domenica 29 settembre 2013
VIVISEZIONE VERGOGNA DELL'UMANITA
Le voci degli innocenti
Delle poco più di 700.000 firme finora raccolte nei paesi UE per l’iniziativa Stop Vivisection, quasi 450.000 sono italiane. In pratica, quanto servirebbe ad indire un ipotetico referendum abrogativo. Il tutto per mandare in pensione la Direttiva Europea 2010/63/UE la quale, come da analoga dicitura di quasi tutte le disposizioni europee che riguardano gli animali (allevamenti, trasporti, macellazione etc) dovrebbe interessarsi “per la protezione degli animali ” nel nostro caso “utilizzati a scopi scientifici“. Di fatto, senza fuorvianti mistificazioni, si tratta della meglio nota “Direttiva Vivisezione” approvata dal Parlamento Europeo l’otto settembre 2010.
Ieri, in molte città italiane, si sono tenuti i banchetti informativi dove è stato possibile firmare la petizione europea. In più casi, la raccolta è stata caratterizzata da flash mob, manifestazioni e veri e propri cortei. A Napoli, ad esempio, vi è stata una partecipata fiaccolata. A Bari, invece, un flash mob per le vie del centro a due passi dall’Università. A Genova, lenzuoli colorati di rosso presso la fontana De Ferrari. Banchetti anche a Milano, Torino, Palermo, Padova e in molti altri centri, grandi e piccoli.
STOP VIVISECTION – OVUNQUE. Con le firme italiane si potrebbe indire un referendum
Successo della giornata dedicata all'iniziativa che vuole rottamare la Direttiva Europea sulla vivisezione
di redazione | 29 settembre 2013
diritti animaliGEAPRESS – Delle poco più di 700.000 firme finora raccolte nei paesi UE per l’iniziativa Stop Vivisection, quasi 450.000 sono italiane. In pratica, quanto servirebbe ad indire un ipotetico referendum abrogativo. Il tutto per mandare in pensione la Direttiva Europea 2010/63/UE la quale, come da analoga dicitura di quasi tutte le disposizioni europee che riguardano gli animali (allevamenti, trasporti, macellazione etc) dovrebbe interessarsi “per la protezione degli animali ” nel nostro caso “utilizzati a scopi scientifici“. Di fatto, senza fuorvianti mistificazioni, si tratta della meglio nota “Direttiva Vivisezione” approvata dal Parlamento Europeo l’otto settembre 2010.
Ieri, in molte città italiane, si sono tenuti i banchetti informativi dove è stato possibile firmare la petizione europea. In più casi, la raccolta è stata caratterizzata da flash mob, manifestazioni e veri e propri cortei. A Napoli, ad esempio, vi è stata una partecipata fiaccolata. A Bari, invece, un flash mob per le vie del centro a due passi dall’Università. A Genova, lenzuoli colorati di rosso presso la fontana De Ferrari. Banchetti anche a Milano, Torino, Palermo, Padova e in molti altri centri, grandi e piccoli. Significativi quelli di Brescia ed, ovviamente, ancor di più Montichiari con la nota Green Hill svuotata e sotto processo ma con ancora tutte le potenzialità formali di potere riaprire.
Tutti per dire no alla Direttiva “umanitaria”. Tanto “umanitaria”, ricordano gli organizzatori di Stop Vivisection, da prevedere per questo l’uccisione degli animali tramite dislocazione del collo, distruzione del cervello, colpi di arma da fuoco, e percussioni in testa. Di obbligatorietà dei metodi alternativi, poi, neanche a parlarne.
Un lungo cammino, quello di Stop Vivisection, iniziato il 25 aprile 2012 con il deposito del testo di iniziativa popolare presso il registro della Commissione europea. Raggiunto un milione di firme sarà possibile riprendere in mano la famigerata Direttiva Vivisezione, secondo alcuni concepita ad uso e consumo delle lobbies della sperimentazione animale.
La petizione cartacea potrà essere firmata fino al prossimo 20 ottobre, mentre quella on line è disponibile fino al primo novembre. Anche per questo tipo di firma occorre essere maggiorenni ed avere con sé la carta d’identità. Dunque, per chi non lo avesse fatto STOP VIVISECTION
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