sabato 14 settembre 2013
VERGOGNOSO
ROMANIA, IL PARLAMENTO REINTRODUCE L’EUTANASIA COME STRUMENTO PER LA GESTIONE DEL RANDAGISMO
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Con questo voto il Governo romeno ignora la Convenzione Europea sugli Animali da Compagnia e la Dichiarazione Scritta 26/2011 approvata dal Parlamento Europeo
Dopo essere rimasta bloccata per due anni presso la Commissione per gli Affari Pubblici, la nuova legge per la gestione del randagismo è stata approvata questa mattina a tempo di record dal Parlamento Romeno con la grande maggioranza dei voti.
Nelle strutture pubbliche i cani verranno uccisi dopo 14 giorni, a meno che le amministrazioni non abbiano le risorse per mantenerli all’interno dei canili per un periodo maggiore.
La nuova legge cancella i principi sanciti nella legge 9/2008 che proibiva l’eutanasia su animali sani e socievoli.
Le ragioni di questo inaspettato epilogo sono evidenti: la tragica morte di un bambino di 4 anni, ucciso la scorsa settimana da un branco di cani randagi in circostanze poco chiare, ha dato l’opportunità ai politici romeni di approvare una legge pro-uccisioni senza quasi alcuna protesta da parte della popolazione.
La legge era rimasta ferma in Commissione senza una ragione plausibile per ben 20 mesi, e a nulla erano valse le pressioni degli animalisti per accelerarne la promulgazione. Per questo riteniamo che ci sia stata una precisa volontà politica nell’attendere il momento “ideale” per finalizzare il processo, giunto evidentemente in questi giorni dopo il tragico incidente.
Facendo leva sull’ondata emotiva provocata dalla terribile morte del bambino, infatti, tutti i partiti politici – anche quelli che precedentemente si erano dichiarati favorevoli ad un approccio diverso – hanno votato a favore della legge pro-uccisioni. Solo pochi sindaci (fra cui quelli di Timisoara e Sibiu) hanno preso posizione contro l’eutanasia dichiarando di non considerarla uno strumento efficace per la risoluzione del problema del randagismo.
“Il comune di Bucarest ha ucciso 144.000 cani dal 2001 al 2007 – afferma Sara Turetta, presidente di Save the Dogs – e ha speso 14 milioni di euro per l’attuazione del programma. Dopo che la legge contro le uccisioni venne approvata nel 2008, l’Amministrazione Pubblica ha continuato a spendere oltre 3 milioni di euro all’anno, finiti nelle casse del dipartimento per il randagismo, effettuando non più di 6.000 sterilizzazioni all’anno, un numero assolutamente ridicolo.
Ora tutti dichiarano che la strategia della sterilizzazione ha fallito ma questa misura non è stata applicata in maniera intensiva e tutte le altre indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e della UE sono state ignorate”. Né l’identificazione degli animali di proprietà, infatti, né la loro sterilizzazione obbligatoria sono mai state introdotte.
La nuova legge, di fatto, riporta la Romania al 2001, quando un’ordinanza simile permise per ben 7 anni l’uccisione di centinaia di migliaia di cani in tutto il Paese. Anche se quella misura si è dimostrata del tutto inefficace, la Romania ha preferito ignorare la Convenzione Europea sugli Animali da Compagnia – la quale certifica chiaramente che l’eutanasia non è uno strumento efficace per risolvere il problema – nonché la Dichiarazione Scritta 26/11 promulgata proprio da due europarlamentari romeni, Daciana Sarbu e Adina Valean, rimaste paradossalmente in silenzio durante questi giorni.
Le catture in una località rumena nei giorni scorsi. I rastrellamenti sono iniziati ancora prima dell’approvazione della legge.
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