dei Carabinieri, è stato il maggior contributore garantendo anche il supporto logistico mettendo a disposizione la base di Butmir 2.
Dall’8 dicembre 2009 la EGF è ufficialmente impiegata anche in Afghanistan, all’interno della missione ISAF e addestrativa dell’Alleanza Atlantica (NATO Training Mission – Afghanistan, NTM-A) per la formazione, l’addestramento e il mentoring delle forze di polizia afgane.
L’8 febbraio 2010 il CIMIN ha, inoltre, approvato il coinvolgimento di EGF nell’ambito della missione MINUSTAH in Haiti, ove ha operato con una Formed Police Unit (FPU) italiana (di 120 Carabinieri), una francese (di 147 Gendarmi) e uno Special Weapons And Tactics (SWAT) Platoon spagnolo (23 u. Guardia Civil). La missione si è conclusa il 31 dicembre 2010.

giovedì 11 giugno 2015

"Obama sta distruggendo l'Europa trascinandola in una crociata contro la Russia. L'ex Primo...


Il capo economista di Bremer Landesbank: a seguito delle politiche americane, un danno incommensurabile si trova in una situazione di elevato rischio geopolitico per le persone nell'UE."
Mentre in superficie i leader europei del G-7 sono tutti sorridenti nelle loro foto ricordo accanto al presidente degli Stati Uniti Barack Obama, c'è una tensione inconfondibile e un risentimento che ribolle verso gli Stati Uniti per costringere l'Europa a seguire le crociate personali dell'America.
" Oggi, l'Europa non è indipendente ... Gli Stati Uniti stanno trascinando l'Ue in una crociata contro la Russia, che contraddice gli interessi dell'Europa ", ha detto l'ex primo ministro francese Fillon, mentre il capo economista di Bremer Landesbank aggiunge che, a seguito delle politiche americane "un danno incommensurabile si trova in una situazione di elevato rischio geopolitico per le persone nell'UE."
* * *
Banchiere tedesco: Obama sta distruggendo l'Europa, di Eric Zuesse
Intervistato il 6 giugno da German Economic News, il capo economista di Bremer Landesbank, Folker Hellmeyer, afferma che, a causa delle sanzioni contro la Russia, le esportazioni tedesche sono diminuite anno su anno del 18% nel 2014, e del 34% nei primi due mesi del 2015 (non esistono dati successivi), ma afferma che "Il danno è molto più ampio di quanto dimostrano queste statistiche" perché queste sono solo le "perdite primarie," e ci sono in aggiunta "effetti secondari", chesaranno anche peggiori col tempo.
Per esempio: "I paesi europei con una forte attività in Russia, tra cui la Finlandia e l'Austria, sono stati economicamente colpiti molto duramente Questi paesi, di conseguenza, effettuano meno ordini dalla Germania. Inoltre, considerato che le società europee dovranno aggirare le sanzioni per creare impianti di produzione al più alto.. livello di efficienza in Russia, perdiamo questo potenziale capitale, che è la base del nostro benessere. La Russia vince il capitale ", a spese dell'UE, anche se le sanzioni sono rivolte contro la Russia.
Ma il nocciolo è questo: "Per il futuro, la Germania e l'Unione europea pongono la loro affidabilità economica nella controversia con la Russia. Il rapporto di fiducia è stato rotto dalla Germania e l'Unione europea. Per costruire tale fiducia, ci vogliono diversi anni. Tra la firma e la consegna passano almeno cinque anni. ... Siemens è ormai stata gettata fuori da un progetto importante per questo motivo [cioè, perché la prevedibilità necessaria è stata persa]. Alstom ha anche perso il contratto per la linea ferroviaria da Mosca a Pechino. Di conseguenza, il rischio di danni è molto più massiccia rispetto a quello che le cifre attuali mostrano, non solo per la Germania, ma per l'intera Unione europea. "
Poi, dice: "Altri [progetti] ancora in pianificazione comprendono l'asse da Pechino a Mosca come parte della Shanghai Corporation e dei paesi BRIC, il più grande progetto di crescita nella storia moderna, la costruzione dell'infrastruttura dell' Eurasia, da Mosca a Vladivostok, a sud della Cina e in India. Fino a che punto la politica delle sanzioni dell'UE e della Germania per quanto riguarda le figure Russia in megaprogetti questi 'in via di sviluppo i paesi dipenderà dal fatto se saremo visti come ostili in altri paesi emergenti di Russia. Ma, ovviamente, vi è una mancanza che alcuni partecipanti della politica europea [e all'interno della Casa Bianca!] hanno nelle loro capacità di pensare in modo astratto per nostro conto. "
Alla domanda su chi pagherà il prezzo per questo, egli dice: "Il danno misurabile è la perdita di crescita, in stipendi persi, perdite di contributi al sistema sociale e del gettito fiscale Ciò è vero per gli ultimi 12 mesi, ed è. valido per gli anni a venire. Le persone in Germania e nell'UE pagheranno il prezzo attraverso la perdita di prosperità e stabilità. Il danno incommensurabile si trova in una situazione di elevato rischio geopolitico per le persone nell'UE. "
Alla domanda circa la situazione in Ucraina, Hellmeyer dice:. "E 'davvero fastidioso. Le persone che non sono focalizzati solo sui media occidentali sono stupite che quei media nascondano l'aggressione di Kiev e le leggi discriminatorie attuate dal governo ucraino, che costituiscono una seria sfida per l'affermazione dei valori occidentali e la democrazia. Io credo, dando credito a Steinmeier, che in realtà egli abbia chiaramente parlato di queste questioni a porte chiuse. La questione è se il comportamento della NATO sostiene Steinmeier. Mi riferisco a questo proposito soprattutto a Victoria Nuland. Il fatto è che con il colpo di stato in Ucraina, una oligarchia amichevole verso Mosca è stata sostituita da una oligarchia ormai orientata verso gli Stati Uniti. E' la geopolitica, di cui beneficiano forze terze, ma sicuramente non la Germania, non l'Unione europea, non la Russia, e non Ucraina ". Così gli Usa hanno guadagnato a spese di tutti gli altri paesi, ma soprattutto a spese dell'Europa.
Alla domanda sul futuro, Folker Hellmeyer dice: "Per me, il conflitto è già stato decis. L'asse Mosca-Pechino-BRIC vince. Il predominio dell'Occidente è in declino. Nel 1990 questi paesi rappresentavano solo il 25% del mondo economico... .. oggi rappresentano il 56% della produzione economica mondiale, e l'85% della popolazione mondiale. Controllano circa il 70% delle riserve valutarie mondiali. Crescono ogni anno in media del 4% -.. 5% Poiché gli Stati Uniti non sono disposti a condividere il potere a livello internazionale (ad esempio, modificando il voto in seno al FMI e alla Banca mondiale), il futuro è a favore di questi stessi paesi per costruire nel settore dei mercati emergenti il loro sistema finanziario. Qui sta il loro futuro. L'UE è in fase di elaborazione del conflitto che gli Stati Uniti hanno causato perché non hanno voluto e non vogliono condividere il potere. Più a lungo perseguiremo con questa politica monopolare, egemonica, Imperiale, suprematista, dittatoriale a livello internazionale, aggressivoa nell'UE , più alto sarà il prezzo per l'Europa
il banchiere continua dicendo: "Il fatto è che i paesi emergenti si emancipano dal controllo degli Stati Uniti Questo è evidente nella creazione di istituzioni concorrenziali alla Banca Mondiale (AIIB) e al Fondo monetario internazionale (New Development Bank).
Conclude così Zuesse: Perché non esiste, in Europa, un movimento enorme che spinga per abbandonare la NATO, e cacciare le forze armate Usa? Da chi gli Stati Uniti 'difendono' gli europei dopo la fine del Patto di Varsavia? Perché la domanda non Gorbachev che la NATO sciogliere quando il Patto di Varsavia ha fatto - simultaneo (invece di un lato) scioglimento della guerra fredda, in modo che non ci sarebbe diventato la base per il fascismo internazionale sorgere a conquistare la Russia (in primo luogo, a circondarla da una NATO in espansione - e, infine, via TPP e TTIP), in seguito? Perché non esiste un notevole dibattito pubblico su queste questioni storiche, culturali ed economiche? Come è possibile che il mondo progresisca in maniera costruttiva in questo ambiente di grave censura nei media, nel mondo accademico, e in tutto 'mondo libero'? Perché non c'è indignazione se i sauditi finanziano i gruppi jihadisti e altri (fino a quando non è nei loro paesi), ma l'America demonizza invece leader russi, che sistematicamente si oppongono agli jihadisti e allo jihadismo? Perché i governanti americani sono alleati con i primi finanziatori di jihad ? Perché queste ingiustizie sono tollerati da parte del pubblico? Chi cambierà questo, e come? Forse la terza guerra mondiale non si verificherà, ma i danni sono già orribili, e stanno peggiorando.
* * *
Lo storico Eric Investigative Zuesse è l'autore, più recentemente, di non sono nemmeno Chiudi: Il Democratico contro repubblicani Records economici, 1910-2010, e di Cristo ventriloqui: L'evento che ha creato il cristianesimo, e del feudalesimo, il fascismo, e Libertarismo Economia.
E poi, l'ex primo ministro francese Francois Fillon ha detto ad RT che gli" Stati Uniti stanno trascinandol'Europa in una crociata contro la Russia, contro i nostri interessi "
Il primo ministro ex francese, che ha servito nel governo di Nicolas Sarkozy dal 2007 fino al 2012, si è scagliato contro Washington e le sue politiche.
Washington, Fillon ha detto, persegue politiche "estremamente pericolose" in Medio Oriente che l'UE e gli Stati europei assecondano.
Ha accusato i servizi segreti tedeschi di spiare la Francia "non nell'interesse della Germania ma nell'interesse degli Stati Uniti."
Fillon ha sottolineato che Washington sta facendo pressione sulla Germania affinchè faccia concessioni alla Grecia e trovi un compromesso.
Egli ha osservato il "sistema americano di giustizia" spesso interferisce con il lavoro dei "sistemi giudiziari europei."
"L'Europa non è indipendente", ha detto l'ex Primo Ministro, chiedendo "un ampio dibattito su come l'Europa possa ritrovare la sua indipendenza".
Questo, tuttavia, non è possibile se l'Europa va avanti e firma il TTIP, una proposta di trattato UE-USA, che ha attirato molte critiche per la sua segretezza e mancanza di responsabilità.
"Sono assolutamente contro la firma di questo accordo [TTIP] nella forma in cui è ora", ha aggiunto.
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domenica 7 giugno 2015

VOGLIONO OLTRE CHE AVVELENARCI FAR CREDERE CHE SIAMO PAZZI CHE LE SCIE CHIMICHE NON ESISTONO

BRAVA MARINELLA ..............Marinella Riverso.......Scie chimiche :Gli effetti neurodegenerativi delle nanoparticelle di alluminio e sviluppo neurologico
10 maggio 2012 alle ore 7.26
Russell L. Blaylock, M.D. Visiting Professor Biology Belhaven University Theoretical Neurosciences ResearchRussell L. Blaylock, M.D. Visiting Professor Biology Belhaven University Theoretical Neurosciences Research
Internet è pieno di storie di "scie chimiche" e di geoingegneria per combattere il "riscaldamento globale" e fino a poco fa ho preso queste storie con un pò di distanza. Uno dei motivi principali per il mio scetticismo era che raramente avevo visto ciò che stavano descrivendo nei cieli. Ma nel corso degli ultimi anni ho notato un gran numero di questi tracciati e devo ammettere che non sono come le scie di condensazione che vedevo nei cieli, con cui sono cresciuto. Sono ampie, molto ampie, sono disposte in uno schema ben definito e lentamente evolvono in nuvole artificiali. Particolarmente preoccupante è che ora ce ne sono varie dozzine in modo che ogni giorno ricoprono i cieli.
La mia preoccupazione principale è che ci sono prove che sono irrorazioni di tonnellate di composti di alluminio di dimensioni nanometriche. È stato dimostrato nella letteratura scientifica e medica che particelle di dimensioni nanometriche sono infinitamente più reattive a indurre un'intensa infiammazione in un certo numero di tessuti. Di particolare interesse è l'effetto di queste nanoparticelle sul cervello e il midollo spinale. Una lista crescente di malattie neurodegenerative, tra cui la demenza di Alzheimer, il morbo di Parkinson e la malattia di Lou Gehrig (SLA), è fortemente correlata all'esposizione all'alluminio ambientale. Le nanoparticelle di alluminio non solo sono infinitamente più infiammatorie, ma possono anche facilmente penetrare nel cervello in vari modi, compresi il sangue e i nervi olfattivi nel naso. Studi hanno dimostrato che queste particelle passano lungo le reti neuronali olfattive, che collegano direttamente la zona del cervello e che non solo sono le più colpite dalla malattia di Alzheimer, ma anche le prime ad essere colpite nel corso della malattia. Hanno anche il livello più alto di alluminio nel cervello, in casi di Alzheimer.
La via intranasale di esposizione rende particolarmente pericolose le irrorazioni di enormi quantità di nanoalluminio nei cieli, dato che viene inalato da persone di tutte le età, compresi i neonati ed i bambini piccoli per molte ore. Sappiamo che le persone anziane hanno la maggiore reazione a questo alluminio "nato dal cielo". A causa della dimensione nanometrica delle particelle di alluminio utilizzate, i sistemi di filtraggio delle case non rimuovono l'alluminio, prolungando così l'esposizione, anche in ambienti chiusi.
Oltre ad inalare nanoalluminio, questa dispersione di aerosol saturerà il terreno, l'acqua e la vegetazione con alti livelli di alluminio. Normalmente, l'alluminio è scarsamente assorbito dal tratto gastro intestinale, ma il nanoalluminio viene assorbito in quantità molto più elevate. E' stato dimostrato che questo alluminio assorbito viene distribuito ad un numero di organi e tessuti che comprendono il cervello e il midollo spinale. L'inalazione di questo nanoalluminio sospeso nell'ambiente produrrà anche tremende reazioni infiammatorie nei polmoni, che rappresentano un rischio significativo per i bambini e adulti con asma e malattie polmonari.

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Grecia, Obama: la UE non innervosisca i mercati (le banche)

“La Grecia e i partner europei evitino di alimentare la volatilità dei mercati”. E’ l’auspicio che il presidente Usa, Barack Obama, ha rivolto ad Angela Merkel al G7 in corso in Germania durante il quale si è parlato anche della crisi del debito di Atene.
Lo riferisce il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest.Washington e Berlino si sono detti d’accordo sulla necessità che il governo Tsipras faccia le riforme.
Non poteva mancare il parere illuminato di Renzi, l’esponente del Pd (la sinistra ha sempre fatto gli interessi del grande capitale) che in Italia fa le funzioni di premier: “L’ipotesi di una uscita della Grecia dall’Euro sarebbe un errore economico e geopolitico” ma “bisogna che anche il governo Tsipras capisca che le riforme vanno fatte”, ha detto Renzi scimmiottando Obama e citando pensioni e tassazione.
Se questo non è dittatura finanziaria che cos’è?

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Il rischio dell'esistenza umana corre sulla linea della degenerazione

Proteste di piazza a Londra nel 2011.

Il rischio dell'esistenza umana corre sulla linea della degenerazione

© flickr.com/ Beacon
OPINIONI
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Zinoviev ClubIskander Valitov
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La cosa peggiore che può accadere è quando la gente perde in massa il legame con l'insieme e si trasforma in politici egoisti, ritiene il membro del Club Zinoviev Iskander Valitov.
Parte 2
Nel mio articolo precedente ho avviato la discussione sulla degenerazione della civiltà europea occidentale. Il concetto di degenerazione ho incominciato a introdurlo sul materiale della natura. 
La mia intenzione era quella di mostrare che il darwinismo è prima di tutto una dottrina ideologica che descrive abbastanza contortamente i veri meccanismi dell'evoluzione biologica. È stato affermato che i rapporti di concorrenza sono casi perversi e che la biosfera dovrebbe essere considerata come un sistema unico, come un unico organismo, piuttosto che come un insieme di specie e individui in lotta. Il comportamento di qualsiasi individuo funziona principalmente sulla riproduzione della popolazione, della biosfera. Qualsiasi scostamento dal compito di riproduzione di un insieme vitale è l'essenza della degenerazione. L'egoismo non fa parte dell'eredità biologica dell'uomo. In questa rubrica, io difenderò la tesi che il mondo sociale è radicalmente diverso nel suo meccanismo dal mondo della natura. La sua vitalità si basa su meccanismi diversi. Occorre conoscerli per essere in grado di vedere il processo di degenerazione dei sistemi sociali.
L'evoluzione dell'uomo, vista con ironia
L'evoluzione dell'uomo, vista con ironia

L'uomo non è la corona dell'evoluzione
Al fine di capire la specificità di raggruppamenti umani e la loro differenza radicale dal branco animale occorre capire bene che l'uomo non è un prodotto del processo evolutivo. Non importa come ci immaginiamo questo processo evolutivo: secondo Darwin, con la sua variazione casuale e la selezione di acquisizioni di adattamento o secondo la futura teoria "ontogenetica" che dovrà descrivere il processo evolutivo come la distribuzione di un unico insieme di sistema. O qualsiasi altra costruzione teorica.
Mi attengo al punto di vista che l'uomo sia apparso durante un processo completamente diverso, non evolutivo. L'evoluzione ha soltanto preparato un materiale-portatore per lui. E su di lui — "uomo primario" — essa si è conclusa. Possiamo considerare che egli era il suo prodotto finalizzato. Proprio per questo nessuna teoria dell'evoluzione, anche se ha superato tutte le assurdità del darwinismo, è in grado di descrivere l'apparizione dell'uomo.
Dal branco alla comunità
L'uomo, naturalmente, non è derivato dalle scimmie. E' ben noto che gli esseri umani come specie (io li chiamerò uomini primari) sono apparsi molto prima del momento in cui nei loro gruppi iniziò l'uso degli strumenti, della parola, dello sviluppo di forme efficaci, precedentemente non incontrate nel comportamento collettivo. L'evoluzione ha prodotto la base biologica dell'uomo (ma non l'uomo stesso!) siano essi 400 mila o 2 milioni di anni prima (i dati degli scienziati sono diversi) dalla creazione dell'"homo sapiens" così come lo conosciamo oggi. E per tutto questo periodo questa specie biologica conduceva una vita da animale. Il processo nel corso del quale è apparso l'uomo è la trasformazione del branco in comunità. Il materiale biologico quindi rimane inalterato. Il mistero dell'origine dell'uomo è nascosto in questa transizione. A quanto pare, in questa transizione si accende il "fuoco della ragione", come lo definiscono i filosofi. Io sulla scia di Piaget parlerei in modo più concreto: le persone della comunità prendono consapevolezza del proprio comportamento.
Questo non è il momento adatto per descrivere i possibili modelli di come ciò sia potuto accadere.
Notiamo soltanto che molto probabilmente l'essenza di questa transizione è nello sviluppo dei meccanismi di riflessione sulla base delle potenzialità biologiche già esistenti. La riflessione sugli esseri viventi non è uno specchio che riflette tutto ciò che vede. La riflessione è un elemento di sistema del comportamento. L'animale rispecchia dal mondo esterno solo quello che serve per il suo comportamento, per il suo funzionamento. La riflessione è selettiva e finalizzata.
Probabilmente, la transizione da "uomo primario" all'uomo è legato al fatto che "l'uomo primario" inizia a spostare l'attenzione dagli elementi importanti del mondo esterno sui momenti del comportamento proprio e quello collettivo. Ad esempio, al suono che produce, o ai gesti che fa in una determinata situazione e ad alcune azioni di risposta dei propri compagni di tribù, causate dagli stessi segnali. Anche ai suoi compagni di tribù gli stessi suoni o gesti cominciano a costituirsi come un indicatore di una determinata situazione che richiede un'azione collettiva.  
Un manifestante protesta per la mancanza d'acqua di fronte alla polizia in Brasile.
Un manifestante protesta per la mancanza d'acqua di fronte alla polizia in Brasile.
Nel momento in cui l'uomo primario stabilisce una connessione tra i suoni/gesti i quali prima di quel momento erano spontanei e rappresentavano soltanto alcune sue reazioni comportamentali alla situazione e un efficace comportamento collettivo, diventa possibile il passaggio all'azione deliberata segnalante. Diversi suoni e gesti diventano un elemento necessario di organizzazione di un'azione collettiva complessa. Gli uomini primari formano un orientamento speciale nella differenziazione di tali segnali. Gli uomini primari iniziano a usare intenzionalmente diversi segnali per indicare varie situazioni o diversi segnali per avviare diverse azioni collettive. Tali segnali non sono più una reazione riflessa, perdono il condizionamento causale da vari stimoli dal mondo esterno. Acquisiscono un'altra entità semantica. Attraverso i segni, le persone comunicano la loro situazione, invitano alle azioni collettive, si concentrano sui dettagli significanti della situazione attuale.
Dunque, grazie al rispecchiamento, indirizzato al comportamento stesso (cioè alla riflessione), il segnale viene trasformano in un segno, un insieme di segnali in una lingua, l'uomo primario nell'uomo, un branco nella comunità. A quanto pare la consapevolezza del comportamento è indivisibilmente legata alla nascita della lingua. Penso che entrambe le affermazioni sono vere: sia il fatto che la consapevolezza del comportamento avviene attraverso la lingua che la lingua nasce durante la consapevolezza del comportamento.
La cosa principale è che il comportamento che ora realizza la comunità non è più l'attuazione del programma genetico della specie. Il genoma smette di essere l'unica fonte di comportamento. La comunità stessa inizia a creare un nuovo comportamento. Inoltre, grazie alla sua ricchezza linguistica essa ottiene significativamente più opportunità per la sua trasmissione alla generazione successiva.  Il rituale primitivo è già un'azione molto ricca di simboli che cristallizza l'esperienza collettiva. Il comportamento che viene realizzato dalla comunità umana, ma non dal processo evolutivo e viene riprodotto non geneticamente, ma attraverso i meccanismi della cultura, ha già una "natura" diversa cioè diventa attività. L'uomo diventa l'uomo solo in virtù del coinvolgimento nella vita dell'unione umana e non di per sé, non a causa della sua natura biologica.
L'uomo senza essenza
L'importanza della consapevolezza del comportamento è sottovalutata. La consapevolezza di qualsiasi programma comportamentale porta al fatto che essa perda la sua automaticità. Lo stesso vale anche per sensazioni e percezioni. La verbalizzazione delle sensazioni le cambia. La "pura" percezione e la percezione nel campo della lingua sono due grandi differenze. Le sensazioni e percezioni organizzate in modo riflessivo (significante) diventano automatizzate secondariamente, ma sostanzialmente sono diverse. L'uomo non è più un essere naturale nel senso profondo. E' diventato un essere tecno-naturale, in cui "la natura" occupa una posizione subordinata, è plastica e trasformabile. Nessun istinto, nessun meccanismo fisiologico è più "legge" per egli. Il controllo di qualsiasi processo biologico può essere intercettato dalla sua coscienza. L'uomo può cambiare la sua natura spontaneamente. L'essenza di qualsiasi animale è nel suo specifico sistema comportamentale. Il corpo dell'animale è solo una realizzazione materiale di questo sistema. L'uomo, però, non ha più una tale entità. La deve trovare nel processo della sua vita, deve trovare il proprio posto, determinare il contenuto e la forma della sua partecipazione alla vita pubblica. Marx scrisse riguardo al problema dell'alienazione umana. Solo che lui non capiva la sua natura originaria esistenziale.
 La Medicina, tra l'altro, ha tralasciato questo aspetto. Essa cura l'uomo nel migliore dei casi come un animale e nei casi in cui cerca di ripristinare l' "autoregolamentazione". Ma più spesso lo tratta come una macchina rotta: quando cerca di ripararlo chirurgicamente o protesizzarlo chimicamente con i farmaci. "La medicina umana" normalmente dovrebbe occuparsi dell'organizzazione della consapevolezza dei vari processi in cui è incluso l'uomo, tra cui processi fisici, ma non solo, e attraverso essi recuperare la salute.
Sono soprattutto inaccettabili i tentativi di biologizzazione dell'uomo nei contesti socio-politici. Tutti coloro che parlano della necessità di migliorare la natura umana, mentono, perché l'uomo non ha natura. Questa tesi può essere usufruita solo per un motivo — per giustificare l'organizzazione dei campi di concentramento, il chippare e robotizzare l'uomo.
La situazione dell'uomo
L'uomo primario apparteneva ancora alla natura e la sua esistenza è stata garantita dai meccanismi della biosfera, dal fatto che egli aveva come tutti gli altri esseri viventi, un comportamento ben definito. D'ora in poi, il suo comportamento e le sue attività non sono concordati e armoniosi in modo naturale con i processi di riproduzione delle unità dell'ordine superiore.
Manifestante indossa il costume di un maialino per protestare contro l'accordo TTIP
Manifestante indossa il costume di un maialino per protestare contro l'accordo TTIP
La comparsa dell'uomo dall'uomo primario significa che la sua esistenza diventa un problema. Il suo problema. L'attività non appartiene alla natura. Le attività umane possono discostarsi significativamente dal compito della riproduzione. Inoltre, oggi la natura è praticamente un elemento incluso nelle attività umane e la sua riproduzione si trova anche nella zona della responsabilità dell'umanità. Quindi, possiamo dire che una persona ormai non appartiene alla natura, ma alla unità di una scala completamente diversa. Usando il termine di Vernadskiy la possiamo chiamare la noosfera. Criticamente importante ora è stabilire quanto le persone conoscono questo insieme sociale e l'attività con tutto ciò che vi è incluso: la natura, la tecnologia, l'uomo stesso, quanto è capace a gestire tutto questo, regolare i processi del funzionamento normale, della riproduzione, dello sviluppo. Al posto degli istinti arriva la comprensione: cosa bisogna fare per mantenere la vitalità della noosfera?
Ora le persone stesse possono e devono determinare il modo della propria esistenza: quali sono le regole della convivenza, quali sono le motivazioni, quale è le modalità di azione che saranno praticate. La linea dell'evoluzione sociale è infatti la pratica degli uni o altri modi della vita collettiva e individuale.
Ogni società è una variante della soluzione al problema dell'esistenza. Tale soluzione ha sempre diversi livelli: ci sono le motivazioni vitali delle persone, le regole della quotidianità e i costumi, l'organizzazione dell'economia, le istituzioni, le leggi, le sovrastrutture amministrative. Ma tutto questo ha un elemento base ed è la comprensione della propria situazione. Qualsiasi regime di vita anche quello più tradizionale e qualsiasi motivo vitale hanno sempre una fonte: qualcuno ha capito in un certo modo la situazione ed è stato in grado di introdurre nelle menti degli altri i nuovi orientamenti.
Nelle religioni abramitiche ciò è stato riflesso: l'uomo ora è il co-creatore, il vicario di Dio sulla Terra. La sua sopravvivenza dipende interamente da quanto riuscirà a mantenere questa posizione di conoscenza e responsabilità.
Sulla degenerazione
Alexander Zinoviev nei suoi libri descrive in dettaglio la "legge del calcolo egoistico". Lo scrive in questo modo: "Secondo tale legge, ogni membro normale e attivo della società acquisisce tali agi della vita fintanto che glielo permette la sua posizione sociale, nei limiti ammessi dalla società o almeno con un alto grado di impunità". Zinoviev ha certamente ragione nel dire che il calcolo egoistico determina molto nel comportamento e nelle attività delle persone in quei reali sistemi sociali che ha studiato. Solo egli ha erroneamente ritenuto che l'insuperabilità naturale di un tale complesso motivazionale e ha sopravvalutato la sua forza. Anche se egli stesso diceva di sognare di un uomo nuovo: non calcolatore, ma cordiale, vivo. Ha scritto sull'importanza del fattore della comprensione.
La vitalità del sistema, la sua immunità contro la degenerazione dipende direttamente per quanto in ogni singola persona è rappresentata la conoscenza dell'insieme e per quanto vi è una impostazione per salvare l'insieme. Se è evidente a ogni singola persone il suo legame con l'insieme sia nel passato che nel presente e nel futuro. L'egoismo non è una legge naturale. L'egoismo cresce dalla stessa radice della coscienza cioè dalla riflessività. Solo che qui la riflessione non è destinata a definire sé stessa nella riproduzione dell'insieme, ma al suo uso egoistico.
Si possono considerare degenerati tutti coloro che si rifiutano di comprendere l'insieme e determinare la propria partecipazione nella riproduzione. Coloro che, di fatto, rifiutano il modo umano di essere, di cercare il proprio posto (la sua essenza unica). Nei libri sacri è scritto chiaramente: ciascuno sarà responsabile personalmente per tutto quello che ha fatto e che non ha fatto.
Si può parlare anche del fenomeno della degenerazione sistemica. Prima di tutto, si verifica quando il controllo del sistema sociale comincia a non essere nell'interesse della sua riproduzione, ma nell'interesse di un organo individuale, classe sociale o di un gruppo specifico di persone. Ciò che porta ad una diminuzione della vitalità complessiva del sistema. E la cosa peggiore accade quando le persone in massa perdono il legame con l'insieme e si trasformano in egoisti completi. Soprattutto quando tutti vogliono la libertà e credono che il mondo esiste per la loro autorealizzazione e realizzazione dei loro sogni. Ma di questo parleremo la prossima volta. 


Leggi tutto: http://it.sputniknews.com/opinioni/20150527/448577.html#ixzz3cOPTSjbm



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