A Bologna la manifestazione “contro le scie chimiche”: l’ignoranza in corteo sfida la scienza per un pugno di euro
Sabato a Bologna è andata in scena l’incredibile manifestazione “contro le scie chimiche”, l’ignoranza sfida la scienza (spesso e volentieri addirittura in mala fede)
All’indomani della ‘fanfaronata in pettorina’, la città di Bologna si sveglia profondamente umiliata e ridicolizzata. La stessa Città che vanta il più antico Ateneo del mondo occidentale, il più prestigioso in Italia. Solo queste poche righe potrebbero servire a giustificare l’incompatibilità di questi soggetti con il capoluogo emiliano. “Bologna può essere considerata una delle poche città – afferma il meteorologo Andrea Corigliano –che ha avuto un ruolo indiscusso nella formazione più completa dei giovani meteorologi. Prima con la Laurea Triennale in Fisica dell’Atmosfera e Meteorologia, poi con il corso guidato nello stesso ramo nel caso uno avesse voluto continuare proseguendo gli studi con la Laurea Specialistica, possiamo dire che Bologna è stata per un decennio circa la culla del sapere delle scienze atmosferiche anche a livello universitario. Scelte (inappropriate) del Ministero della Pubblica Istruzione hanno poi voluto che questo cammino venisse interrotto e che la conoscenza in questi ambiti venisse ridotta ed in parte assorbita da altri corsi di laurea. Vedere ora questa città farsi teatro di una manifestazione contro le scie chimiche, ovvero contro un qualcosa che il sapere contenuto in quella culla riesce facilmente ed abilmente a smascherare, fa emergere dal profondo dell’animo dispiacere, amarezza e senso di impotenza, perché la disinformazione dilaga e la cultura rimane ferma al palo, oppure ostacolata. L’affronto dell’ignoranza è difficile da reggere, perché sai che chi ti ascolta ha una mente artefatta da complotti e non incline alla comprensione del metodo scientifico”. Nessuna polemica, per carità! Ognuno di noi ha diritto a manifestare il proprio pensiero……. così come ci garantisce, fortunatamente, l’articolo 21 della Costituzione. La stessa Costituzione che, altrettanto fortunatamente, mi (ci) garantisce libertà di opinione e di espressione.


Ciò che balza in primo piano (è inutile nasconderla) è la curiosa divisione che si è venuta a creare, tempo fa, tra i capostipiti della cosiddetta ‘Teoria del Complotto’. Un’unica ‘minaccia’, un unico obiettivo, un’unica missione (salvare il pianeta Terra dai miserabili e corrotti al servizio delle multinazionali!) non riescono a fare da collante tra i ‘supereroi’ nostrani ( Gianni Lannes, Rosario Marcianò e gli attivisti del cosiddetto ‘Presidio Stop Scie Chimiche’ di Pordenone… tanto per citarne alcuni ). Probabilmente a tutti fa comodo, perché ognuno ha il suo piccolo tornaconto personale…. a cominciare, probabilmente, dall’organizzatore della ciclopica manifestazione bolognese, Massimo Rodolfi… il vero comune denominatore (fino a poco tempo fa) della maggior parte dei singoli ‘intellettuali’ citati. Fino a quando, cioè, ha avuto inizio la più classica (ma virtuale) delle ‘risse’ da pollaio (sarebbe stato più semplice citare risse da saloon, ma ho troppo rispetto per i western). Un ‘tutti contro tutti’ con il solo scopo di contendersi, tra le altre cose, lo scettro di Guru.

Prima di chiosare, però, ho necessità di fare un ‘balzo’ al di là della sottile linea che divide scienza e scemenza nel tentativo di chiarire, una volta per tutte, l’assoluta inconsistenza scientifica di questa autentica ‘panzana’ che risponde al nome di ‘scie chimiche’. “Esse sono da sempre note – ci spiega il meteorologo Filippo Thiery – (almeno dai fratelli Wright in poi) come scie di condensazione (“contrails” in inglese), prima che qualche simpatico buontempone ne traesse spunto per costruire una affascinante, intrigante e demenziale teoria del complotto che ha raccolto migliaia di adepti, sulla base di inequivocabili prove scientifiche costituite da… fotografie. Si tratta quindi, ripetiamolo alla noia che non si sa mai, di cristalli di ghiaccio (risultato della condensazione del vapore acqueo contenuto nei gas di scarico degli aerei) la cui composizione è assolutamente analoga alle nubi alte (cirri e cirrostrati), e si comportano infatti nello stesso modo, venendo modellate e trasportate dai venti in quota (ecco la semplice spiegazione del perché possano apparire anche laddove non sono passati aerei, semplicemente si spostano da un luogo all’altro, come qualsiasi nuvola)
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