Dopo la Seconda guerra mondiale gli Stati Uniti hanno proposto di usare il dollaro come valuta globale. A molti sembrò essere l’unica alternativa all’oro, peraltro, senza garanzie. Inoltre l’uso del dollaro prometteva benefici politici per Washington.
Decenni più tardi l’Europa si è unita e ha trovato nell’euro una alternativa al dollaro. Tuttavia, questa moneta ha un aspetto negativo.
I Paesi europei hanno a lungo cercato di creare qualcosa che potesse sostituire il dollaro nelle transazioni. L’ECU è stato il prologo. Tuttavia, questa moneta che non ha alcun fondamento nell’economia reale, nella geografia e nella politica, non ha potuto affermarsi. Sullo sfondo dell’unione dell’Europa la creazione dell’euro al posto delle monete nazionali era un passo logico. L’UE ha creato la Banca Centrale Europea incaricata a sorvegliare l’euro, in similitudine con la Federal Reserve. Le prime monete sono state introdotte nel 2002. Ora adeeriscono alla zona euro 18 Paesi in Europa. Nel novembre del 2013 vi era in circolazione valuta pari a 951 miliardi di euro, rendendo la divisa con il più alto valore di cassa totale in uso, avanti anche al dollaro. Sui pro e i contro della moneta unica ci parla il direttore generale della società “Capital Asset Management” Andrej Gritsenko:
La propria valuta permette, in primo luogo, di rafforzare e sviluppare le relazioni commerciali in Europa. In secondo luogo l’unica valuta forte per tutti i Paesi dell’UE livella i problemi che esistono per tutti gli Stati europei.
Tuttavia nel secondo punto vi è anche il problema principale. Nella fase acuta della crisi, tutte le carenze del sistema finanziario europeo e della moneta unica emersero. Quando i Paesi meridionali dell’UE erano sull’orlo del default, occorreva agire tutti insieme per salvarle. La Germania si è dovuta spendere di più in quanto è la più forte economia europea. Il salvataggio è avvenuto attraverso l’assegnazione di miliardi di euro e la cancellazione dei debiti di diversi Stati: Portogallo, Grecia, Spagna e Cipro. Il passaggio alla zona euro ha diviso l’UE in due campi. I Paesi ricchi sono diventati più ricchi e i poveri sempre più poveri, dice l’analista senior del gruppo di investimento “Nord-Capital” Roman Tkachuk:
Perché è accaduto ciò? Supponiamo che un certo Paese lasci la sua moneta per entrare nell’euro. Questo rende automaticamente la produzione nazionale costosa. I pagamenti per i lavoratori, il costo della produzione crescono, la redditività dei Paesi poveri si abbassa. Così il Paese diventa sempre più povero. Al contrario, la locomotiva dell’economia europea, la Germania, attraverso la moneta comune è in grado di attrarre lavoratori stranieri, rendere la produzione più economica, rafforzando così l’economia interna.
E la finalità dell’euro nei suoi 12 anni di esistenza per sostituire il dollaro? Di certo rendere la vita più facile per gli europei che lavorano in una parte della zona euro e vivono nell’altra. Ma la maggior parte delle transazioni finanziarie internazionali della zona euro finora vengono regolate in dollari. Tuttavia, l’euro ha “spinto” ancor più il suo rivale su una posizione dominante, dice Roman Tkachuk:
È difficile confrontare le due valute. Si noti che solo all’avvio dell’euro vi era la parità. Subito dopo, l’euro è salito, ha raggiunto anche la quotazione di mezzo dollaro. Perché si è formato questo corso? Perché gli attori del mercato, gli investitori, valutano esattamente l’economia dell’UE con l’economia degli Stati Uniti. Crediamo che questa sia una valutazione oggettiva perché il mercato tiene conto di tutte le sfumature emergenti.
Il prossimo anno nell’elenco dei partecipanti alla zona euro vi è la Lituania. Nonostante la disapprovazione di una tale mossa da parte dei lituani, le autorità preparano la transizione verso l’euro e i negozi impongono i prezzi nella nuova valuta.
Per saperne di più: http://italian.ruvr.ru/2014_07_01/Ha-un-futuro-l-euro-3046/
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