domenica 3 novembre 2013

I BAMBINI NON SI TOCCANO


La pedofilia classificata come orientamento sessuale

La pedofilia classificata come orientamento sessuale

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- di S. Brinkmann -
Traduzione a cura di Giovanni B. Reginato
L’American Psychological Association (APA) ha mutato la classificazione della pedofilia nell’ultima edizione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-V) da disturbo a orientamento sessuale o preferenza. Neon Tommy riporta che l’APA sta tracciando “una linea molto netta tra pedofilia e disturbo pedofilico”. Per esempio, la pedofilia è definita nella nuova edizione come legata “a un orientamento sessuale o dichiarazione di preferenza sessuale senza consumazione, mentre il disturbo pedofilo è definito come compulsione e viene usato in relazione a individui che agiscono la propria sessualità”, afferma il rapporto. Questa non è una vera sorpresa, dato che la classificazione della pedofilia nel DSM ha visto una costante evoluzione nel corso degli anni. La precedente edizione classificava la pedofilia come malattia solo se le fantasie o l’impulso hanno per oggetto bambini al di sotto dei 13 anni, se la persistenza è di almeno sei mesi, se l’individuo ha agito sui bambini i proprî impulsi, o se fantasie e impulsi rappresentano causa di difficoltà quali problemi legali.
Paul Christiano, molestatore sessuale schedato e portavoce di B4U-ACT, un gruppo pedofilo di assistenza legale che offre supporto alle “persone attratte da minori”, vuol vedere modificato il sistema a causa  del suo approccio “a taglia unica” che tratta allo stesso modo un uomo che abbia commesso venti stupri consecutivi e un ragazzo diciannovenne che abbia fatto sesso con la sua ragazza diciassettenne.
Vi è una qualche base per volere un cambiamento, scrive Hannah Maluyao per Neon Tommy, ma i motivi di questo cambiamento sono “poco trasparenti” con B4U-ACT. Per esempio, interrogato circa il modo più responsabile con cui un pedofilo dovrebbe gestire i suoi desideri sessuali, Christiano afferma che incoraggiano i loro membri a mantenere le proprie preferenze come un esercizio puramente mentale cui non dare seguito.
“B4U-ACT non legittima attività illegali”, ha insistito Christiano. “Ma come possiamo essere certi che tale comportamento rimanga interamente pensato e non sia agito in camera da letto?” chiede Maluyao. Risposta: “non possiamo.” Christiano ha anche promosso l’”autonomia sessuale” dei bambini, affermando nella sua tesi di laurea quando era studente, che essi “non devono essere lasciati all’oscuro circa la propria sessualità”. Più educazione alla sessualità li aiuterebbe a comprenderne meglio i confini. “Tuttavia, vi è una tesi di fondo che alla consapevolezza sessuale si accompagni il consenso sessuale”, scrive Mulayao. “Se i bambini fossero autorizzati a essere più sessualmente autonomi, sarebbero quindi in grado di consentire pienamente a un rapporto sessuale o, cosa ancora più importante, a un rapporto sessuale con un adulto?”.
Caitlin Myers, dottoranda in Sociologia presso la University of Southern California, ha dichiarato alla Mulayao che mentre può andar bene una aperta discussione sulla sessualità, i bambini non possono ancora dare un consenso. “In teoria,” dice la Myers, “la pedofilia come orientamento sessuale praticato viaggia su di una linea sottile. Non vi è alcuna possibilità che la pedofilia divenga, nella cultura attuale, orientamento sessuale accettato”. Ma questo non sembra fermare gruppi come quello di Christiano – e ora l’APA.
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