venerdì 23 agosto 2013
estinzione umana
estinzione-umana-1.jpgSebbene sia spesso relegato nell'ambito del catastrofismo e del complottismo becero, quello dell'estinzione della specie umana è un tema che sta diventando sempre più dibattuto dalla comunità scientifica.
Quali sono le maggiori minacce mondiali alla sopravvivenza della nostra specie? Siamo alla vigilia di una catastrofica, quanto inaspettata estinzione dell'umanità?
Sono queste le domande che hanno animato una conferenza tenutasi al Future of Humanity Institute presso l'Università di Oxford che ha visto la partecipazione di un team internazionale di scienziati, matematici e filosofi con l'intento, per quanto possibile, di individuare i maggiori pericoli che minacciano la nostra esistenza come specie.
Il simposio ha prodotto un documento finale (Existential Risk as a Global Priority), nel quale il rischio dell'estinzione umana viene classificato come una priorità globale che i responsabili politici devono prendere in seria considerazione e prendere le dovute precauzioni.
Secondo Nick Bostrom, direttore dell'istituto oxfordiano, la posta in gioco è pericolosamente alta e se non si prendono i provvedimenti giusti, questo potrebbe essere l'ultimo secolo di vita della specie umana. Ma quali sono i pericoli maggiori che minacciano l'umanità?
Prima le buone notizie! Secondo Bostrom, pandemie e catastrofi naturali possono causare una seria decimazione della popolazione mondiale, ma l'umanità avrebbe ancora qualche possibilità di sopravvivenza.
Questo perché nel nostro passato abbiamo già affrontato epidemie, carestie, inondazioni, terremoti e cambiamenti climatici. Da questo punto di vista, le probabilità sono decisamente a nostro favore.
Anche il rischio di estinzione legato all'impatto di un meteorite o ad una serie di super-eruzioni rimane estremamente basso. Inoltre, nonostante le perdite senza precedenti registrate nel corso dei conflitti mondiali del XX secolo, nemmeno una nuova guerra mondiale nucleare potrebbe cancellare definitivamente la presenza umana sul pianeta Terra, dato che un gruppo di individui potrebbe sopravvivere e premette alla specie di continuare.
Ma se queste sono le rassicurazioni degli scienziati, allora di che cosa dobbiamo preoccuparci?
Secondo quanto riporta l'articolo della BBC, Bostrom ritiene che l'umanità sia entrata in un nuovo tipo di era tecnologica che ha in sé la capacità di minacciare il nostro futuro come non è mai avvenuto in precedenza. Di conseguenza, queste sono le reali minacce alla sopravvivenza della specie umana:
Mancanza di Controllo
Paragonandola ad un'arma pericolosa posta nelle mani di un bambino, il progresso tecnologico ha superato la nostra capacità di controllare le sue possibili conseguenze. Esperimenti nel campo della biologia sintetica, delle nanotecnologie e l'intelligenza artificiale continuano a registrare incredibili progressi, il cui sviluppo futuro è assolutamente imprevedibile.
La biologia sintetica, disciplina nella quale si incontrano biologia e ingegneria, promette grandi benefici medici. Ma il dottor Bostrom è preoccupato per le conseguenze impreviste della manipolazione della biologia umana.
Anche le nanotecnologie sono fonte di preoccupazione, in quanto potrebbero essere utilizzate nelle guerre future: i ricercatori si dicono d'accordo nel chiedere ai governi di controllare e limitarne l'uso.
In ultimo, ciò che desta più preoccupazione tra gli scienziati è lo sviluppo dell'Intelligenza Artificiale. Lo sviluppo di macchine intelligenti, cioè di prendere decisione autonome rispetto alle nuove condizioni che vengono a crearsi, possono rappresentare una grande vantaggio per l'industria, la medicina, l'agricoltura o la gestione dell'economia.
Ma tali strumenti potrebbero diventare talmente indipendenti dal controllo umano da potersi rivoltare contro l'uomo e diventare una seria minaccia alla sua stessa sopravvivenza.
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[Intelligenza Artificiale: come difendersi dalla ribellione delle macchine]
Conseguenze non intenzionali
Sean O' Heigeartaigh, genetista presso l'istituto di Oxford, sottolinea quanto possono essere distruttivi gli algoritmi che gestiscono in automatico le operazioni di trading in borsa. Queste stringhe di programmazione potrebbero avere conseguenze dirette e distruttive sulle economie reali dei paesi e le vite delle persone.
“Questi sistemi informatici sono in grado di manipolare il mondo reale”, spiega O' Heigeartaigh, secondo il quale la catastrofe potrebbe nascere dalle buone intenzioni dei suoi creatori: “è improbabile che avrebbero voluto fare qualcosa di intenzionalmente nocivo”, continua, “ma vi è il rischio di una sequenza di 'eventi non intenzionali'. Stiamo sviluppando delle situazioni che potrebbero andare male in modo totale”.
Il genetista di Oxford ci tiene a sottolineare che il suo non è catastrofismo, “ma uno dei modi più seri di fare la differenza in positivo”.
Reazione a Catena
Secondo gli scienziati a convegno, i computer potrebbero essere in grado di sviluppare una generazione più potente di computer: 'computer che creano computer'!
Il rischio è che queste macchine sviluppino improvvisamente una linea autonoma di comportamento che non è da escludersi che possa rivoltarsi contro l'uomo. I ricercatori parlano di una 'esplosione di intelligenza', in cui il potere crescente dei computer diventa meno prevedibile e controllabile.
[Benvenuti nell'Antropocene: l'era geologica creata dall'uomo]
Quale futuro?
Il Future of Humanity Institute do Oxford, che riunisce studiosi provenienti da ogni parte del mondo e di ogni ambito scientifico, rappresenta una tendenza che mira ad individuare le sfide più urgenti che l'umanità potrebbe trovarsi ad affrontare.
“Viviamo in un secolo della storia del mondo in cui la sopravvivenza dell'umanità è per la prima volta messa in pericolo”, spiega Lord Rees, astronomo di sua maestà ed ex presidente della Royal Society.
Secondo lo scienziato reale, se da una parte siamo particolarmente attenti a valutare e ad affrontare i rischi individuali più immediati, come il trasporto aereo o la sicurezza alimentare, dall'altra sembra che abbiamo difficoltà a riconoscere i pericoli più grandi.
“Con la creazione di nuove tecnologie, ci sono sempre aspetti positivi e negativi”, continua Rees. Inoltre, “siamo in un mondo interconnesso, con spostamenti più rapidi e informazioni che viaggiano in tempo reale. Pertanto le conseguenze di un errore sono maggiori rispetto al passato”.
Insomma, dobbiamo essere preoccupati per l'imminente fine del mondo?
“Questa non è la trama di un romanzo apocalittico, nè una dottrina religiosa o una chiacchierata da tarda notte al pub”, sottolinea Bostrom, secondo il quale esiste un reale divario tra la velocità del progresso tecnologico e la nostra comprensione delle sue implicazioni: “abbiamo la consapevolezza morale di un bambino, ma con la capacità tecnologica degli adulti”.
Il rischio dell'estinzione, quindi, non sembra essere presente nella consapevolezza delle persone. “La condizione umana è destinata a cambiare. Ci troviamo ad un bivio: o finiamo in una catastrofe, oppure riusciamo a prendere maggiore controllo sui cambiamenti in atto”, conclude lo scienziato. La domanda finale è quindi: 'siamo davvero pronti per il cambiamento in arrivo?'.
fonte:ilnavigatorecurioso
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