lunedì 2 settembre 2013
INFERMIERI
Gli infermieri italiani contro la Kyenge: “Ci chieda scusa”
Gli infermieri italiani contro la Kyenge: “Ci chieda scusa”
Fallitalia | 2 settembre 2013 - 16:18 | 1 Commento
CECILE KYENGE – Gli infermieri italiani in rivolta dopo le parole del ministro italocongolese nel suo sproloquio contro gli italiani razzisti: “Da quando essere chiamati infermieri è un insulto? Non siamo disposti ad accettare queste affermazioni dalla Kyenge”
Gli italiani non hanno affatto gradito le parole di Cecile Kyenge, che sono stati accusati dal ministro dell’integrazione di essere razzisti nei suoi confronti e di criticarla solo perché nera e donna. Ma in particolare la classe degli infermieri si sono sentiti offesi nel sentire la Kyenge affermare che: “Addirittura anche se sono medico mi chiamavano infermiera”.
Il quotidiano Libero raccoglie le proteste degli infermieri, che adesso reclamano a gran voce le scuse del ministro italocongolese.
Claudio Torbinio: “Chieda scusa. Una parola di scusa sugli infermieri Ministro. Bianchi, neri, gialli. Ci sentiamo tutti offesi, noi infermieri”. Angelo Del Vecchio: “Da quando essere chiamata “infermiera” è un insulto? Condanniamo a priori ogni forma di razzismo e siamo nettamente favorevoli all’integrazione sociale tra italiani di ieri e italiani di oggi, per noi non esiste il colore della pelle, ma il colore dell’anima. Tuttavia ci chiediamo perché mai la ministra si sia potuta offendere quando è stata scambiata per una infermiera. Tanto di cappello a lei e ai colleghi medici, ma quella degli infermieri è una categoria di professionisti che merita rispetto e considerazione. L’infermieristica è una scienza, con i suoi limiti e i suoi progressi e gli infermieri italiani non sono più disposti a farsi trattare come manovali, bensì come esseri pensanti, dotati di una propria intelligenza, di un proprio sapere e di una propria dignità”.
Carlo Pisaniello: “Siamo offesi. Ora, che Lei abbia subito degli attacchi ingiusti, delle offese impronunciabili e disgustose, sono assolutamente conscio di ciò e me ne dispiaccio, ma che Lei però da Ministro della Repubblica Italiana consideri un’offesa sentirsi chiamare “Infermiera” (anche se Lei è un medico) beh!! mi perdoni ma questo è a dir poco inaccettabile, inaccettabile perché non credo sia così avvilente e degradante essere un Infermiere, Lei dovrebbe sapere bene (essendo medico) quanti e quali compiti svolge in autonomia o in collaborazione con il medico l’Infermiere. Inaccettabile perché, ogni lavoro anche il più umile ha diritto di essere considerato al pari di qualsiasi altro, senza distinzioni di classe, di origini, di merito o di risultati, ognuno di noi deve essere considerato al pari di altri. Dovrei ricordarle che la carica Istituzionale che ha avuto dai cittadini Italiani (tra cui 400.000 Infermieri c.a) non la merita, “integrazione” è sinonimo di collaborazione, coordinamento, fusione, unione. Lei con la sua dichiarazione ha dimostrato l’esatto opposto, per integrare bisogna saper prima rispettare e considerare o forse lo ha dimenticato?”.
Andrea Bottega: “Siamo tutti uguali. Non voglio fare polemica col ministro, ma sottolineo che medici e infermieri hanno lo stesso valore professionale. Cambiano i ruoli, ma ricordo che oggi in Italia per fare l’infermiere serve una laurea. Non dimentichiamolo”.
MS
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